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13 Ottobre 2025 19:17

Liberati tutti i 20 ostaggi ancora in vita, Netanyahu non presenzierà al vertice di Sharm

Dopo i primi 7, Hamas ha liberato anche gli altri 13 rapiti. Trump in Israele, parla alla Knesset: "Oggi un nuovo inizio"

Hamas ha rilasciato tutti i 20 ostaggi ancora in vita dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 in Israele. I rapiti sono stati liberati dopo 2 anni di prigionia a Gaza. Gli annunci delle varie fasi del rilascio sono stati accolti da ovazioni nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla ha seguito in diretta gli eventi. In Israele è arrivato il presidente Usa Donald Trump che ha tenuto un discorso alla Knesset. “Oggi è l’alba storica per un nuovo Medio Oriente”.

gli ostaggi israeliani liberati dopo due anni di prioginia di Hamas

I gemelli Ziv e Gali si riabbracciano dopo la liberazione

I gemelli Ziv e Gali Berman si sono riuniti dopo il loro rilascio dopo essere rimasti separati per gran parte degli oltre due anni trascorsi a Gaza. La foto simbolo, diffusa dall’esercito israeliano, mostra i fratelli che si scambiano il loro primo abbraccio dopo il rilascio. I fratelli furono rapiti dalla loro casa nel kibbutz Kfar-Aza durante l’attacco terroristico del 7 ottobre. All’epoca avevano 26 anni e nel frattempo ne hanno compiuti 28.

Corpi ostaggi deceduti consegnati alla Croce Rossa nel pomeriggio

I corpi degli ostaggi deceduti durante la prigionia di Hamas nella Striscia di Gaza saranno consegnati alla Croce Rossa questo pomeriggio. Lo riporta il canale saudita Al-Hadath senza chiarire quanti corpi saranno trasferiti. Israele ha confermato la morte di almeno 26 ostaggi e Hamas ha affermato che potrebbe avere difficoltà a localizzare alcuni dei loro corpi.

Israele ha scarcerato 88 palestinesi condannati a ergastolo

Le autorità israeliane a sua volta hanno rilasciato 88 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo dalla prigione di Ofer, a ovest di Ramallah, in Cisgiordania, nell’ambito della prima fase dell’accordo tra Israele e Hamas. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’accordo raggiunto la settimana scorsa a Sharm el-Sheikh prevede che in cambio del rilascio dei 48 ostaggi israeliani, 20 dei quali vivi e liberati questa mattina da Hamas – Israele liberi 250 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo, di 88 dalla prigione Ofer, a ovest di Ramallah, e 162 dalla prigione Ketziot, nel Negev. L’intesa prevede anche il rilascio di 1.718 detenuti palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

Hamas ha mobilitato settemila persone per accogliere le centinaia di prigionieri palestinesi rilasciati da Israele. Tra questi, 250 prigionieri che scontano l’ergastolo e oltre 1.700 palestinesi detenuti dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023. L’ufficio stampa di Hamas ha affermato che oltre 7.000 dipendenti pubblici stanno partecipando ai preparativi per il loro arrivo, “per garantire l’accoglienza e fornire tutti gli elementi di conforto e assistenza ai prigionieri e alle loro famiglie”. “Questi preparativi sono in linea con il messaggio di lealtà e apprezzamento per i loro sacrifici” ha affermato il gruppo terroristico

Israele rilascerà oggi 1.968 prigionieri palestinesi, in cambio degli ostaggi consegnati dal gruppo islamista Hamas, di cui 154 saranno deportati fuori dal Paese. Lo hanno annunciato le principali associazioni che rappresentano i prigionieri a nome sia di Hamas sia dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). “Duecentocinquanta ergastolani saranno rilasciati come parte dell’accordo oggi”, si legge in una nota, tra questi, “154 deportati saranno espulsi”.

Hamas ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump e ai mediatori dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza di garantire che Israele non riprenda le operazioni militari nel territorio. “Accogliamo con favore la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Trump, che ha chiaramente affermato la fine della guerra di Israele nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato il portavoce Hazem Qassem. “Chiediamo a tutti i mediatori e alle parti internazionali di continuare a monitorare la condotta di Israele e di garantire che non riprenda la sua aggressione contro il nostro popolo a Gaza”, ha aggiunto.

