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13 Giugno 2025 14:13

La procura di Forlì apre un’inchiesta per istigazione al suicidio dopo il servizio televisivo delle Iene

L’inchiesta è al momento a carico di ignoti come ha confermato al Corriere è il capo della Procura di Forlì, Maria Teresa Cameli

La procura di Forlì ha aperto un’inchiesta per il reato di istigazione al suicidio, in relazione alla morte di Roberto Zaccaria, il 64enne suicidatosi dopo il clamore mediatico esploso in seguito al servizio de Le Iene dove veniva additato come responsabile della morte di Daniele, il 24enne che il 23 settembre 2021 si era a sua volta tolto la vita. A confermarlo al Corriere della Sera è il capo della Procura di Forlì, Maria Teresa Cameli. L’inchiesa è al momento a carico di ignoti.

Sulla triste e squallida vicenda puntualmente è intervenuta l'”alzapalette di Stato”, cioè Selvaggia Lucarelli la giurata (pagata con soldi dei contribuenti-abbonati RAI) del programma “Ballando con le Stelle” che ha scritto su Il Domani : “Le Iene sono un programma socialmente pericoloso. Lo sostengo da anni, ho scritto numerosi articoli (l’ultimo due settimane fa) denunciando la disinformazione che la squadra di Davide Parenti continua a diffondere da Stamina in poi, ma il problema non è mai stato solo questo. Come più volte ho ricordato, il problema a monte è il metodo. Sono due decenni che si assiste allo scempio che le Iene fanno del giornalismo, che accettiamo le immagini di macchiette in giacca e cravatta all’inseguimento di persone per strada, sul proprio posto di lavoro, nelle proprie abitazioni private. A microfoni sbattuti sui denti per strappare manate e parolacce che serviranno a dimostrare chi è il cattivo, a errori grossolani, a giustizialismo spacciato per giustizia, a ghigliottina spacciata per giornalismo“.

Secondo noi chi dovrebbe vergognarsi di quello che scrive in realtà è proprio la Lucarelli, e non un programma come Le Iene che hanno consentito alla Magistratura ed alle Forze dell’ ordine di assicurare alla giustizia pedofili, truffatori, e delinquenti di ogni genere, mentre la Lucarelli passa le sue settimane ad alzare palette o a vivere sul suo telefonino ad imperversare sui social a giudicare e sparlare di tutto e di tutti. e sul cui giornalismo…non ci risultano benefici per la società civile e la giustizia.

sarà stato questo servizio trasmesso a suo tempo dalle Iene ad “inacidire” la Lucarelli con Le Iene e Davide Parenti ?

Selvaggia Lucarelli deve aver dimenticato nel suo (poco) illuminante giornalismo, quando è finita sotto processo a Milano insieme ai blogger Gianluca Neri e Guia Soncini, accusati per aver rubato segreti e immagini a personaggi dello spettacolo attraverso presunti accessi abusivi nei loro account di posta elettronica. La sua salvezza processuale è stata la decisione del giudice dell’XI sezione penale del Tribunale di Milano, Stefano Corbetta, nel trasformare le imputazioni di “accesso abusivo a sistema informatico“, l’”intercettazione illecita di comunicazioni” e la violazione di corrispondenza oggetto delle querele e riportate nel capo d’imputazione avanzato dalla Procura di Milano, riqualificando la contestazione del pm Colacicco in un altro reato la “rivelazione del contenuto di corrispondenza” per il quale il Tribunale ha dichiarato il proscioglimento “per mancanza di querela” da parte delle presunte parti offese, ovvero la Canalis e la Fontana , così assolvendo così tutti gli imputati . E così la “tuttologa” di Civitavecchia si è salvata da una condanna pressochè certa.

Agli imputati, con vari ruoli, nell’inchiesta del pm Grazia Colacicco, veniva contestato di aver violato l’account di posta elettronica della show girl Federica Fontana, ospite al compleanno di Elisabetta Canalis nella villa di George Clonney sul lago di Como. Durante il compleanno della Canalis ,  Felice Rusconi marito  Federica Fontana, aveva scattato 191 fotografie che poi aveva inviato via email agli invitati a Villa Oleandra. “L’interno della villa fino a quel momento non era mai stata fotografato – ha spiegato il pm Colacicco nel corso dell’udienza,  in cui aveva chiesto pene fino a 1 anno e 2 mesi, – e quegli scatti avevano anche un notevole valore commerciale”.

Gli imputati, secondo l’accusa sostenuta dalla Procura di Milano, una volta entrati in possesso delle immagini – che avrebbero ottenuto “hackerando” l’accesso all’account di posta di Felice Rusconi – avrebbero tentato di venderle tramite il fotografo Giuseppe Carriere al settimanale Chi. La vendita di quelle fotografie però non è andata in porto perché il direttore della rivista, Alfonso Signorini, ha correttamente avvertito la Canalis. Eh si, è questo il giornalismo “sano”… idealizzato dalla Lucarelli !

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