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5 Maggio 2024 17:09
5 Maggio 2024 17:09

Guardia di Finanza. Sequestrati a Brindisi capannoni e conti di società per 4.5 milioni di euro per evasione fiscale

 Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brindisi prosegue nell’azione di contrasto all’evasione, all’elusione ed alle frodi fiscali mediante l’aggressione dei patrimoni costituenti profitto del reato di evasione fiscale.
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Brindisi hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di 4 milioni e mezzo di euro (disponibilità finanziarie e tre complessi immobiliari), emesso dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, nei confronti dei responsabili di due società di Francavilla Fontana, operanti nel settore della vendita all’ingrosso e al dettaglio di arredamenti per la casa.
Il settore commerciale degli arredamenti per la casa, al dettaglio e all’ingrosso, con sede nella zona industriale di Francavilla Fontana è finito (e non per la prima volta) al centro della complessa verifica fiscale. I beni immobili coinvolti nel sequestro preventivo  che è finalizzato a garantire allo Stato l’eventuale recupero delle imposte evase, al termine e all’esito dell’iter giudiziario,  sono la sede stessa delle attività commerciali, un capannone adibito a deposito e un altro capannone non ancora attivo.

L’attività scaturisce a seguito di due verifiche fiscali, eseguite lo scorso anno, al termine delle quali è stato ricostruito un “giro d’affari” effettivo di gran lunga superiore a quello dichiarato. Il valore dei beni sequestrati corrisponde all’ammontare delle imposte evase dalle suddette imprese. I due soci ed il consulente fiscale sono stati denunciati alla locale Autorità Giudiziaria per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti continuata, nonché per occultamento di documenti contabili.  

 

 
I finanzieri del Nucleo provinciale di Polizia Tributaria nel corso della verifica in pieno svolgimento, hanno dovuto fare i conti  con il blocco improvviso del server aziendale con conseguenza scomparsa dei dati. Gli anni di contribuzione presi in considerazione dagli investigatori sono il 2014 per una delle due società, e il 2010-2013 per l’altra. Uno dei metodi adottati per nascondere il reale giro di affari delle società sottoposte alle indagini era quello della contestuale registrazione delle fatture degli ordinativi effettuati all’estero o in Italia da parte di entrambe le Srl.
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