di Ilaria Cerulla
Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Istituita dall’’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999 attraverso la risoluzione 54/134, la scelta di questa data è legata alla commemorazione delle vite e dell’attivismo delle sorelle Mirabal – Patria, Maria Teresa e Minerva – che hanno lottato contro la dittatura del generale Rafael Trujilo nella Repubblica Dominicana durante gli anni ’40 e ’50: considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.

Violenza contro le donne
Ogni giorno in Italia 85 donne sono vittime di reato, dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale allo stalking. Nel 2022 si sono verificati 106 femminicidi (dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni): di queste 61 sono state uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile (dati Istat). E’ “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà: così recita l’articolo 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.
Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso si legge sul sito del ministero dell’Interno. La normativa contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.
La legge sul consenso, il Codice rosso e il reato di femminicidio
Lo scorso luglio il Senato ha dato il via libera alla legge che introduce il reato di femminicidio e che è arrivata in aula a Montecitorio proprio oggi, per l’approvazione definitiva. Il testo, è composto da quattordici articoli, e prevede di introdurre nel Codice penale l’articolo 577-bis per inquadrare il femminicidio come reato autonomo e non come una forma di omicidio comune, regolato dall’articolo 575.
La legge prevede una fattispecie specifica di omicidio, che mira a sanzionare con la pena dell’ergastolo chiunque provochi la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione o di odio verso la vittima in quanto donna, ovvero qualora il fatto di reato sia volto a reprimere l’esercizio dei diritti, delle libertà ovvero della personalità della donna.
Nel frattempo, la Camera ha approvato all’unanimità con 227 voti la legge che modifica il delitto di violenza sessuale, introducendo il concetto di “consenso libero e attuale” ad atti sessuali, in linea con le statuizioni della Convenzione di Istanbul. Il consenso così diventa l’unico elemento necessario a qualificare la fattispecie: qualunque atto sessuale che venga posto in essere senza che vi sia il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra pertanto il delitto di violenza sessuale. Il testo deve passare ora all’esame del Senato.
A potenziare il quadro normativo contro la violenza di genere hanno contribuito, negli scorsi anni, altre riforme a cominciare dal cosiddetto Codice Rosso del 2019. La legge ha introdotto una corsia preferenziale per casi di violenza e l’obbligo per il pubblico ministero di ascoltare le vittime entro tre giorni.

Signal for Help: un segnale universale
“Signal for Help” o “Segnale d’aiuto”, è la richiesta di aiuto tramite il gesto con una sola mano per comunicare il bisogno di supporto, soprattutto in situazioni di violenza o abuso domestico. Creato dal Women’s Funding Network e dalla Canadian Women’s Foundation per aiutare coloro che subiscono violenza di genere, il segnale viene eseguito tenendo la mano sollevata con il pollice infilato nel palmo, quindi piegando le dita verso il basso, intrappolando simbolicamente il pollice tra le dita. “Signal for Help è importante perché non è verbale ed è potente indipendentemente dalla lingua e dalla cultura”, ha spiegato Elizabeth Barajas–Roman, CEO della Women’s Funding Network.
Il gesto diventato internazionale è stato creato durante la pandemia, quando il numero di casi di violenza domestica dovuti all’isolamento forzato erano aumentati in tutti i Paesi del mondo. E’ stato pensato per poter essere mostrato silenziosamente durante le videochiamate, per avvisare familiari, amici o colleghi di aver bisogno di aiuto. E continua a essere un segnale semplice da riconoscere, anche per strada e nei luoghi pubblici.

Meloni: “Va combattuta senza sosta, non ci fermiamo”
“La violenza sulle donne è un atto contro la libertà. Di tutti. Un fenomeno intollerabile, che continua a colpire e che va combattuto senza sosta. In questi anni, abbiamo varato leggi molto significative, inasprito le pene e rafforzato gli strumenti a disposizione, come il “codice rosso” e le misure di prevenzione“. ha scritto in un commento sui social la premier Giorgia Meloni. “Abbiamo raddoppiato i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, potenziato e reso strutturale il reddito di libertà, promosso il numero 1522, portato avanti innovative attività di educazione e sensibilizzazione” ha aggiunto la premier. “Sono passi avanti concreti, ma non ci fermiamo qui. Dobbiamo continuare a fare, ogni giorno, molto di più. Per proteggere, per prevenire, per sostenere. Per costruire un’Italia in cui nessuna donna debba più sentirsi sola, minacciata o non creduta. La libertà e la dignità delle donne sono un dovere dello Stato e una responsabilità di tutti”

