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22 Settembre 2025 21:22

Guerriglia a Milano per lo sciopero per Gaza : 60 agenti feriti. La solita vergogna di una certa sinistra

Manifestazioni in tutta Italia, da Genova a Roma . Guerriglia alla Stazione Centrale di Milano . A Bologna sit in sull'A1. A Napoli e Torino a fuoco immagini della Meloni

Scontri a Milano con guerriglia alla stazione Centrale, autostrada bloccata a Bologna, tangenziale invasa dai manifestanti a Roma. In tutta Italia oggi 22 settembre mobilitazione per lo sciopero generale in solidarietà con Gaza e Paese bloccato tra stop a treni, trasporti e scuole. La settimana si è aperta manifestazioni nelle piazze, cortei, studenti in marcia ma anche porti, autostrade e tangenziali bloccate, sit in sull’A1 per “lottare al fianco della Palestina” e supportare la missione della Global Sumud Flotilla, in viaggio verso la Striscia. La premier Giorgia Meloni: “Indegne le immagini che arrivano da Milano“.

Ennesima vergogna dell’ Usb, una delle sigle sindacali che ha indetto lo sciopero, tutta questa guerriglia è un “grande successo”. Per l’Unione sindacale di base “sono milioni i lavoratori e le lavoratrici che stanno scioperando in tutto il Paese, dai porti come Genova e Livorno, alle scuole che hanno chiuso fino al 70% in alcune città, passando per i magazzini della logistica, le fabbriche e le amministrazioni pubbliche. A decine di migliaia sono scesi in piazza, con 100mila solo a Piazza dei Cinquecento a Roma, con le manifestazioni ancora in corso e che andranno avanti per tutta la giornata“.

Guerriglia urbana a Milano. 

Sono una sessantina i rappresentanti delle forze dell’ordine feriti negli scontri con i manifestanti pro Palestina. Ventitré – a quanto si apprende – quelli che hanno già avuto un referto, a cui se ne aggiunge una quarantina ancora in attesa. Gli scontri sono iniziati all’ingresso della Stazione Centrale, dove la polizia era schierata in tenuta anti-sommossa. I manifestanti hanno usato l’ingresso della metropolitana per accedere alla Stazione e sono stati respinti dalla polizia tra cariche e grida contro gli agenti. Nel grande atrio davanti allo scalo sono stati usati lacrimogeni per far defluire i manifestanti e un gruppo di viaggiatori, tra cui alcuni anziani, sono rimasti bloccati diversi minuti nella Galleria delle Carrozze.

I cancelli che affacciano su piazza Duca d’Aosta erano stati chiusi per impedire l’accesso ai manifestanti, così come i portoni a vetro di accesso alla stazione. Lì i viaggiatori si sono posizionati, mostrando il biglietto e chiedendo di poter entrare. “Fateci entrare, è pericoloso”, gridavano, spaventati di restare coinvolti negli scontri. Dopo diversi minuti, usando manganelli e lacrimogeni, le forze dell’ordine hanno respinto i manifestanti in piazza Duca d’Aosta, dove si sono spostati gli scontri prima di finire in via Vittor Pisani, il viale che collega la Stazione Centrale a piazza della Repubblica. I manifestanti hanno lanciato pietre e bottiglie e a sono stati respinti con lacrimogeni e manganellate. In via Vittor Pisani ha preso fuoco il balcone di un appartamento al quarto piano di un palazzo: i vigili del fuoco sono appena arrivati sotto lo stabile, mentre dalla strada si vedono fumo e fiamme.

La circolazione dei treni è stata sospesa dalle 14.40 fino alle 15.10 di oggi, con molti disagi per chi è in viaggio (i treni ad Alta velocità e gli Intercity, che erano stati garantiti malgrado lo sciopero indetto per oggi, stanno subendo ritardi fino a 120 minuti) per la presenza di un gruppo di manifestanti che hanno tentato di occupare lo scalo. Sono migliaia le persone che questa mattina, nonostante la pioggia battente, sono scese in piazza a Milano per la Palestina. Il corteo è partito poco dopo le 10 da piazza Cadorna. In testa lo striscione dell’Unione dei sindacati di base, che ha indetto la mobilitazione: “Bloccheremo tutto, fermare il genocidio”. Tantissimi gli studenti che partecipano alla manifestazione. “Come Unione degli Studenti non possiamo accettare che una missione umanitaria come la Global Sumud Flotilla venga attaccata da Israele per evitare che consegni beni di prima necessità ai civili palestinesi. È necessario che l’Occidente e lo Stato italiano condannino il genocidio palestinese e neghino a ogni azienda italiana di intrattenere rapporti commerciali con lo stato israeliano”, afferma Jessica Stefanini, portavoce dell’Unione degli Studenti Milano.

