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19 Aprile 2024 07:40
19 Aprile 2024 07:40

Lospinuso (Forza Italia): “Tempa Rossa. Assurdo ricorso del Comune, Taranto rischia il default”

 

“Se Taranto rischia il default, le responsabilità sono evidenti e conclamate e basta riassumere la vicenda di Tempa Rossa: oltre 300 milioni di euro di investimenti e centinaia di posti di lavoro richiesti per un intervento a impatto zero; ma il Comune sbatte la testa contro il muro e nonostante la sentenza lapidaria del Tar, decide di proseguire per il massacro e annuncia il ricorso al Consiglio di Stato. È evidente che la sinistra voglia esimersi dal fare ciò per cui è stata eletta, ovvero decidere, rimettendo ogni scelta ad un ancor più assonnato e distante governo nazionale”. E’ il commento Pietro Lospinuso di Forza Italia sulla decisione del Comune di Taranto di ricorrere al Consiglio di Stato .

nella foto, Pietro Lospinuso
nella foto, Pietro Lospinuso (Forza Italia)

Le motivazioni della sentenza del Tar – aggiunge Lospinuso piombano come un giudizio pessimo sull’operato del Comune, emergendo errori gravissimi per ogni amministratore. Innanzitutto, la questione relativa all’area portuale: i giudici hanno chiarito che Palazzo di Città non si può opporre al progetto perché  anche la costruzione dei serbatoi di stoccaggio non interessa l’area portuale ma quella industriale dell’Eni. Già questo dovrebbe essere motivo di imbarazzo per la Giunta comunale, perché si tratta di un errore madornale e da dilettanti della gestione della cosa pubblica. Così come non è stato serio rimangiarsi gli accordi stretti nel 2006 e nel 2007 con l’Autorità Portuale, dove era previsto l’ampliamento del pontile. Un comportamento che giustifica la ‘fuga’ degli investitori dal nostro territorio, dove si stracciano le intese e non esistono certezze

Nonostante tutte queste medaglie al demerito – conclude Lospinuso –  il Comune di Taranto ricorrerà al Consiglio di Stato per una probabile ed ennesima brutta figura; ma otterrà il risultato di allungare ulteriormente i tempi di realizzazione e spaventare ogni partner internazionale che abbia (miracolosamente) ancora voglia di investire da noi. E, beninteso, anche l’Eni potrebbe decidere di abbandonare Taranto per queste lungaggini burocratiche e l’ostruzionismo della politica del ‘pregiudizio ideologico’ a tutti costi. Nel frattempo, le vertenze tarantine si moltiplicano: Ilva, Teleperformance, l’Arsenale in crisi, TCT, ecc. Mi auguro che il prossimo governo cittadino sia di centrodestra, per poter riprendere a realizzare, a concretizzare e riscrivere una pagina per il futuro di Taranto perché con questa sinistra non abbiamo alcuna chance di ripresa”.

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