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7 Dicembre 2024 19:46

Dalle lacrime di Soumahoro alle minacce di querela di Liliane Murekagtete, la magistratura scopre un castello di bugie

Il Gip Giuseppe Molfese nelle motivazioni di rigetto dell'istanza, ha invece evidenziato come non sia possibile revocare il provvedimento cautelare in quanto Liliane Murekatete sarebbe stata perfettamente consapevole ed attiva operativamente nella partecipazione del meccanismo fraudolento. Inoltre il giudice ha messo in chiaro un probabile sotteso interesse economico in quanto la donna ha continuato ad essere pagata dalla cooperativa Karibù.

I magistrati della procura di Latina non ci hanno messo molto a scoprire il “bluff” di Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e a rigettare la richiesta di sospensione del provvedimento di interdizione nell’inchiesta sulle cooperative Karibù e Aid. Mentre la Murekatete affermava di non aver avuto ruoli nella cooperativa in quanto era in gravidanza, i magistrati hanno ritrovato documenti gestionali firmati da “lady Soumahoro” e riscontrato come la stessa abbia percepito lo stipendio regolarmente dal 2018 al 2021.

Liliane Murekatete

Perdono quindi “peso” e consistenza i documenti consegnati dalla donna e dal suo legale Lorenzo Borrè ai magistrati di Latina nel corso dell’interrogatorio avvenuto lo scorso 12 dicembre. Il dossier depositato dalla difesa avrebbe voluto dimostrare la sua estraneità alle evidenze a fondamento delle accuse emerse dall’inchiesta. Il Gip Giuseppe Molfese nelle motivazioni di rigetto dell’istanza, ha invece evidenziato come non sia possibile revocare il provvedimento cautelare in quanto Liliane Murekatete sarebbe stata perfettamente consapevole ed attiva operativamente nella partecipazione del meccanismo fraudolento. Inoltre il giudice ha messo in chiaro un probabile sotteso interesse economico in quanto la donna ha continuato ad essere pagata dalla cooperativa Karibù.

l’ avvocato Lorenzo Borrè e Liliane Murekatete

La linea difensiva durante l’interrogatorio a cui la donna non ha voluto sottoporsi avvalendosi della facoltà di non rispondere, preferendo presentare il dossier era stata indirizzata su un argomento “chiave”: la moglie di Soumahoro all’epoca dei fatti a suo dire non sarebbe stata a conoscenza di quello che accadeva nelle cooperative gestite e controllate dalla madre. Il giudice ha però fatto chiarezza spiegando che le cose starebbero diversamente, in quanto la Murekatete avrebbe continuato a ricevere lo stipendio e la sua presenza sarebbe riscontrabile da alcune firme sui documenti in mano agli inquirenti. Infine il Gip Molfese ha rimarcato che anche in gravidanza, Liliane Murekatete ha continuato a partecipare a tutte le attività. Adesso la battaglia della difesa, persa davanti al Gip, si sposta davanti ai giudici del Riesame.

Questa non è la prima volta che “lady Soumahoro” sostiene qualcosa che subito dopo viene smentita dai fatti. Da sempre sostiene estraneità nella gestione della cooperativa, ma già qualche settimana fa sono venuti alla luce gli screenshot di alcuni suoi messaggi scambiati con ex dipendenti che indicavano come fosse pienamente cosciente di quanto accadeva nella cooperativa, in particolare per le fatture non pagate.

Un’altro episodio in cui lady Soumahoro è stata smentita è stato quella delle foto “hot” pubblicate qualche settimana fa e rilanciate online da diversi siti web. Lei ha sostenuto con determinazione di non aver mai dato il consenso alla pubblicazione di quegli scatti, ma il fotografo Elio Leonardo Carchidi ha dichiarato di essere in grado di provare, documenti alla mano, che invece aveva tutte le autorizzazioni.

L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia e coordinata dal pubblico ministero Andrea D’Angeli, procede concentrandosi su diversi fronti ancora aperti che vanno dalle ipotesi di raggiri da parte delle cooperartive dei familiari di Soumahoro per ottenere fondi pubblici a frodi relative a servizi resi ben diversi da quelli oggetto degli affidamenti, fino allo stato in cui erano lasciati appunto i migranti.

Per Liliane Murekatete le cose non si mettono bene ed adesso la sua speranza è riposta nel tribunale del Riesame di Roma, al quale il suo legale presenterà ricorso.

Se lady Soumahoro piange e si lamenta, il marito, il neo-deputato con gli stivali Aboubakar Soumahoro quello che si faceva i selfie davanti alle baracche del ghetto foggiano dove vivono tanti lavoratori immigrati che la sua Lega Braccianti secondo i proclami avrebbe dovuto tutelare e invece le accuse nei suoi confronti sono note, pochi aiuti e soltanto “show” a fini elettorali, compresi i 50 euro a bracciante (in questo caso sì che li avrebbe aiutati !) per protestare assieme a lui a favore di smartphone e telecamere invece di lavorare, ha ben poco da ridere.

Angelo Bonelli quando applaudiva Aboubakar Soumahoro

Aboubakar nelle campagne di San Severo nel foggiano, si faceva i selfie anche coi soci della Lega Braccianti che oggi gli chiedono conto della raccolta fondi da 16mila euro che doveva servire pure a regalare dei giocattoli ai bimbi del ghetto, ma don Andrea Pupilla direttore della Caritas di San Severo abbia reso noto che i bimbi si contano sulle dita di una mano, e quindi in molti si chiedono che fine abbiano fatto quei soldi raccolti.

Le feste di Natale per il deputato ivoriano è stata squallida propaganda ma anche tanta rabbia e odio politico indirizzato un po’ a tutti: “Auguri di un sereno Natale all’insegna dell’amore che ci permette di resistere alla malvagità e alla cattiveria per coltivare l’altruismo e la solidarietà” ha postato su Twitter il giorno di Natale, il 25 dicembre. “Come disse Martin Luther King: alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici“.

I “nemici” di Aboubakar Soumahoro sono ben noti, li aveva già nominati nei tragicomici tentativi di difendere sua moglie e la suocera entrambe indagate a vario titolo per frode, bilanci falsi, lavoratori senza stipendio, nell’inchiesta della procura di Latina sulle cooperative di famiglia: sono la destra, ma non solo i politici ma anche i quanto i giornali, quelli che secondo lui lo vorrebbero come “il nero da giardino”, come aveva detto nel suo video in lacrime (finte) di coccodrillo.

Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

Il problema è che gli “amici”, quelli che all’insorgere dello scandalo l’hanno scaricato, l’ex onorevole di Sinistra e Verdi si è autosospeso dal gruppo parlamentare, non dall’incarico di onorevole, ma continua a sedersi accanto a loro in aula, non fa esplicito riferimento, sono tre: Nicola Fratoianni (leader di Sinistra Italiana), Angelo Bonelli (leader dei Verdi ) ed i vertici del Pd che in campagna elettorale l’avevano eretto a paladino degli ultimi, e poi sono stati i primi a tacere e disconoscerne vita opere e operette.

Nel frattempo le domande di Striscia la Notizia, attendono ancora, ma a casa Soumahoro tutti hanno perso la parola….

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