Il corteo è poi giunto in piazza della Repubblica, a poche centinaia di metri dal consolato Usa.Ci avviciniamo al consolato americano, il consolato complice. Lo Stato che ha le stesse responsabilità di quelle israeliane e sioniste”, hanno urlato gli organizzatori dalla testa del corto, prima di far partire il coro “assassini, assassini” all’angolo tra piazza della Repubblica e via Turati, dove ha sede il consolato. I manifestanti alla testa del corteo hanno quindi dato fuoco a una bandiera americana. Prima un momento di silenzio, in cui è stato fatto sentire il rumore dei droni che sorvolano Gaza. “È ora di alzare il volume”, hanno detto gli organizzatori. Il corteo è poi ripartito in direzione Stazione Centrale. “Gli Stati Uniti hanno enormi responsabilità per tutte le guerre degli ultimi anni”, hanno sostenuto i manifestanti.

Sono oltre una decina i manifestanti fermati per i disordini di oggi durante la manifestazione pro Gaza, dove sono rimasti feriti o contusi una sessantina di esponenti delle forze dell’ordine, dei quali 23 già portati in ospedale e certificati. Al momento alcune centinaia di persone sono ferme in via Vittor Pisani di fronte alla polizia in tenuta antisommossa

Il corteo a Roma

Quello di Roma è stato un corteo senza scontri al quale, si apprende, hanno partecipato circa 30mila persone: le forze dell’ordine hanno seguito e scortato la manifestazione fino ai cancelli dell’università. Una volta raggiunta La Sapienza, decine di studenti sono entrati nella facoltà di Lettere, tra le lezioni e le lauree in corso, e ne hanno dichiarato l’occupazione.

Il corteo romano per lo sciopero generale a sostegno della Palestina ha attraversato la Capitale da mattina a sera. Partito intorno alle 11 da piazza dei Cinquecento, il serpentone colorato e compatto ha percorso viale Cesare de Lollis, via Tiburtina e la Tangenziale Est ), occupando entrambe le carreggiate, fino a raggiungere dopo oltre 11 chilometri l’Università La Sapienza, intorno alle 17. Tra i manifestanti anche Liliana, che ha spiegato la sua partecipazione all’Adnkronos:Non voglio che un giorno i miei figli possano dire: tu dove eri? Quello che posso fare è manifestare e far vedere che non sono d’accordo, e boicottare tutti i prodotti che supportano Israele”. Secondo Mara, lavoratrice del pubblico impiego, si tratta di una prima volta: “Sono arrabbiata con chi poteva scioperare e non l’ha fatto, perché non si possono chiudere gli occhi. Io non ho mai scioperato per i rinnovi contrattuali, ma di fronte alla morte di persone, bambini e donne non si può stare a casa. Devono capire che c’è tanta gente contro questa guerra”. In piazza si sono ritrovati sindacati autonomi, studenti e organizzazioni solidali con la Palestina, tutti uniti da un obiettivo chiaro: bloccare la tangenziale e concludere il percorso all’interno dell’ateneo. Durante il passaggio, gli automobilisti fermi in coda hanno espresso solidarietà suonando i clacson, trasformando il traffico in un coro improvvisato di sostegno.In città anche negozi e ristoranti si sono uniti alla protesta con lo sciopero “delle serrande“.

Scuola e università, gli studenti in corteo

La Rete della Conoscenza, organizzazione che racchiude LINK-coordinamento universitario e l’Unione degli Studenti, ha aderito allo sciopero indetto dall’USB- Unione sindacale di base, insieme a altri sindacati di base, “contro il genocidio palestinese e per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza“. “Come Rete della Conoscenza – dice Francesca Cantagallo, nuova coordinatrice nazionale dell’organizzazione – saremo nelle piazze di tutto il Paese per lottare al fianco della Palestina, contro il genocidio che Israele sta compiendo nei territori occupati e a Gaza e per denunciare la complicità dello stato italiano in questo genocidio. L’Italia non ha mai cessato l’invio di armi e il supporto logistico all’esercito israeliano, anzi ha rinnovato i rapporti commerciali con lo stato criminale di Israele”. L’organizzazione giovanile oggi ha aderito a livello nazionale, partecipando nelle piazze organizzate in tutta Italia, dopo che, nei giorni scorsi, ha organizzato presidi e manifestazioni nelle scuole e nelle università, fino a davanti al MIM, ministero dell’istruzione e del merito, il primo giorno di scuola.