Tutto pronto in Egitto per il vertice che segnerà la firma della prima parte dell’accordo tra Israele e Hamas, volto a porre fine alle ostilità. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, partita da Roma, è arrivata a Sharm el Sheikh, dove si terrà il summit per Gaza, presieduto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e dal presidente statunitense Donald Trump. Il tycoon, attualmente in visita in Israele, si recherà in Egitto nelle prossime ore. Nel frattempo, Hamas ha completato la liberazione dei venti ostaggi ancora in vita, come previsto dal cosiddetto piano Trump. Una notizia accolta con sollievo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che l’ha definita “un momento di sollievo per il mondo intero”.

Il vertice – che si svolgerà in un International Convention Center blindatissimo – vedrà la partecipazione di oltre venti capi di Stato e di governo. Tra i presenti, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, nonché Friedrich Merz (Germania), Emmanuel Macron (Francia), Pedro Sánchez (Spagna), Keir Starmer (Regno Unito) e la premier italiana Giorgia Meloni. Sono stati invitati anche i leader di Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Pakistan, Indonesia, Giappone, Azerbaigian, Armenia, India, El Salvador, Cipro, Grecia, Bahrain, Kuwait e Canada. Assenti invece Israele e Iran: né il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, né il ministro degli Esteri Abbas Araghchi prenderanno parte al summit, come confermato dalla diplomazia di Teheran. Dovrebbe invece essere presente il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, secondo quanto riportato dal canale qatariota Al-Araby e ripreso dal Times of Israel. Nella giornata, a Sharm-el Sheik in Egitto, la firma dell’accordo che pone fine alle ostilità a Gaza. Al summit non parteciperà il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Fonti italiane fanno sapere che Meloni rimane in stretto contatto con Washington e con gli altri principali attori internazionali, al fine di “definire il contributo italiano allo sforzo collettivo per l’attuazione del Piano di pace e per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo della Striscia di Gaza”, nonché per la ripresa di un processo politico “che porti a un quadro duraturo di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente”. Il summit si aprirà con un incontro tra al-Sisi e Trump, seguito da una sessione plenaria con tutti i leader presenti. Sono previsti anche diversi incontri bilaterali a margine dei lavori, ma non è ancora confermato un eventuale faccia a faccia tra Meloni e Trump.

Steve Witkoff

Witkoff: “Giornata impossibile senza Trump”

“Sono profondamente grato allo spirito indomito del presidente Trump. Questa giornata non sarebbe stata possibile senza di lui”. Così Steve Witkoff, in un post su X l’inviato di Donald Trump, dopo il rilascio di venti ostaggi al termine della lunga prigionia nella Striscia di Gaza. “Mi chiedevo se sarei mai riuscito ad assistere a questa giornata – ha scritto Witkoff -. È estremamente gratificante sapere che così tante famiglie potranno finalmente avere a casa i loro cari. Oggi venti famiglie vengono risparmiate dal dolore insopportabile del non sapere se si potranno mai riabbracciare i propri cari». E ha continuato nel post in cui ricorda anche il figlio Andrew: “Anche in questo momento di sollievo e felicità, il mio cuore soffre per coloro i cui cari non torneranno vivi a casa. È un dovere riportare a casa i loro corpi e un atto di dignità”.

Netanyahu: “Trump è il nostro migliore amico”. E lo ringrazia per aver riconosciuto la sovranità israeliana sulla Cisgiordania

Nel suo discorso alla Knesset, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato Donald Trump, assicurandogli che “rimarrà iscritto nella Storia di Israele” e definendolo “il migliore amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”.  Questi i punti principali del discorso di Netanyahu:

