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29 Marzo 2024 05:58
29 Marzo 2024 05:58

Alluvione, morti e feriti nelle Marche. Ecco cosa prevedevano i bollettini meteo poche ore prima del disastro

Gli amministratori dei Comuni colpiti dal maltempo denunciano il ritardo nell’annunciare l’arrivo del pesante maltempo. Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione Marche . Il premier Draghi si reca a Pianello di Ostra

Scene apocalittiche con muri d’acqua che hanno fatto vivere dei veri “momenti di terrore” come li ha definiti il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Un vero e proprio disastro che ha causato morti e feriti, distruggendo vaste zone delle Marche. Ed ora arrivano le denunce per il ritardo con il quale è stato annunciato il maltempo. La domanda che molti si fanno, a partire dai sindaci dei comuni colpiti è: era prevedibile una situazione così pesante ? Difficile, quando i quantitativi sono così ingenti e concentrati in zone molto ridotte di un territorio.

al centro della foto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio

Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio è nelle Marche per coordinare gli interventi di soccorso. Poi ci sarà un sopralluogo nelle aree colpite nelle province di Ancona e Pesaro Urbino. “Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari e peggiore di quello che era stato previsto“, ha detto Curcio dopo la riunione alla quale hanno partecipato anche i vertici dei vigili del fuoco, il capo dipartimento Laura Lega e il capo del corpo Giorgio Parisi. Nei prossimi giorni “è atteso un peggioramento meteo, ma siamo al lavoro per essere pronti“.

“L’allerta meteo era gialla per le zone appenniniche e del Pesarese e del Fabrianese, un’allerta normale ma la portata non era assolutamente prevista. Non è stata tanta l’acqua caduta sul nostro territorio ma quello che il torrente Meola ha portato giù dal monte. Il problema sono terra e fango venuti giù dall’Appennino“. Ad affermarlo in un collegamento con Rai News 24 è Carlo Manfredi, sindaco di Castellone di Suasa, centro in provincia di Ancona, che ha aggiunto “ll problema sono i corsi d’acqua, al momento non abbiamo possibilità di attraversamento della vallata, non abbiamo modo di raggiungere Barbara“.

Questa è però soltanto una delle tante voci che a disastro consumato, denunciano il ritardo nell’annunciare un evento meteorologico che si è dimostrato di proporzioni ben più grandi di quelle che in realtà tutti avevano annunciato. Infatti la Protezione Civile delle Marche annunciava nei propri avvisi del 15 settembre a mezzanotte, una “allerta gialla” solo in due delle macrozone in cui la regione viene divisa. Possibile? Ma come mai non è stato annunciato, invece, con un minimo di anticipo l’arrivo di una perturbazione che poi si è rivelata disastrosa? “Assolutamente difficile da prevedere spiega Daniele Cat Berro, meteorologo della Società meteorologica italiana. “Stiamo parlando di un sistema autorigenerante. Sono eventi difficili da inquadrare anche a poche ore. Oltretutto avvenuto in una zona sulla quale solitamente non si abbattono questi quantitativi di pioggia“. Ancora una volta degli eventi estremi come quelli verificatisi lo scorso 18 agosto in Toscana, dove ci furono altri morti e feriti.

Possibile avere previsioni più attendibili ? Sarebbe stato il caso di annunciare, per le aree tra Marche e Umbria colpite dall’alluvione un’allerta rossa? “L’allerta gialla non esclude eventi estremi localizzati – dice Cat Berro –. Una allerta rossa, invece, si lancia solo quando viene colpita un’area molto vasta. Capisco lo sconcerto, ma davvero, era una situazione difficile da prevedere“. Ma cosa dicevano i bollettini nelle ore precedenti al disastro? Tra Senigallia, Otra, Barbara e Trecastelli soltanto un’allerta gialla.

Addirittura soltanto verde nella Zona 2 dove, comunque, il maltempo ha picchiato duro. I sindaci continuano a citare il fatti che nessuno li abbia avvisati. “La situazione è precaria, non abbiamo né luce né acqua, una situazione uguale a quella di questa notte. Quanto alll’allerta meteo, le Marche erano escluse dalle previsioni”. L’assessore regionale delle Marche alla Sanità, Filippo Saltamartini, intervenendo nel programma “The Breakfast Club” su Radio Capital sottolinea: “L’allerta meteo era soltanto gialla? Purtroppo ci sono meccanismi automatici. Ma non è questo il momento di affrontare un simile argomento: noi ora – spiega l’assessore – stiamo cercando di salvare i dispersi e di curare tutti. Soltanto dopo parleremo delle eventuali responsabilità“. Sempre Saltamarini ha definito “la provincia di Ancona la le aree più colpite“. che in Zona 4 per la Protezione civile, non aveva nemmeno l’allerta gialla.