“Chiediamo con forza al governo di cessare immediatamente il supporto ai crimini di guerra che Israele sta perpetrando, fermando l’invio di armi. Come studenti e giovani chiediamo a scuole e università l’immediata cessazione degli accordi con Israele e le aziende belliche -dichiara Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – è inaccettabile che studenti in tutto il Paese vengano mandati a svolgere formazione scuola-lavoro in aziende che producono armi”.

Gli studenti sono molto critici verso gli accordi che le università hanno stretto con aziende produttrici di armi, come la Leonardo S.p.A., che Arianna D’Archivio, coordinatrice nazionale di LINK, definisce “aziende di morte”, e chiede che ogni tipo di accordo e protocollo d’intesa con le università venga eliminato “perché è inaccettabile che le università diventino luoghi in cui produrre armi utilizzate contro studenti e popolazione civile di altri Paesi. I giovani chiudono con lo slogan dello sciopero nazionale studentesco del 14 novembre: “Un’altra scuola, un altro mondo è possibile”.

Bologna

A Bologna più di un migliaio di manifestanti hanno bloccato Autostrada e tangenziale, dopo aver scavalcato per accedere alle corsie. Reparti delle forze dell’ordine hanno fatto ricorso all’idrante per sgomberare l’Autostrada e la tangenziale. Ripresa la circolazione, sono però proseguite le tensioni. Secondo quanto comunicato dalla Questura, circa 20-30 manifestanti a volto coperto sono scesi lateralmente verso le aiuole e hanno raccolto mazze e pietre dal cantiere sotto il ponte, lanciandole verso gli agenti. La maggior parte del corteo è sceso su via Ferrarese verso il centro. Il gruppo di manifestanti sull’aiuola si sarebbe ingrossato fino a raggiungere i 200-300 membri, che hanno preso posizione su via Stalingrado, nei pressi del Tecnopolo, per bloccare la circolazione, usando anche tronchi e transenne. Alcune bottiglie di vetro sono state lanciate verso Le forze dell’ordine, che hanno usato lacrimogeni e qualche carica per avanzate. I manifestanti hanno indietreggiato lungo via Stalingrado, lanciando tra i vari oggetti anche biciclette. Al momento risultano 8 fermati.

Stamattina il corteo, partito questa mattina da piazza Maggiore. Secondo le stime della Questura, i partecipanti sarebbero tra i 10mila e i 12mila. Gran parte del corteo è sfilato davanti alla Stazione centrale, blindata dalle forze dell’ordine, dove si è verificato il lancio di uova e alcuni fumogeni nei confronti dei reparti schierati. Dal ponte di via Stalingrado sono poi stati lanciati alcuni fumogeni sui binari e uno pneumatico incendiato. Non ci sono stati problemi per la circolazione ferroviaria.

Questa mattina sono stati anche bloccati gli accessi principali del Rettorato, nello specifico Giurisprudenza e Matematica. I manifestanti dei collettivi Cua e Cambiare Rotta hanno posto transenne davanti agli ingressi su via Zamboni. Risultano aperti quelli posteriori. “In occasione dello sciopero generale per Gaza, e in continuità con le tante iniziative a sostegno del popolo palestinese, il Comune di Bologna espone per la giornata di oggi, 22 settembre, la bandiera della Palestina dalla facciata di Palazzo d’Accursio”, è quanto si legge in un comunicato del Comune di Bologna.

Marghera

Un corteo formato da circa 15mila manifestanti Pro Pal che intendevano entrare a Porto Marghera per bloccare le attività portuali, è stato respinto dalla polizia in assetto antisommossa con gli idranti costringendo il corteo a indietreggiare. Gli attivisti si erano dati appuntamento in mattinata nell’ambito dello sciopero generale indetto dai sindacati di base che in Veneto ha visto un’alta adesione nel trasporto pubblico, nelle scuole e nelle università. A Venezia alcuni studenti hanno occupato il rettorato di Ca’ Foscari.

