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18 Settembre 2025 08:46

“Tabloid Inferno. Confessioni di una cronista di nera” il libro di Selene Pascarella presentato anche a Taranto

Selene per quattro anni esplora dall’interno il funzionamento della cronaca nera in Italia. Come giornalista freelance di tabloid di serie zeta scopre del paese in cui vive (e di se stessa) molte cose che avrebbe preferito ignorare.

Martedì 3 gennaio, ore 17.30 presso il Nautilus (a Taranto, in viale Virgilio n. 2) si terrà la presentazione del volume “Tabloid Inferno. Confessioni di una cronista di nera” di Selene Pascarella. Un incontro per discutere del volume, che a metà tra romanzo e autofiction sviscera il funzionamento e i linguaggi della cronaca nera in Italia, alla presenza dell’autrice, dell’ avv. Mirella Casiello, presidente dell’ Oua ed Enzo Ferrari, direttore del quotidiano tarantino BuonaSera. Un pomeriggio dedicato alla cronaca nera e giudiziaria e al viaggio delle narrazioni tossiche tra media e aule di tribunale.

Selene Pascarella è nata a Taranto nel 1977 e dal 2005 svolge il mestiere che sognava da bambina: fare la giornalista. Attualmente “freelance”, si occupa di cronaca nera, horror fiction e produzione seriale televisiva. Ha militato in svariati tabloid italiani (che non le sono sopravvissuti) e attualmente collabora con il Fatto Quotidiano e cura il blog www.mondogiallo.it. . Nel 2011 ha pubblicato il saggio “L’alba degli zombie. Voci dall’apocalisse:il cinema di George Romero” con Danilo Arona e Giuliano Santoro. Riguardo ai gialli più discussi si sente spesso parlare dell’esistenza di tre verità: fattuale, mediatica e giudiziaria. Ma i piani sono molto più intrecciati di quanto si pensi.

Selene per quattro anni esplora dall’interno il funzionamento della cronaca nera in Italia. Come giornalista  freelance di tabloid di serie zeta scopre del paese in cui vive (e di se stessa) molte cose che avrebbe preferito ignorare. Qualsiasi pezzo scritto con coscienza, sensibilità e impegno viene trasformato in un capolavoro pulp a colpi di titoloni sensazionali e foto scabrose. Ma i “titolisti” non inventano nulla, pescano solo il lato più oscuro nel brodo avvelenato servitogli dal cronista.

Confessando con schiettezza e autoironia il modo con cui ha narrato i principali fatti di cronaca nera degli ultimi anni, l’ autrice svela i meccanismi che regolano l’universo dell’informazione giudiziaria e scandalistica. Un delitto non è mai un delitto ma una novel fiction che si sviluppa nell’arco del tempo, come una soap opera o un serial televisivo. Prevalgono i personaggi standardizzati, il codice fiabesco e l’abuso del colpo di scena. Le vittime che bucano la soglia dell’attenzione mediatica sono quasi sempre quelle che il pubblico trova piacevoli da guardare e i casi di femminicidio vengono trasformati in parabole lacrimevoli e morbose. Quando si parla di sangue il labile confine tra informazione alta e bassa salta del tutto e le narrazioni tossiche della cronaca nera non restano rinchiuse entro i confini dei tabloid, della tv del pomeriggio e della colonna destra dei grandi portali d’informazione. Rompono la diga, infiltrando gli atti processuali e l’attività investigativa, influenzando lo sguardo del pubblico, dove andranno a pescare le loro prossime vittime.

Anche se non avete mai posato gli occhi su un magazine a base di “sangue & sesso”, nemmeno voi siete immuni da una narrazione tossica ben costruita. La storia di Selene, del suo compagno d’ armi Potito e del loro magister Senpai vi aiuterà a sviluppare gli anticorpi per non cedere alla contaminazione.

 

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