Mattarella: “Principio della parità tarda ad affermarsi”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato in una nota: “In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società. I teatri di conflitto armato, dove la violenza contro le donne viene utilizzata come strumento di intimidazione e oppressione, ne sono drammatico esempio“.
“Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, -ha aggiunto il presidente Mattarella – con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi. Abusi che lasciano cicatrici profonde nel corpo e nella mente . In questo contesto, affatto indifferente è l’uso del linguaggio quando alimenta stereotipi, pretende di giustificare relazioni di dominio e comportamenti inaccettabili. Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto“.
“Nel 65° anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana – oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – la loro scelta di opporsi alla dittatura continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno » ha concluso il Capo dello Stato .
In tutta l’Unione Europea, una donna su tre ha subito violenza di genere.
“La violenza di genere è inaccettabile. In questa Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Unione europea rinnova la sua determinazione a porre fine a ogni forma di violenza contro donne e ragazze e a garantire che ogni persona possa vivere libera dalla paura e dal dolore. In tutta l’Ue, una donna su tre ha subito violenza di genere. Dietro ogni numero c’è una persona la cui vita, salute e dignità sono state violate. La violenza contro le donne può assumere molte forme, può verificarsi ovunque e a chiunque”. Lo affermano la vicepresidente esecutiva Roxana Mînzatu e la commissaria Hadja Lahbib, a nome della Commissione europea, e l’Alta rappresentante Kaja Kallas, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Per porre fine a questa situazione è necessario agire. L’Ue sta adottando misure concrete, dalla prevenzione e protezione all’applicazione delle norme e alla responsabilizzazione. Con l’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul e l’adozione della prima legge dell’UE in assoluto per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, l’UE sta istituendo un quadro completo Per combattere la violenza di genere“, è riportato ancora nella nota congiunta.
“La violenza di genere online danneggia le donne, mette a tacere le loro voci e minaccia i nostri valori democratici. La nostra Direttiva contro la violenza contro le donne criminalizza esplicitamente le forme più diffuse di violenza di genere online, come la condivisione di immagini intime senza consenso, i deepfake, il cyberstalking, le molestie online e l’incitamento alla violenza e all’odio online basati sul genere. Garantisce inoltre che i contenuti illegali online accessibili al pubblico vengano prontamente rimossi. Per le vittime di qualsiasi forma di violenza contro le donne e di violenza domestica, la legge offre maggiore protezione e supporto. Invitiamo tutti gli Stati membri dell’UE a recepire rapidamente questa Direttiva nel diritto nazionale, affinché donne e ragazze in tutta l’Unione possano essere più sicure, sia online che offline”, esortano le commissarie.

I palazzi delle istituzioni illuminati dal colore arancione
La campagna, lanciata nel 2008 dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha adottato il colore arancione per il suo carattere “luminoso e ottimista”, che rappresenta un futuro libero dalla violenza contro le donne.
La Camera dei deputati aderisce alla campagna dell’Onu per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Pertanto, la facciata di Montecitorio viene illuminata dal colore arancione, con la proiezione della scritta “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” dal tramonto di oggi martedì 25 novembre all’una di mercoledì 26 novembre.
Anche il Senato della Repubblica come la Camera aderisce alla campagna “Orange the World”. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la facciata di Palazzo Madama è stata illuminata con il colore arancione dal tramonto di lunedì 24 novembre, all’alba di oggi martedì 25 e, di nuovo, dal tramonto di martedì all’alba di mercoledì 26 novembre.
Anche la Farnesina sede del ministero degli Esteri illuminato di arancione . “La Farnesina e l’intera rete diplomatico-consolare aderiscono alla campagna dell’Onu. Lavoriamo per costruire un futuro in cui nessuna donna debba più temere per la propria libertà, per la propria dignità, per la propria vita”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.







