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14 Ottobre 2025 16:00

Maxi-inchiesta sulle mascherine Covid, la Procura di Forlì chiede una condanna a due anni e 4 mesi per Marcello Minenna

La pm Laura Brunelli ha chiesto una condanna a due anni e 4 mesi per Minenna, per il reato di corruzione, già comprensiva della riduzione di un terzo della pena

E’ giunto ormai al termine il processo che ha riguardato anche Gianluca Pini ex deputato della Lega, il quale ha già patteggiato una pena di 2 anni e che vede ora come principle imputato Marcello Minenna, attuale assessore al Bilancio della giunta uscente della Regione Calabria , che ha origine dalla maxi-inchiesta della Procura di Forlì su una  grossa fornitura di mascherine Covid non regolamentari all’Ausl Romagna per 3,6 milioni di euro. Minenna, 53 anni, è stato anche ex assessore del Comune di Roma, ex direttore generale dell’ Agenzia nazionale delle Dogane e dei Monopoli di Stato fino a gennaio 2023. E infine di recente assessore della giunta calabrese di Roberto Occhiuto.

La pm Laura Brunelli della Procura di Forlì ha chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi per Minenna, ritenendolo responsabile del reato di corruzione, già comprensiva della riduzione di un terzo della pena per aver optato per un rito alternativo. La richiesta è arrivata al termine di una requisitoria durata ore in cui la pm ha elencato tutti gli elementi dettagliati dell’accusa.

Per quanto riguarda gli altri imputati, nel corso della stessa udienza la procura ha chiesto una condanna a 2 anni per Sergio Covato, funzionario della Prefettura di Ravenna, difeso dall’avvocato Carlo Benini; e a 1 anno di reclusione per Gianluca Prati, accusato di frode nelle forniture pubbliche e falso, all’epoca dei fatti responsabile del magazzino unico dell’Ausl Romagna, difeso dagli avvocati Giovanni Maio e Alessandro Monteleone di Cesena. Anche tutte queste richieste di pena godono della riduzione di un terzo per effetto del rito abbreviato. Covato è coinvolto per un altro filone di indagine diverso dalle mascherine, ma sempre con ipotesi di corruzione, in relazione a rapporti sempre con l’ ex deputato Pini per una pratica di rinnovo di un porto d’armi, in occasione del quale si sarebbe interessato per un posto di lavoro per la figlia.

Dopo l’uscita dsal processo dell’ex parlamentare Pini, che aveva patteggiato nell’ottobre 2023 una pena a circa due anni (con sospensione), e dopo il frazionamento delle accuse in vari tronconi tra i tribunali di Forlì e di Ravenna (un altro ramo fin dall’inizio era radicato a Bologna), rimangono tre gli indagati al vaglio del gip di Forlì Ilaria Rosati. Tra loro Minenna, assistito dagli avvocati Gianluca Tognozzi del foro di Roma e Vittorio Manes professore di diritto penale all’Università di Bologna, si è recato a Forlì lo scorso 30 aprile  per sottoporsi a un interrogatorio da lui richiesto e sentito a lungo dalle parti, che al momento non sembra aver fatto cambiare idea agli inquirenti.

L’inchiesta che ha generato questo processo riguardava una maxi-fornitura di mascherine di dubbia qualità, importate a marzo 2020 dalla Cina durante l’ emergenza Covid, cioè un mese dopo la diffusione della pandemia in Italia, attraverso di Pini, trasformatosi imprenditore di import-export con l’Estremo Oriente. Su questa fornitura emersero in particolare rapporti  tra Pini e l’allora direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna in occasione di difficoltà ai controlli doganali. Per l’accusa i dispositivi prodotti in Cina, previsti in un appalto da 3.592.800 euro per l’Ausl Romagna, non avrebbero avuto però i requisiti necessari di idoneità per la commercializzazione in Italia e sarebbero stati importati tramite una falsificazione della documentazione di accompagnamento.

Sempre secondo la Procura di Forli sarebbe emerso un “pactum sceleris” nel quale Minenna avrebbe “accettato promesse in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica alle richieste di Pini in occasione di importazione di merci”. Sempre secondo quanto contestato dagli inquirenti, Pini aveva promesso a Minenna di “accreditarlo all’interno della Lega in modo che  venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo“.

Minenna, nell’ambito di quest’inchiesta era stato ristretto agli arresti domiciliari nel giugno 2023. Successivamente il tribunale del Riesame di Bologna il 7 luglio 2023,  aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico, disponendone la liberazione. La prossima udienza era stata prevista per oggi martedì 14 ottobre, con le arringhe degli avvocati Giovanni Maio e Alessandro Monteleone difensori di Gianluca Prati, all’epoca dei fatti responsabile del magazzino unico dell’Ausl Romagna, e dell’avvocato Carlo Benini difensore di Sergio Covato, all’epoca funzionario della prefettura di Ravenna. Se non ci saranno repliche si andrà a sentenza, oppure ci sarà un rinvio al 27 ottobre.

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