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3 Novembre 2025 06:34

Malagò: “Olimpiadi Milano Cortina 2026 faranno la storia”

Il presidente di Fondazione Milano Cortina 2026 ed ex numero uno del Coni al Forum internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione: "Saranno i Giochi dei territori, grazie a chi ha investito"

È scattato il countdown ufficiale: mancano meno di cento giorni all’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. Un traguardo simbolico che segna l’ingresso nell’ultimo miglio verso il grande appuntamento del 6 febbraio, quando l’Italia si riprenderà la scena olimpica vent’anni dopo Torino 2006. “Milano Cortina è il primo modello di un concetto di organizzazione delle Olimpiadi che farà la storia, siamo antesignani ma abbiamo dovuto ‘cucinare’ il piatto con gli ingredienti che avevamo a disposizione, delle realtà di grandissima eccellenza ma non vicini tra di loro. Ciò ci ha consentito di costruire un progetto di modello di organizzazione senza dover costruire altre opere nello stesso luogo. Milano Cortina sarà la prima Olimpiade con doppio titling, ma per il biathlon andremo a farle ad Anterselva e per il salto in Val di Fiemme. Su questa falsariga abbiamo costruito come viene chiamata al Cio l’Olimpiade dei territori e voglio ringraziare tante aziende che hanno investito su di noi” Sono le parole di Giovanni Malagò presidente di Fondazione Milano Cortina 2026, ed ex numero uno del Coni, .

Malagò: “Con Milano Cortina si farà la storia”

“Il progetto olimpico e paralimpico nasce dalle ceneri di un disastro, di una follia di una precedente amministrazione comunale che prevedeva che dovevamo fare i Giochi estivi a Roma. Con il dossier estivo si sarebbe dovuto risolvere obbligatoriamente il dossier degli stadi, avresti dovuto farli per il calcio maschile, femminile e del rugby a 7. Sappiamo quanto è difficile fare infrastrutture nel nostro paese, in tutti i settori. Se nell’ambito di una attività privata o pubblica c’è un ritardo è grave, ma se circoscritto non muore nessuno, nel caso degli eventi sportivi invece non può succedere, in quel giorno a quell’ora si accendono le tv e devi essere pronto. Ci si è aperta un’opportunità e invece del costume ci siamo ritrovati con la tuta da sci

“Non amo sostituirmi alle persone che hanno responsabilità e ruolo su altri temi e in questo caso la politica e i dicasteri preposti, ma per tanti anni al Coni ho sempre sostenuto una frase retorica, ‘la scuola è la madre di tutte le battaglie” ha aggiunto MalagòAbbiamo vinto così tanto ed è la verità, ma c’è un problema, siamo meno di 60 milioni. Stiamo invecchiando, a livello di vertice c’è un problema di numeri, statistico, e su quei numeri che sono sempre meno ti difendi valorizzando al massimo chi hai a disposizione, i tecnici e una serie di mestieri, dal mental coach alla nutrizione. Siamo arrivati tramite l’istituto di medicina prima degli altri ad aggredire questo valore aggiunto e oggi si è creata una formazione negli atleti di vertice nell’utilizzarlo”.

Il rapporto con il CIO e le istituzioni

Il lavoro del Cio? Senza di loro tutto questo non sarebbe possibile, – ha riconosciuto Malagò, sottolineando la collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale. – Sono attenti e collaborativi, giochiamo a carte scoperte, così come le istituzioni locali e governative“. Sul tema del mancato supporto europeo, emerso durante la visita della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola all’Università Bocconi, il presidente ha risposto sorridendo: «Qualcuno che arriverà dopo potrà essere più coinvolto. Non c’era nulla di critico, era solo una riflessione. Sono un europeista convinto».

Ritmi incessanti verso il grande giorno

Tanto è stato fatto, ma molto resta ancora da completare. Gli organizzatori lavorano giorno e notte per riuscire a realizzare un evento che sia all’altezza di Milano, della Lombardia e dell’Italia intera. “Il Comitato entra in azione piena solo nel momento in cui gli impianti vengono consegnati», ha precisato Malagò. Le emozioni, ha confessato il presidente di Fondazione Milano Cortina, sono forti come la responsabilità, che crescono giorno per giorno. E a chi gli ha chiesto se tutto sarà pronto per il prossimo 6 febbraio, la risposta è stata chiara a netta: “Deve esserlo“.

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