Sono ore di trepidante attesa per i colloqui in Egitto dopo la risposta di Hamas al piano del presidente americano Donald Trump. “Dopo i negoziati, Israele ha accettato la linea di ritiro iniziale, che abbiamo mostrato e condiviso con Hamas. Quando Hamas confermerà, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente, inizierà lo scambio di ostaggi e prigionieri e creeremo le condizioni per la successiva fase di ritiro, che ci porterà vicini alla fine di questa catastrofe”, ha scritto Trump sul suo social Truth.
Trump: “Vicini a un accordo di pace”
“Siamo vicini” a un accordo di pace a Gaza, ha detto il presidente degli Stati Uniti al giornalista di Axios, Barak Ravid, sottolineando che nei prossimi giorni si impegnerà a realizzare il suo piano. “Ho detto: ‘Bibi (Netanyahu, il primo ministro di Israele, ndr), questa è la tua occasione per la vittoria’. Lui era d’accordo – ha aggiunto Trump – Deve essere d’accordo. Non ha scelta. Con me, tu devi essere d’accordo”.
“Apprezzo il fatto che Israele abbia temporaneamente interotto i bombardamenti per dare la possibilità di completare il rilascio degli ostaggi e l’accordo di pace – aveva scritto in giornata Trump sempre su Truth – Hamas deve agire rapidamente, altrimenti tutto sarà annullato. Non tollererò ritardi, che molti pensano si verificheranno, né qualsiasi risultato che possa far sì che Gaza rappresenti nuovamente una minaccia”. “Facciamolo, rapidamente, saranno trattati equamente!”, ha sottolineato il capo della Casa Bianca, riferendosi sempre all’accordo.
Nonostante il presidente Usa abbia chiesto di interrompere immediatamente l’offensiva nell’enclave palestinese, almeno 57 persone sono state uccise dall’alba nella Striscia di Gaza in seguito a raid aerei israeliani. Lo ha riferito Mahmoud Bassal, portavoce della Difesa civile di Gaza, struttura di soccorso che fa capo ad Hamas, precisando che 40 delle vittime sono state registrate a Gaza City.
Netanyahu: “Rilascio ostaggi e Idf nella Striscia”
Israele è “sul punto di raggiungere un traguardo molto importante“, ha affermato in serata in un video il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, riferendosi alla liberazione degli ostaggi. “Spero che durante la festività di Sukkot saremo in grado di annunciare il ritorno di tutti i nostri ostaggi in una sola fase, mantenendo al contempo le Idf ben salde nella Striscia”, ha dichiarato il premier israeliano, con riferimento alla festività ebraica delle Capanne, che si terrà dal 6 al 13 ottobre.
Netanyahu ha detto di aver coordinato con Trump “una mossa diplomatica che ha ribaltato la situazione in un colpo solo”, mentre le truppe delle Idf avanzavano verso Gaza City. “Invece di essere isolato Israele, resterà isolata Hamas”, ha aggiunto. “Hamas verrà disarmata e la Striscia di Gaza verrà smilitarizzata: questo obiettivo potrà essere raggiunto con mezzi politici o militari”, ha scandito Netanyahu, che ha confermato di aver dato istruzioni al team negoziale israeliano, guidato dal ministro degli Affari Strategici Ron Dermer, di recarsi al Cairo per definire i “dettagli tecnici” del rilascio degli ostaggi. “La nostra intenzione, e quella dei nostri amici americani, è di concludere i negoziati in pochi giorni”, ha dichiarato il premier nel video.
I negoziati fra Israele ed Hamas in Egitto
Il ministero degli Esteri egiziano ha comunicato che lunedì ospiterà le delegazioni di Israele e Hamas “per discutere le condizioni e i dettagli dello scambio di tutti i detenuti israeliani e palestinesi, in conformità con la proposta del presidente degli Stati Uniti”. In una nota ripresa dal quotidiano Al-Ahram, il ministero ha spiegato che l’iniziativa si inquadra “nell’ambito degli sforzi in corso dell’Egitto, in coordinamento con i mediatori, per porre fine alla guerra israeliana nella Striscia di Gaza” spiegando che la riunione “si terrà nella speranza di porre fine alla guerra e alle sofferenze del fraterno popolo palestinese, che continuano da due anni consecutivi”.
Grande manifestazione a Tel Aviv
In Israele decine di migliaia di persone sono scese in piazza questa sera a Tel Aviv. Secondo il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi, sarebbero circa 120mila i manifestanti radunati. Nella centrale ‘Piazza degli Ostaggi’, come è stata rinominata dopo il 7 ottobre, è stato srotolato un enorme striscione nero con il nastro giallo simbolo della campagna e la scritta, in bianco e rosso, “Ora o mai più”, in riferimento al piano proposto da Trump. Come ogni sabato, manifestazioni più piccole si sono svolte anche in altre città israeliane. La prossima settimana ricorreranno due anni dall’attacco di Hamas del 2023.