Genova

È arrivato in piazza De Ferrari, a Genova, il corteo partito nel primo pomeriggio da via Albertazzi, dove già da questa mattina si era concentrato un presidio di manifestanti a sostegno della Global Sumud Flottilla e delle iniziative promosse dal movimento pro Pal. Alla manifestazione partecipano circa 20 mila persone, tra cittadini, attivisti e associazioni che hanno voluto esprimere la loro solidarietà e richiamare l’attenzione sulle tematiche portate avanti dal movimento. Durante il percorso, il corteo ha attraversato le principali vie della città, passando per il porto e i quartieri limitrofi, creando un momento di visibilità significativa per le richieste dei partecipanti.

In un tratto del percorso, un gruppo di manifestanti ha cercato di bloccare l’ingresso di Genova Ovest dell’autostrada; il tentativo è però riuscito solo parzialmente, a causa della presenza delle forze dell’ordine schierate per garantire la sicurezza e il regolare flusso del traffico. Nonostante il momento di tensione, la manifestazione si è svolta complessivamente in maniera pacifica, con slogan, bandiere e striscioni che hanno accompagnato il corteo fino al suo arrivo in piazza De Ferrari, punto simbolico della città e luogo di ritrovo per eventi pubblici e manifestazioni civili.

Stamattina la mobilitazione era partita con il blocco del varco portuale Albertazzi, a Genova, è partita l’annunciata giornata di mobilitazione organizzata dai sindacati di base per la Palestina. Dalle 6 di stamani bloccato anche il varco Valessini, dove si sono registrate lunghe code di auto e pullman davanti al varco.

Torino

Anche a Torino, come in molte altre città italiane, è iniziata la giornata di mobilitazione indetta a sostegno della popolazione palestinese promossa dai sindacati di base. Dopo aver bloccato gli ingressi al campus universitario Einaudi, gli studenti universitari hanno attraversato il centro città e si sono diretti in piazza Arbarello dove si sono uniti agli studenti medi in corteo verso piazza Carlo Felice, davanti alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, al presidio promosso dai sindacati di base per lo sciopero a sostegno del popolo palestinese.

Blocchiamo tutto’ e ‘Non un euro per la guerra’ sono gli striscioni che, accompagnati dallo slogan ‘Free Palestine’, hanno aperto il corteo in partenza da piazza Carlo Felice. Migliaia le persone presenti in piazza. In prima fila le bandiere di Cub e Usb a cui si sono alternate quelle della Palestina. Un gruppo di manifestanti ha poi bruciato durante il corteo, davanti alla ex Microtecnica, un manifesto raffigurante Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu. Un gruppo di manifestanti, durante la marcia a metà di via Madama Cristina ha deviato in via Valperga Caluso e una volta raggiunto corso Sommelier, attraverso un ingresso laterale è sceso fino ai binari lungo i quali transitano i treni da e per Porta Nuova. Sui binari bloccati alcune centinaia di persone. La circolazione ferroviaria è stata immediatamente sospesa.

Il corteo dei manifestanti ha poi raggiunto Piazza Vittorio percorrendo, nell’ultimo tratto, i Murazzi del Po, dove ad attenderli in acqua alcune canoe che hanno percorso, tra gli applausi, per un breve tratto il fiume a remi, sventolando bandiere palestinesi. Sul ponte di corso Vittorio è stato lo striscione con la scritta ‘Rompere con Israele‘. Intanto, spezzone degli studenti si è diretto, sempre lungo i binari, verso la stazione ferroviaria di Torino Lingotto, mentre un altro gruppo si è radunato in presidio davanti all’ospedale Molinette bloccando gli automobilisti per sensibilizzarli sulla causa palestinese.

Napoli

Bandiere palestinesi, ma anche striscioni contro la Coppa America a Napoli, invocando invece interventi per la spiaggia pubblica, per il lavoro, per interventi a favore degli sfollati per la crisi bradisismica. È in corso il corteo nei pressi della Base Nato a Bagnoli, a circa un chilometro dall’istituto scolastico Rossini, dove tra poco il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugurerà l’anno scolastico, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Sono presenti poco meno di 200 manifestanti, tra cui i comitati di Bagnoli. Tra i vari striscioni si legge: “Senza casa, lavoro e mare, cosa c’è da inaugurare?”.

Stamattina alcuni attivisti hanno bruciato l’immagine della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu durante il corteo.

