Non è più obbligatorio esibire un documento di identità in aeroporto prima di prendere in Italia un volo nazionale ed europeo. La novità, sottolinea l’Enac è già operativa. “Gli aeroporti sono luoghi protetti ed è venuto il momento di equiparare i viaggi in aereo a quelli in treno”, ha sottolineato Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, confermando la novità. “Ai fini dei controlli non cambia nulla: chi arriva al gate dovrà passare ai metal detector”, spiega Di Palma. Quindi da oggi basterà solo la carta d’imbarco? “È così. Ma chiaramente si potrà essere fermati e controllati dalle forze dell’ordine e lì bisognerà mostrare un documento d’identità“.
“Intanto chiariamo una cosa: passaporti o carte d’identità non dovranno essere lasciati a casa. Se al momento del controllo a sorpresa il viaggiatore non ce l’ha non si imbarca”, spiega il presidente dell’Enac. Perché questa decisione? “C’è molta perdita di tempo a livello burocratico. Togliendo l’obbligo ci si imbarca anche più velocemente. E questo avviene all’interno di un sistema iper sicuro come quello del trasporto aereo“, spiega Di Palma.
La misura è stata introdotta inizialmente in via sperimentale, senza comunicazioni ufficiali. Un esempio concreto? I passeggeri del volo Ryanair Bergamo-Minorca del 6 luglio scorso non hanno dovuto esibire alcun documento d’identità al gate, con grande sorpresa dei presenti. Ora il provvedimento viene esteso a tutti gli aeroporti italiani.

Secondo quanto riportato nella comunicazione dell’Enac, si tratta di una modifica al “programma nazionale per la sicurezza dell’aviazione civile”. In precedenza, il regolamento prevedeva che il “vettore aereo è responsabile della verifica al gate, all’atto dell’imbarco, della concordanza tra il nominativo del passeggero riportato sulla carta d’imbarco con quello risultante da un documento di identità, previo riscontro visivo dell’identità del passeggero”.
Questa disposizione viene ora meno. L’Enac spiega infatti che “la mancata applicazione della verifica della concordanza non compromette un adeguato livello di sicurezza in quanto garantito dall’applicazione delle specifiche misure di sicurezza previste per lo screening del passeggero, come prescritto dalla vigente normativa dell’Unione europea”.
La novità riguarda i voli nazionali e quelli diretti verso i Paesi dell’area Schengen, che include 25 dei 27 Stati membri dell’Unione europea (escluse Irlanda e Cipro, quest’ultima in fase di adeguamento) e gli Stati associati dell’Efta: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. In altri Paesi europei, come la Germania, questa prassi è già in vigore da tempo.
Dove non sarà valido
La nuova regola non si applica ai voli diretti verso Paesi extra-Schengen. Inoltre, il Ministero dell’Interno ha richiesto che la verifica dell’identità venga mantenuta anche su alcune tratte nazionali considerate “sensibili” dal punto di vista dell’immigrazione irregolare, ovvero soggette a possibili “movimenti secondari“. Secondo quanto trapelato, tra queste potrebbero rientrare alcune rotte verso la Francia.