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26 Settembre 2025 17:21

Rottamazione. Arriva un meccanismo per evitare il pagamento solo delle prime rate o in contanti dei soliti “furbetti”

Il piano della nuova rottamazione punta a far rientrare i decaduti ma senza regali. Dunque semaforo verde a pagamenti spalmati su 120 rate in 10 anni, ma solo a certe condizioni.

Una rottamazione 5.0 non proprio per tutti, costruita con paletti che impediscono ai furbetti di rientrare in gioco sperando di pagare qualche rata per poi nascondersi nuovamente. La partita della sanatoria entra nel vivo . “Sarà una pace fiscale ed avremo un risultato ragionevole che aiuti i soggetti in reale difficoltà”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con la sorpresa emersa nelle ultime ore a seguito della decisione delle opposizioni parlamentari che hanno ritirato tutti gli emendamenti presentati presso la commissione Finanze. Secondo quanto è filtrato negli ambienti parlamentari si tratterebbe di un gesto distensivo verso il governo a fronte dell’impegno ricevuto di introdurre alcuni ‘paletti‘ anti-furbetti delle definizioni agevolate: quelli che pagano in contanti o che pagano solo le prime rate per bloccare i pignoramenti .

Un emendamento dell’opposizione al Senato in Commissione Finanze al disegno di legge sulla rottamazione 5, su cui la maggioranza potrebbe convergere, propone che per i piani di pagamento superiori a 30 rate mensili l’adesione sia subordinata ai seguenti requisiti: all’utilizzo esclusivo di strumenti di pagamento tracciabili; al mantenimento della regolarità degli adempimenti correnti tributari e contributivi per tutta la durata del piano. Inoltre per i soggetti diversi dalle persone fisiche, si ipotizza il divieto a deliberare la distribuzione di utili o acconti sui dividendi o effettuare acquisti di azioni proprie, riduzioni di capitale con rimborso, distribuzioni di riserve o erogazioni straordinarie di compensi variabili agli amministratori e agli organi di controllo per tutta la durata del piano. E ancora, si studia l’obbligo di comunicazione annuale tramite autocertificazione all’agente della riscossione dello stato di regolarità del piano e degli adempimenti. La violazione delle condizioni determinerebbe la decadenza dalla definizione.

Il piano della nuova rottamazione punta a far rientrare i decaduti ma senza regali. Su questo punto è stato chiarissimo il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, il quale ha sottolineato che il provvedimento sarà strutturato per aiutare i morosi in reale difficoltà. Vale a dire contribuenti che “non ce la fanno”. Dunque semaforo verde a pagamenti spalmati su 120 rate in 10 anni, ma solo a certe condizioni. Anche perché, al momento, la struttura del provvedimento varrebbe circa 4,5 miliardi di euro e il governo deve fare i conti con le esigenze della legge di Bilancio. Anche per questa ragione potrebbero essere introdotte altre condizioni ostative legate al volume del debito da cui rientrare e al comportamento pregresso dei contribuenti. Paletti che impediscano ai furbetti di rientrare sperando di pagare qualche rata per poi nascondersi nuovamente.

Diversamente, si ragiona in ambienti della maggioranza governativa, si rischia di alimentare le patologie che da anni affliggono questi strumenti: un magazzino fiscale, arrivato a quasi 1.300 miliardi di euro, che non si alleggerisce, e contribuenti che pagano qualche rata iniziale per poi interrompere i versamenti.

Dei 114 emendamenti depositati nei giorni scorsi ne è restato solo uno, a firma del sen. Claudio Lotito (Forza Italia). Un fattore che ovviamente velocizza il dossier. “Adesso decideremo come procedere ma evidentemente la strada è in discesa“, ha commentato il presidente della Commissione, Massimo Garavaglia (Lega), relatore sul provvedimento. Rispondendo alle domande dei cronisti in Parlamento ha aggiunto Garavaglia: “Faremo valutazioni anche con il Governo. Questa enorme semplificazione dell’opposizione ci dà la possibilità di chiudere il testo in un quarto d’ora ed è una buona notizia”.

La misura della rottamazione è fra le richieste della Lega poste sul tavolo della maggioranza in vista della presentazione della legge di Bilancio dove dovrà essere trovata la quadra sulle coperture. Appare dunque evidente che il nodo delle cartelle verrà sciolto direttamente in manovra, quando il quadro economico delle risorse a disposizione sarà messo in fila con quello dei desiderata politici. Un elemento, quest’ultimo, che il governo teme particolare.

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