Un migliaio di persone si è radunato davanti agli ingressi di Palazzo Nuovo una delle sedi dell’Università di Torino, luogo di partenza della manifestazione. Attenzione massima per tutti gli obiettivi sensibili, in primis la Prefettura in piazza Castello. Il livello di allerta a Torino è molto alto, sono giunti in città mezzi e 400 agenti della Polizia di rinforzo da Milano, Genova, Bologna e Padova per affiancare le forze dell’ordine locali.. “Dicono che Torino sarà la nuova Val Susa: noi dalla Val Susa abbiamo imparato a lottare a testa alta e con il sorriso. Fuori le truppe di occupazione! E sarà dura, per loro!”, è la minaccia degli antagonisti, che da giorni evocano la guerriglia dei “No Tav”, studiando anche strategie per portare a Torino quelle stesse strategie. Sono previsti in corteo anche alcuni spezzoni sociali, rappresentati da movimenti diversi, come Non una di meno, che ha annunciato la sua presenza.
La manifestazione pro Askatasuna a Torino è stata indetta a livello cittadino, ma è previsto l’arrivo di attivisti provenienti da Genova, Bologna, Milano, dalla Lombardia e dal Nord-Est. Nelle scorse ore sono stati diffusi anche messaggi di solidarietà da altri centri sociali e collettivi. Tra questi lo storico Leoncavallo di Milano, sgomberato lo scorso agosto.
Askatasuna, i manifestanti: “Quello di oggi è solo l’inizio”
“Oggi è solo l’inizio di una grande mobilitazione continua – dicono i manifestanti che protestano contro lo sgombero dell’Askatasuna – Il 17 gennaio ci sarà un’assemblea nazionale a Torino per costruire un grande corteo nazionale il 31 gennaio. Rinasceranno spazi e comitati ancora più forti. Questo è l’inizio, il progetto collettivo deve guardare al futuro“.
Il vicepremier Tajani: «Non ci faremo intimidire»
“Io penso che la legge debba essere sempre rispettata. Quando si vìola la legge lo Stato ha il dovere, non il diritto, ha il dovere di farla rispettare e il ministro dell’Interno Piantedosi ha fatto rispettare la legge”. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia, rispondendo a Torino alle domande dei giornalisti sullo sgombero del centro sociale Askatasuna. “Se poi i violenti vogliono continuare a fare violenza – ha aggiunto – non possono pensare che lo Stato rimanga immobile, il Governo non può rimanere immobile, perché la violenza è la violenza contro i cittadini: distruggere auto, menare poliziotti, carabinieri, finanzieri che fanno il loro dovere… tanti di questi sono figli di papà che se la prendono con i figli del popolo, come diceva Pasolini, e così non va bene”.
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