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28 Settembre 2023 05:27
28 Settembre 2023 05:27

Khashoggi ed altri giornalisti persone dell’anno per il Time: “Sono i guardiani della verità”

È la prima volta che vengono scelti i reporter. La motivazione: «Per l’imperfetta ma essenziale ricerca dei fatti»

di Federica Gagliardi

Il giornalista saudita Jamal Khashoggi i reporter definiti “guardiani” sono stati scelti come “persona dell’anno” da Time Magazine. “Per avere assunto grandi rischi nel perseguire verità più grandi, per l’imperfetta ma essenziale ricerca dei fatti, per far sentire la propria voce e dire la propria, i Guardiani Jamal Khashoggi, la Capital Gazette, Maria Ressa, Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono persona dell’anno del Time“, recita la motivazione addotta dal giornale.

Khashoggi è stato ucciso il 2 ottobre scorso all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul. Capital Gazzette, invece, è il giornale di Annapolis, in Maryland, dove lo scorso 28 giugno un uomo ha aperto il fuoco uccidendo cinque dipendenti. Quanto a Maria Ressa, è una giornalista filippina che guida il sito di informazione Rappler preso di mira dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, infine, sono i due giornalisti di Reuters arrestati in Birmania, condannati a sette anni di carcere per il loro lavoro di documentazione delle violenze contro la minoranza Rohingya.

È la prima volta che dei giornalisti vengono scelti come persona dell’anno dal magazine, che assegna questo titolo dal 1927. Inoltre, è la prima volta che una persona morta viene scelta come personalità più significativa dell’anno in corso. Visto che quest’anno il titolo di ’persona dell’anno 2018’ è condiviso, Time ha scelto di pubblicare quattro prime pagine diverse, una copertina per ogni giornalista o squadra di giornalisti.

I reporter hanno dunque avuto la meglio su Donald Trump, già persona dell’anno 2016, che i bookmaker davano per favorito anche quest’anno. È la seconda volta consecutiva che il Time sceglie un gruppo e non una sola persona. Nel 2017 aveva scelto le persone che hanno “rotto il silenzio” contro le molestie sessuali con il movimento #MeToo, scatenando una serie di accuse contro gli uomini di potere nel mondo.

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