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4 Maggio 2024 08:51
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Boselli “cavaliere” nella vita e nella moda

Boselli è apprezzato dalla moda internazionale ed in particolare da quella italiana, per aver portato avanti una politica attenta e sensibile alle realtà più nuove, in grado di valorizzare il made in Italy nel mondo

Mario Boselli nato a Como nel 1941, è sposato con Luisa Giani e ha tre figli: Carlo, Federico ed Elisabetta. Ha iniziato la sua carriera lavorativa nel 1959 nell’azienda paterna, di antica tradizione serica, la Carlo Boselli di Garbagnate Monastero. In tale sede nel 1586 prendeva avvio la produzione di seta dalla famiglia Corbetta, attività che in seguito, per successione femminile, passava alla famiglia Butti e quindi alla famiglia Boselli.

Imprenditore nel settore tessile, ha cominciato la sua attività nel 1959 nell’azienda di antica tradizione serica del padre, la Carlo Boselli di Garbagnate Monastero (LC). Dagli anni Settanta all’inizio degli anni Duemila ha sviluppato le attività dell’azienda di famiglia in Italia e all’estero. Dal 1999 al 2015 è stato Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, nella quale continua a ricoprire la carica di Presidente Onorario. È stato Presidente di Federtessile, della Fiera Internazionale di Milano, di Pitti Immagine, dell’Associazione Internazionale della Seta, della Camera di Commercio Italo Slovacca e di Centrobanca.

Nel 1894 il nonno, Carlo Antonio Pietro Maria Boselli, dava una svolta all’attività, industrializzando l’artigianale torcitura della seta. Nel 1956 il padre, Carlo, grande innovatore, rilanciava l’azienda avviando la produzione e trasformazione dei fili di fibre sintetiche con l’utilizzo di varie moderne tecnologie. Mario Boselli nel corso degli anni 60’, ’70, ’80 e ’90 e a cavallo del Millennio ha realizzato un significativo sviluppo, sia in Italia che all’estero (in Slovacchia) completando una “filiera” di attività, sempre prevalentemente serica, nei settori a valle, quello della tessitura a maglia, fino al capo confezionato. Dopo più di 42 anni nel 2005 ha lasciato l’azienda di famiglia per nuove , prestigiose esperienze professionali.

È attualmente Presidente di Banca5 (Intesa Sanpaolo) e Consigliere di società italiane e internazionali, vice presidente del Comitato di strategia di Premiere Vision (Parigi). Fra le varie onorificenze ricevute, quelle di Cavaliere del Lavoro, Commandeur de l’Ordre National de la Legion d’Honneur e Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. E’ Presidente della Fondazione Italia Cina e dell’Istituto Italo Cinese.

Boselli è apprezzato dalla moda internazionale ed in particolare da quella italiana, per aver portato avanti una politica attenta e sensibile alle realtà più nuove, in grado di valorizzare il made in Italy nel mondo. Di sua iniziativa N-U-D-E, New Upcoming Designers. E ancora il concorso lanciato nel febbraio 2005, Next Generation, . È sua anche l’idea di Fashion Incubator, struttura di consulenza e supporto logistico-organizzativo ai nuovi marchi di moda italiani. Sempre a Mario Boselli si devono numerose manifestazioni internazionali che hanno permesso a numerosi designer italiani di irrompere sui mercati esteri con eventi negli USA, Giappone, Russia, India e Cina.

A Boselli si deve una definizione rimasta scolpita nella pietra: “Il bello e il ben fatto”.Una frase che creai nel 2008 perché mi credevano presidente dell’alta moda italiana e io cercavo di spiegare che in realtà ero presidente del prêt-à-porter di alta gamma che rappresenta il bello e il ben fatto – racconta BoselliNon prodotti fantasmagorici che fanno parlare, cari e poco fruibili, ma qualcosa di moderno ed elegante per una donna di classe che però deve vivere in modo più coerente con i tempi. È stato registrato alla Siae l’8gennaio 2008. Questo “bello e ben fatto” è diventato di uso comune, tanto che anche Confindustria lo usa per definire tutta una serie di prodotti del lifestyle italiano. Lo declino con le tre effe: food (anche vino), fashion e furnishing, quindi il design. In Cina, dove sono andato più di 5o volte, mi sono sentito dire sovente che il nostro Paese è caro, senza materie prime, dove le strutture sono quello che sono, eppure siamo i primi al mondo in qualità e creatività. E io lo spiegavo con il bello e ben fatto“.


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