 I TERRITORI PALESTINESI (E IL RIFERIMENTO ALLA CISGIORDANIA)
​Oltre che per aver mediato la tregua con Hamas che ha reso possibile la restituzione degli ostaggi, il premier israeliano ha ringraziato il leader Usa anche per “aver mediato gli storici accordi di Abramo“, “per essersi ritirato dal disastroso accordo nucleare dell’Iran” e per “aver bombardato il sistema nucleare iraniano”, ma anche per aver “riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan e il nostro diritto in Giudea e Samaria” (cioè la Cisgiordania, ndr).  Con questo passaggio, Netanyahu fa riferimento alla prospettiva di un’annessione israeliana della Cisgiordania, territorio palestinese abitato da quasi tre milioni di palestinesi e occupato da Israele dal 1967. La destra oltranzista israeliana – rappresentata nel governo Netanyahu dai ministri Smotrich e Ben-Gvir – chiede da tempo l’annessione, che tuttavia costituirebbe una violazione del diritto internazionale, come ribadito più volte – tra gli altri – da Onu ed Ue.

IL DISARMO DI HAMAS
​Il premier israeliano ha dedicato un passaggio del suo discorso anche alla seconda fase dell’accordo di pace, ancora da negoziare. “Ora bisogna occuparsi del disarmo di Hamas in modo che non sarà più una minaccia per Israele”, ha dichiarato Netanyahu

​ LA PACE «CON I PAESI ARABI»
Secondo Netanyahu, il piano di Trump “apre la porta a un’espansione storica della pace“. “Gli ultimi due anni sono stati un tempo di guerra. Gli anni a venire, si spera, saranno un tempo di pace. Come Primo Ministro di Israele, tendo la mano a tutti coloro che cercano la pace con noi”. Rivolgendosi a Trump, ha aggiunto: “Sotto la vostra guida, possiamo stipulare nuovi trattati di pace con i Paesi arabi della regione e con i Paesi musulmani oltre i confini. I figli di Abramo lavoreranno insieme per costruire un futuro migliore. Con la leadership del presidente Trump, questo accadrà più velocemente di quanto si pensi”.

Trump alla Knesset: “Giorno bellissimo, un nuovo inizio”

“È un grande onore. Un grande e bellissimo giorno. Un nuovo inizio”. È quanto scritto dal presidente americano Donald Trump firmando il libro degli ospiti della Knesset (parlamento monocamerale di Israele) al suo arrivo. “Siamo felici che gli ostaggi siano stati rilasciati, la guerra è finita. Hamas rispetterà l’accordo”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, al suo arrivo alla Knesset, il Parlamento israeliano, come riportano i media israeliani. Trump prima del suo discorso alla sessione plenaria, è stato ricevuto dal presidente della Knesset Amir Ohana e ha firmato il libro degli ospiti. Con lui il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Gli ostaggi liberati “saranno felici e avranno una vita fantastica”, ha aggiunto Trump.

“Vittoria Israele porti la pace in Medio Oriente”

“Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medio Oriente“. Lo si legge negli estratti del discorso di Donald Trump alla Knesset diffusi dalla Casa Bianca. “Insieme abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza che possiamo sognare, ma una realtà su cui possiamo costruire, giorno dopo giorno, persona dopo persona, nazione dopo nazione”.

Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, è un “grande partner” degli Stati Uniti anche se “non il più facile con cui negoziare, ma questo è anche ciò che lo rende grande”. ha detto il presidente statunitense, Donald Trump, nel suo discorso alla Knesset .

Lo staff di Trump cerca di organizzare visita del presidente a ostaggi

Lo staff del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta cercando di organizzare una visita a uno degli ospedali che accoglieranno gli ostaggi israeliani. Lo ha riferito una fonte dello stato ebraico al Times of Israel.
Se questo dovesse accadere, probabilmente si tratterà dello Sheba Medical Center, ha affermato la fonte: la struttura curerà dieci ostaggi liberati. L’ospedale Ichilov di Tel Aviv ne curerà cinque, così come il Rabin Medical Center di Petah Tikva, secondo un funzionario israeliano. Non è chiaro quando gli ostaggi arriveranno negli ospedali. Trump dovrebbe lasciare Israele alle 13 per un vertice di pace in Egitto, ma è in forte ritardo sulla tabella di marcia.

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