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18 Maggio 2024 22:12
18 Maggio 2024 22:12

La Corte di Appello revoca la confisca ai Catapano richiesta dalla D.D.A. e dalla D.I.A. di Lecce

È stato dimostrato che i Catapano hanno svolto un' attività imprenditoriale nel campo delle forniture ittiche, per un giro d'affari di circa due milioni e mezzo di euro, regolarmente fatturati, ma non dichiarati al fisco quindi in totale evasione fiscale
di Valentina Rito

Dopo solo 4 giorni dall’ annunciata confisca del patrimonio dal valore di oltre 5 milioni di euro riconducibile a Giuseppe Catapano, 51enne di Taranto, operante nel settore della commercializzazione di mitili ritenuto socialmente pericoloso sulla base delle risultanze emerse dalla indagini condotte dalla D.I.A. e coordinate dalla D.D.A. di Lecce e a seguito di vicende giudiziarie conclusesi a suo carico con condanna per associazione di tipo mafioso, estorsione e violazione della disciplina sulla detenzione delle armi, la Corte di Appello di Lecce sezione distaccata di Taranto, ha revocato la confisca e disposto la restituzione di quanto prima sequestrato e poi confiscato in favore di Catapano Emanuele, Fuggetti Anna e Catapano Cosimo.

Gli avvocati Gaetano Vitale e Luigi Esposito difensori di Catapano hanno fatto valere la legalità dell’operato commerciale di Catapano che dopo aver espiato le proprie pene non ha più commesso alcun reato penale, e sulla presunta e attuale “pericolosità sociale qualificata”del capofamiglia, i giudici hanno fatto rilevare che le sue condotte illecite sono datate e risalgono a quando l’imputato era ancora minorenne. Anche per quanto riguarda l’asserita appartenenza ad una consorteria mafiosa, i giudici dell’appello hanno dato peso al tempo: “sono trascorsi circa 25 anni dal termine della condotta di partecipazione al sodalizio mafioso“.

È stato dimostrato inoltre che i Catapano hanno svolto un’ attività imprenditoriale nel campo delle forniture ittiche, per un giro d’affari di circa due milioni e mezzo di euro, regolarmente fatturati, ma non dichiarati al fisco quindi in totale evasione fiscale. La circostanza che i proventi leciti non siano stati dichiarati ai fini fiscali, riconoscono i giudici, non ha una rilevanza penale ma amministrativa, e peraltro non è mai stata contestata ed imputata nel corso del procedimento.

Il passaggio più importante della decisione della Corte di Appello di Lecce

Valutazioni queste che hanno indotto la Corte di Appello, in nuova composizione, a disporre la restituzione di beni immobili e mobili, quote societarie e somme di denaro per un valore di oltre due milioni di euro annullando il decreto di confisca emesso a novembre del 2020 dal Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce.

Sentenza-Catapano_Lecce

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