Firenze

Con gli slogan “Blocchiamo tutto” e “Palestina libera” ha preso il via a Firenze la manifestazione promossa dai sindacati di base nell’ambito dello sciopero generale in solidarietà con Gaza. Migliaia di persone si sono radunate presso la rotatoria all’uscita dell’autostrada A1 di Calenzano (Firenze), bloccando già intorno alle 8,30 il traffico e causando disagi significativi all’accesso e all’uscita del casello autostradale, che poi è stato chiuso.

In apertura del corteo i giovani palestinesi, seguiti da sindacati di base, studenti, insegnanti, associazioni, movimenti e molti cittadini comuni. Una grande bandiera della Palestina è stata posizionata sulla “Ruota del tempo”, l’opera dell’artista israeliano Dani Karavan situata proprio nella rotonda all’ingresso dell’autostrada. Il corteo è diretto verso Campi Bisenzio e Capalle, con l’intenzione di passare davanti alla sede della Leonardo e poi alla ex Gkn, nei pressi del centro commerciale I Gigli. La manifestazione si concluderà nel parcheggio antistante la piscina comunale di Calenzano.

Trieste

In piazza della Libertà, secondo gli organizzatori, si sono radunate circa settemila persone e una parte s’è diretta a presidiare l’accesso al porto. Si segnalano tensioni con la polizia, con lanci di sassi da una parte e lacrimogeni dall’altra. Alla manifestazione ProPal organizzata oggi a Trieste, in concomitanza con lo sciopero generale dei sindacati, anche la cantante Elisa, all’anagrafe Elisa Toffoli

Cagliari

Grande manifestazione anche Cagliari a sostegno della causa palestinese. Circa 15 mila hanno attraversato il centro della città, fra di loro tantissimi studenti che hanno saltato le lezioni. La testa del corteo è arrivata a via Roma da viale Regina Margherita mentre la coda si trovava ancora a piazza Yenne. Cori per la Palestina, contro le politiche del governo Netanyhau e contro tutti i fascismi accompagnano la marcia tra bandiere della Palestina e della Pace.

Palermo

Sono migliaia le persone che hanno sfilato in corteo per le strade del centro di Palermo per chiedere la pace in Palestina. Un corteo molto colorato, con numerosi giovani, studenti, di ogni ordine e grado, che hanno sfilato con le bandiere della Palestina. Il corteo è partito dal Teatro Massimo.

Pescara

Diverse migliaia di persone hanno preso parte oggi alla manifestazione a sostegno di Gaza, organizzata in concomitanza con lo sciopero nazionale promosso da Usb e dalle sigle sindacali di base (Cub, Adl, Sgb). Durante il corteo non sono mancati cori come “Free Free Palestine”, “Palestina libera”, “Siamo tutti antifascisti”, “Siamo tutti antisionisti”, “Siamo il futuro che si ribella”. In apertura del lungo serpentone, c’era un grande striscione con scritto “Nessuno tocchi la flottiglia”. Il raduno è iniziato in piazza Sacro Cuore, per poi proseguire lungo le vie principali del centro cittadino, tra slogan, applausi, cartelli e fumogeni, fino a piazza Unione, dove si è tenuto il comizio conclusivo. A caratterizzare la manifestazione, un gran numero di bandiere: quelle del sindacato, della pace e, soprattutto, i vessilli palestinesi. Accanto a Usb Abruzzo hanno partecipato associazioni e collettivi, tra cui Mediterranea, Cub, Oltre il Ponte, Forum H2O, Rifondazione Comunista e Anpi Pescara, insieme a tanti studenti.

“Israele è uno Stato terrorista e genocida – hanno affermato i promotori – che, nonostante le condanne delle Nazioni Unite, continua con brutalità il massacro del popolo palestinese sia a Gaza che in Cisgiordania. E lo fa con il sostegno, salvo poche prese di posizione di facciata, di Stati Uniti, Unione Europea e del cosiddetto ‘Occidente collettivo’, che continua a fornire armi e risorse economiche al sionismo”. Secondo gli organizzatori, “se Israele ostacola la Global Sumud Flotilla, impedendo la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese o, peggio, attaccando equipaggi e attivisti a bordo delle imbarcazioni, occorre reagire. Bisogna interrompere i rapporti commerciali con Israele, bloccare i porti, scioperare e spezzare l’assedio”. I manifestanti si sono definiti “equipaggio di terra a sostegno della flottiglia”, rivendicando la necessità di “proteggere i nostri fratelli e le nostre sorelle in mare” e di “fermare il massacro”. Massiccia presenza di forze dell’ordine.

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