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18 Aprile 2024 20:05
18 Aprile 2024 20:05

Il consiglio dei ministri stanzia 680 milioni disponibili per l’aumento di capitale ex Ilva

Per realizzare questi obiettivi, le parti hanno convenuto "di modificare i patti parasociali incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e determinando gli impegni finanziari dei soci, con rispettivi impegni proporzionali alla quota azionaria".

Il Consiglio dei ministri ha esaminato ed approvato il decreto legge composto da 10 articoli relativi alle “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” presentato dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy e dal Ministero della Giustizia. Il decreto, come riporta una nota del Ministero di via Veneto prevede per l’ex Ilva che i 680 milioni, già stanziati, possano essere utilizzati fin d’ora quale “finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale. Ad essi si sommano il miliardo stanziato dal dl Aiuti bis e le risorse previste per il DRI e il Just transition fund“”. Il decreto legge prevede inoltre modifiche alla normativa per la attivazione delle procedure per l’amministrazione straordinaria in caso di insolvenza della società.

Un nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia, questo quanto illustrato in Cdm dal ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. L’accordo prevede l’impegno dei soci per: il rilancio sito produttivo e conseguenti garanzie occupazionali fissando dei target di produzione superiori a quelli conseguiti da Adi nell’ultimo biennio; la riconversione industriale per un impianto green e il risanamento ambientale con il completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nei tempi previsti; investimenti legati allo sviluppo industriale e al Polo di Taranto, come l’attivazione dei campi eolici ‘floating’, iniziative di economia circolare tramite il recupero dei sottoprodotti (cementificio), attivazione di impianti di desalinizzazione tramite il recupero delle acque dolci dei fiumi Tara e Sinni, lo sviluppo del porto tramite impianto di degassificazione Fsru galleggiante.

il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso

Per realizzare questi obiettivi, ha spiegato ancora Urso, le parti hanno convenuto “di modificare i patti parasociali incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e determinando gli impegni finanziari dei soci, con rispettivi impegni proporzionali alla quota azionaria“.

Il decreto legge prevede ulteriori norme tese a scoraggiare comportamenti dilatori nelle procedure di amministrazione straordinaria legando i compensi dei commissari straordinari ai risultati e alla durata della procedura stessa e ponendo un tetto massimo ai compensi degli amministratori giudiziari. Il dl contiene anche norme processuali penali per assicurare la continuità produttiva delle imprese di interesse strategico nazionale intervenendo sulla disciplina dei sequestri e su quella in materia di responsabilità penale per tutti gli stabilimenti di interesse nazionale.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che il Mimit ha convocato il Tavolo ex Ilva in data 19 gennaio con la partecipazione delle forze sociali, sindacati e associazione produttive, rappresentanti degli Enti locali, azionisti pubblici e privati in cui l’azienda illustrerà i piani di sviluppo e gli impegni industriali e occupazionali“.

Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm

Immediate le reazioni sindacali. “L’approvazione del provvedimento per l’ex Ilva, che prevede un finanziamento a fondo perduto di 680 milioni, è una resa incondizionata del Governo nei confronti della multinazionale. Un atto grave e irresponsabile, che non ha ascoltato le nostre grida di allarme. Riteniamo sbagliato concedere questa ingente somma di denaro pubblico senza reali garanzie occupazionali e produttive nè vincoli chiari sul futuro dell’ex Ilva. Questo provvedimento è l’ennesima occasione persa da parte di un Governo del nostro Paese, perché da una parte si consente una produzione minima che farà continuare a perdere economicamente, dall’altra parte si consente alla multinazionale di continuare ad avere mani libere che potrà portare alla chiusura definitiva dell’ex Ilva e di un asset strategico della siderurgia italiana” dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.

Secondo Palombella il provvedimento per l’ ex Ilva altro non è cheUn pannicello caldo che terminerà i suoi effetti nelle prossime settimane, dopo che verranno pagati i debiti con i fornitori energetici e con le ditte dell’indotto. Sono stati concessi 680 milioni di euro pubblici senza uno straccio di piano industriale. È una vergogna. Per questo confermiamo la nostra manifestazione dell’11 gennaio a Roma sotto Palazzo Chigi. Il Governo deve ascoltare i 20 mila lavoratori e le comunità interessate. No a forzature, saremo intransigenti per il bene dei lavoratori e il futuro della più grande acciaieria europea”.

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