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13 Settembre 2025 18:57

Il mistero sulla tangente di 30mila euro sull’ appalto all’Università Parthenope. Sotto inchiesta dipendenti della tedesca Dussmann

Inchiesta sulla tangente per l’assegnazione del servizio nell’ateneo. Rientra in Italia l’imprenditore Massimo Cirillo, atteso dai domiciliari. Ma esiste davvero e chi è il “pubblico ufficiale non identificato” a cui avrebbe dovuto consegnare la mazzetta?

Un’inchiesta dei carabinieri coordinata dai pm Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri della Dda di Napoli ha svelato un presunto sistema di corruzione nell’assegnazione degli appalti nel settore ambiente. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, istigazione alla corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio.

L’ ordinanza cautelare della procura napoletana riporta una ricostruzione dettagliata con riguardo alle condotte criminose oggetto del procedimento e alla illustrazione delle fonti di prova”, basata su intercettazioni ambientali, e buste contenenti mazzette di danaro scambiate per strada, su affari e strategie corruttive pianificate in centri commerciali, bar e ristoranti puntualmente registrate e filmate dagli investigatori che hanno documentato gli incontri utilizzando microspie e microfoni direzionali per provare i i presunti accordi finalizzati a creare un meccanismo di appalti pilotati.

Negli incontri verrebbe sarebbe fatto riferimento a, accordi elettorali con sindaci, ex dipendenti, corrotti con somme considerevoli. Un”inchiesta basata su 60mila atti conservati in voluminosi faldoni, tra cui compare anche il nome di Antonio Garofalo rettore della Università Parthenope di Napoli, che è stato sospeso per 12 mesi per una ipotesi di turbativa d’asta, il qualesecondo la procura si sarebbe occupato di modificare una gara d’appalto per un servizio triennale di pulizie al fine di favorire la Dussmann Service spa.

Antonio Garofalo nato a Caserta 56 anni fa è arrivato al ruolo di direttore, di un’università nonostante una storia personale equivoca e borderline. Le persone più vicine a lui, stanno a Napoli. Il più vicino a Garofano, è ritenuto Massimo Cirillo, originario di Torre del Greco. L’ accoppiata compasta da Nicola Ferraro, che secondo gli inquirenti è totalmente “organico” al pericoloso clan dei casalesi, e Domenico Romano che ha contatti storici con il “clan Nuvoletta” di Marano ed il “clan Alfieri” di Nola, aveva raggiunto un’intesa di rappresentanza. con la Dussmann, la società multinazionale tedesca rappresentata nel centro sud d’ Italia da due manager napoletani: Mauro Marchese institore per il centro sud, attualmente residente a Milano, ed Eugenia Iemmino responsabile del settore gare e contratti.

Paolo Onofrio, uomo di strettissima fiducia di Domenico Romano e quindi di Nicola Ferraro, si muoveva dietro le quinte di diverse università al fine di consentire alla Dussmann di aggiudicarsi in maniera molto poco chiara gli appalti. Ed è stato proprio Onofrio a contattare Massimo Cirillo, privilegato amico del Rettore Antonio Garofalo. Secondo la Procura di Napoli, comne si legge a pagina 128 dell’ordinanza, le azioni di Onofriodenotano una innegabile professionalità nel compimento delle attività di infiltrazione nelle pubbliche amministrazioni allo scopo di condizionare le procedure di gare che estende i suoi effetti anche in altre regioni italiane”. Sull’attualità del pericolo, gli inquirenti hanno rilevato che Onofriopur avendo la Dussmann rinunciato ai suoi servizi” risultava collaborare con una società nel settore delle pulizie. Un consulente che “la Dussmann, multinazionale tedesca di rilevanti dimensioni, ha assunto pure essendo egli gravato da una precedente condanna per bancarotta fraudolenta”. Sulla posizione di Mauro Marchese,pur avendo la Dussmann revocato la procura institoria, ben potrebbe in assenza di provvedimenti cautelari ricevere un rinnovato incarico”. Rispetto alla Iemmino, “pur essendo stata trasferita presso altro ufficio che si occupa di ‘progettazione e sviluppo gare’ rientra pur sempre nel quadro organico della multinazionale”.

La Procura ha disposto per Marchese e Iemmino la misura interdittiva del “divieto temporaneo di 12 mesi di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese”. Per Paolo Onofri sono stati invece disposti gli arresti domiciliari per problemi di salute.