La Croce Rossa Italiana è operativa sin dalla notte con 60 uomini e 23 mezzi a supporto dei soccorsi alla popolazione colpita dal maltempo nelle Marche. Idrovore e soccorritori sono partiti dal Centro Operativo Emergenze di Avezzano e dal Centro Operativo Nazionale Emergenze di Roma per raggiungere il punto di smistamento a Cesano di Senigallia e supportare il Centro Operativo delle Marche.

Sono 400 gli interventi finora effettuati dai Vigili del Fuoco tra le province di Ancona e Pesaro Urbino flagellate dal maltempo. Oltre 300 i vigili impegnati. Nel Pesarese, a Serra S.Abbondio, un elicottero del Corpo ha soccorso 5 persone in difficoltà; altre due sono state soccorse sul monte Catria.

Sono 10 i morti, tutti identificati, e 3 le persone ancora disperse nell’alluvione che ha colpito le Marche. Lo ha reso noto la Prefettura di Ancona, che aggiorna il bilancio delle vittime. Il Centro di coordinamento soccorso continua a essere costantemente convocato presso la Sala operativa unificata permanente della Regione Marche in raccordo con il coordinamento della Protezione civile. E sono circa 150 i soggetti sfollati che, allo stato dei dati, non possono rientrare nelle proprie abitazioni; la maggior parte di queste persone si trova nel Comune di Senigallia, ma il numero è in crescita.

Al riguardo sono stati predisposti dalle forze di Polizia dedicati servizi di prevenzione e controllo sugli immobili evacuati. “Altre situazioni di possibile evacuazione sono attualmente all’esame“, spiega ancora la prefettura, che aggiunge: “Per la giornata di sabato è prevista allerta gialla per rischio idrogeologico ed idraulico. Si raccomanda l’adozione di comportamenti esternamente prudenti“.

“E’ un disastro. Un disastro che bisogna affrontare. La sindaca mi ha detto che sono sicuri che ce la faranno, è determinata. Tutti sono con lei”, ha detto il premier Mario Draghi durante la visita a Pianello di Ostra, accompagnato dal capo della Protezione civile Curcio e alla presenza della sindaca Farnese e del governatore Acquaroli. “Il governo stamattina in Consiglio dei ministri ha assicurato i primi fondi, ci vorrà molto di più. Ho già parlato con il Presidente della Regione, faremo tutto quello che è necessario” ha aggiunto il Presidente Draghi, ricordando che “oggi in Cdm sono già stati stanziati 5 milioni ma è solo l’inizio. Ho assicurato al presidente Acquaroli, ai sindaci e alle autorità che ho incontrato e ringrazio che tutto quel che è necessario per riavviare le attività produttive, ricostruire le case distrutte, riaprire le scuole, verrà fatto. In altre parole il governo non risparmierà alcuno sforzo per aiutare famiglie e imprese” delle aree colpite.

Rispondendo alla domanda di un giornalista, Draghi ha sottolineato che esiste “un problema idrogeologico” e che “il Pnrr lo affronta”. Draghi ha poi assicurato che “ci saranno tutte le indagini per accertare le responsabilità”. “Occorre ricostruire, riavviare le attività produttive e riaprire le scuole – ha detto ancora il premier – Ora c’è la tragedia personale, c’è il lutto. Su questo le parole possono poco, la mia presenza è una presenza di affetto, di solidarietà, di vicinanza a chi ha perso i propri cari e per i feriti. Ma occorre fare di più per affrontare il rischio idrogeologico o sarà difficile ricostruire la fiducia delle persone. E’ un rischio diffuso, ma quella che era una fragilità che ci portiamo dietro è diventata una emergenza con il cambiamento climatico. Quindi occorre affrontare il rischio idrogeologico, che significa prevenzione, investimenti, infrastrutture ma significa anche affrontare i cambiamenti climatici“.

Draghi ha poi preso parte in Municipio, alla riunione operativa con il coordinamento dei soccorsi e le autorità locali. “Vi abbracciamo tutti, vi siamo vicini e contate su di noi”, ha concluso rivolgendosi ai presenti.

In mattinata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva chiamato il governatore Francesco Acquaroli esprimendogli “solidarietà e gratitudine a tutti quanti stanno instancabilmente lavorando per i soccorsi”.

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