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19 Marzo 2024 11:39
19 Marzo 2024 11:39

Le tangenti e gli appalti di Lerario capo della Protezione civile ai soliti “amici degli amici”

La politica che non ci sta fa sapere di non voler mollare il tema. Il M5S sollecita la massima trasparenza sulle spese . Fratelli d'Italia con Ignazio Zullo chiama in causa la giunta, e Saverio Tammacco (Gruppo misto) che fa notare ripetutamente la "discrasia" cioè la non corrispondenza tra gli importi delle spese portate lo scorso luglio in commissione da Lerario e quelle presentate adesso nelle ultime ore dal suo successore
di Valentina Rito

Dal contenuto della prima informativa della Guardia di Finanza depositata a ridosso di Natale alla Procura di Bari sul sistema Lerario” emerge “La carenza di rotazione fra gli imprenditori assegnatari di appalti dalla Protezione civile è emersa già durante la prima fase delle indagini, focalizzata sull’edificazione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante” evidenziando la circostanza che “Taluni imprenditori sembrano poter vantare rendite di posizione in relazione al numero di affidamenti, di cospicuo valore economico, ottenuti sfruttando la discrezionalità della pubblica amministrazione nei casi di procedura negoziata”, annotano ancora gli investigatori”.

Affermazioni che si trovano allineate alla documentazioni presentate dal nuovo capo della Protezione civile, Nicola Lopane, alla Prima commissione regionale, dalle quali è venuta alla luce la ricorrenza delle ditte incaricate dal “sistema Lerario” e in cui compaiono una serie spese sostenute durante l’emergenza Covid che non corrispondono con quelle presentate pochi mesi fa dall’ex dirigente della protezione Civile Antonio Mario Lerario ai consiglieri . Ma non solo. Infatti analizzando e verificando nomi e numeri emerge che delle voci di spesa sarebbero sproporzionate rispetto alle reali attività svolte.

Questo modus operandi era applicato e reiterato anche con altri imprenditori, secondo le evidenze agli atti degli investigatori, con i quali Lerario intratteneva “abituali rapporti di frequentazione“, che sono stati documentati grazie a servizi di pedinamento e dall’ ascolto delle conversazioni intercettate Legami e rapporti che gli avrebbero fatto superare la legge che invece prevede ed impone la rotazione degli affidamenti, quando si utilizzano procedure semplificate come nell’emergenza, e vieta testualmente di invitare “il contraente uscente” di un determinato servizio o fornitura. Il “sistema Lerario” disapplicava queste norme, facendo sedere alla remunerativa tavola degli appalti della Protezione civile regionale sempre le stesse aziende.

Le aziende “preferite” da Lerario

La Item Oxygen di Altamura che in raggruppamento con la Cobar ha realizzato l’ospedale Covid alla Fiera della Levante, alla quale sono stati versati 3 milioni di euro per apparecchiature per la telemedicina, la cooperativa sociale Aliante di Bari onnipresente nei servizi domiciliari di tamponi dell’ASL Bari che è costato circa mezzo milione di euro, la Pubbliange Group, Spazio Eventi e Romano Exhibit) società queste alle quali Lerario aveva affidato degli appalti “spacchettandoli” sempre per l’allestimento degli hub, come si è scoperto da un’intercettazione delle Fiamme Gialle, in linea a quanto emerso dagli atti illustrati ai consiglieri regionali dai quali compaiono 488mila euro alla Pubbliange, 280mila euro alla Spazio Eventi e 391mila euro alla Romano .

Presente anche la società Elio Zema il cui attuale titolare Sigismondo Zema è stato oggetto perquisito il 24 dicembre), che ha incassato 18mila euro per attrezzature dell’hub vaccinale la cui spesa totale nei due anni si è attorno ai 2 milioni di euro e 28mila per i frigoriferi. Sono spuntati fuori 167mila euro per la “manutenzione” di un magazzino non identificato oltre a numerosi affidamenti per gli arredamenti della la sede della Protezione civile e della fabbrica di Dpi.

Fra le varie imprese a cuore del “sistema Lerario”, le aziende chiamate più frequentemente a realizzare strutture prefabbricate di emergenza, costate 9,5 milioni di euro in due anni compaiono la Cobar e la Dmeco Engineering aziende presenti anche nel capitolo di spesa per l’acquisto di dpi.

Le contraddizioni nascoste al Consiglio Regionale

Persino nei rapporti con le associazioni di volontariato emergono le incongruenze notate in Commissione sulle spese per altri ulteriori 2 milioni di euro. Per non parlare sugli oscuri 28,8 milioni di euro utilizzati per acquisti all’estero, dal noleggio di aerei cargo, agli accordi con poco trasparenti fornitori cinesi per portare i Dpi (le mascherine) in Puglia. Anche in questa circostanza guarda caso ricorrono molto spesso alcuni nomi ricorrenti come quello della Eifs Belt and Road, dalla quale sono stati acquistati materiale e macchinari per la produzione, per un conto totale di 18,4 milioni di euro.

Il presidente della commissione, Fabiano Amati, ha preannunciato che l’accertamento su voli dall’estero è qualcosa su cui “sarà necessario approfondire ulteriormente gli atti, poiché potrebbero presentare modalità diverse da quelle praticate negli affidamenti nazionali”, chiedendo al nuovo dirigente della Protezione Civile di fornire ulteriori dati sui preventivi di ogni appalto ed affidamento diretto.

Fabiano Amati (Pd) presidente della prima commissione Regione Puglia

Le spese per i Covid Hotel (fra vitto ed alloggio) arrivano a 7,4 milioni di euro . Anche in questo come di consueto sono stai assegnati degli affidamenti diretti per garantire ristorazione e pulizia negli alberghi. Nel primo caso l’appalto viene garantito da Il Casolare di Puglia, mentre nel secondo caso è la PuLisan che si occupa delle pulizie. Senza dimenticare 450mila euro versate alla Makingroup per garantire i pasti al personale in servizio presso l’ospedale Covid alla Fiera del Levante.

La politica che non ci sta fa sapere di non voler mollare il tema. Il M5S sollecita la massima trasparenza sulle spese per Covid hotel, hub vaccinali e associazioni di volontariato. Fratelli d’Italia con Ignazio Zullo chiama in causa la giunta: “Possibile che non sapeva e chi ha controllato che le forniture di beni e servizi siano arrivate tutte a destinazione?” a cui si aggiunge il consigliere Saverio Tammacco (Gruppo misto) che fa notare ripetutamente la “discrasia” cioè la non corrispondenza tra gli importi delle spese portate lo scorso luglio in commissione da Lerario e quelle presentate adesso nelle ultime ore dal suo successore Nicola Lopane.

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