La vicenda in questione era l’affidamento dal valore di circa 4milioni di euro per il servizio triennale di pulizie dei locali, che vedeva in competizione due player importanti del settore: la Romeo Gestioni spa, società conosciutissima a Napoli ma anche nel resto di Italia (gruppo editore dei quotidiano il Riformista e l’ Unità n.d.r.) , e la Dussmann Service spa. Secondo gli inquirenti Mauro Marchese, avrebbe già concordato il tutto con Romano e Ferraro, contatta Paolo Onofrio il cui nominativo gli sarebbe stato indicato da Romano. Onofrio, si occupa di contattare attraverso Massimo Cirillo il rettore Garofalo.

Per come era stata strutturata la procedura di gara, la Dussmann difficilmente avrebbe pututo aggiudicarsi quell’appalto, o comunque difficilmente avrebbe ottenuto i vantaggi economici che aspirava di poter ottenere. Secondo la carte dell’incjhiesta viene proposto al Rettore di compiere un atto piuttosto a rischio, attraverso la revoca della gara d’appalto, sostituendola stessa con quello che viene definito un accordo quadro che , per spiegarlo meglio ai lettori, è un’intesa tra un’azienda pubblica e un’impresa privata che costituiscono una specie di global service, ossia una serie di servizi. E non riteniamo più soltanto quello delle pulizie, originariamente oggetto della gara d’appalto, mediante requisiti e meccanismi in grado di far prevalere la Romeo Gestioni sulla Dussmann. in quanto nella rosa di servizi richiesti, erano stati inseriti quelli di portierato e vigilanza dei locali dell’università, attività per le quali la Romeo Gestioni sembrava in grado di offrire una qualità migliore di Dussmann.

Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Napoli il Rettore Garofalo , avrebbe eliminato dalla proposta di accordo quadro questi due servizi , così creando artificiosamente, con un piano predestinato a monte, le condizioni per stipulare l’accordo quadro con Dussmann. L’accordo raggiunto dal “gruppetto” di fatto costituito da Nicola Ferraro e Domenico Romano è ritenuto fondamentale, perché viene data alla Dussmann e al suo rappresentante per il centro sud Mauro Marchese, la disponibilità decisiva di Paolo Onofrio, fiduciario di Domenico Romano ma soprattutto persona che conosce molto bene cosa fare per mettere in funzione il sistema corruttivo nei confronti del Rettore Antonio Garofalo. Manovre corruttive grazie alle quali, Domenico Romano e Nicola Ferraro, portano a casa 160mila euro cioè una tangente del 4% sul valore dell’ appalto, così creandoo condizioni di buon vicinato con la società Dussmann che gli avrebbe affidato numerose altre operazioni di questo tipo.

Secondo la Dda di Napoli una volta affidato l’appalto sarebbe stata consegnata la somma di 30 mila euro a Massimo Cirillo (si ritiene da Marchese, Iemmino o chi per loro) che sempre il Cirillo avrebbe recapitato a sua volta ad un pubblico ufficiale non ancora meglio identificato, all’interno dell’Università Parthenope. L’ipotesi accusatoria che i magistrati napoletani si sono fatti, è che questi 30mila euro siano finiti nelle mani di Antonio Garofalo, anche se in questo caso sarà necessario e dondamentale che Domenico Romano faccia le stesse analoghe confessioni che ha fatto su altre situazioni, perché sarà un po’ difficile dimostrare, a meno che Cirillo non abbia riferito a Paolo Onofrio l’identità di questo “misterioso” pubblico ufficiale ricettore della tangente, che questi soldi siano finiti nelle tasche del rettore. Ci sarebbe stata anche un’ altra regalia sospetta, e cioè una vacanza extra lusso nella prestigiosa località turistica greca di Mykonos, sempre a favore del citato Rettore raggiunto sull’amico dall’amico Cirillo.


Contestata a tutti l’accusa di corruzione in concorso, aggravata dal aver favorito gli interessi, ai sensi del articolo 416 bis comma 1 del c.p., del clan dei Casalesi che si incarnerebbe nella figura di Nicola Ferraro. Corruzione e riciclaggio sono le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, nelle 17 misure cautelari eseguite martedì dai Carabinieri del comando provinciale di Caserta; molte delle quali hanno raggiunto colletti bianchi e politici. Tra questi ultimi Giuseppe Guida, sindaco sospeso di Arienzo (Ce), fino a martedì scorso coordinatore di Forza Italia, e l’ex consigliere regionale campano dell’Udeur ed ex imprenditore del settore rifiuti di Casal di Principe (Ce) “condannato in via definitiva”, si legge nell’ordinanza composta da 133 pagine, per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan dei Casalesi.

Tra i clienti della Dussmann per servizi di portierato e manutenzione e di pulizia negli immobili regionali compare la Regione Puglia, . La Dussmann inoltre è stata aggiudicataria anche di un appalto per la sanificazione e disinfezione di ambienti sanitari per le Asl pugliesi.




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