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10 Ottobre 2025 19:06

Gaza, in vigore il cessate il fuoco dopo il semaforo verde di Israele all’accordo di pace

Per monitorare la tregua saranno impiegati anche 200 soldati Usa. Media: ancora raid a Khan Yunis

Dopo 735 giorni di guerra, entra in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il gabinetto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha votato nelle prime di oggi, venerdì 10 ottobre 2025, a favore di un accordo che prevede la liberazione degli ostaggi israeliani ancora trattenuti in cambio di prigionieri di sicurezza palestinesi e la cessazione dei combattimenti. Lo ha annunciato lo staff di Netanyahu senza fornire il conteggio dei voti.

Rivolgendosi al governo, il premier israeliano ha affermato che Israelesta per ottenere” il ritorno dei suoi ostaggi. ”Abbiamo combattuto in questi due anni per raggiungere i nostri obiettivi di guerra”, ha detto Netanyahu parlando in inglese, insieme ai principali collaboratori della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner, genero del presidente americano. “Uno dei principali obiettivi di guerra è la restituzione degli ostaggi, tutti gli ostaggi, vivi e morti. E stiamo per raggiungere questo obiettivo“, ha aggiunto il premier israeliano.

Migliaia di israeliani esultanti riuniti in piazza a Tel Aviv speranzosi nel ritorno degli ostaggi detenuti a Gaza

Netanyahu ha affermato che Israele “non avrebbe potuto raggiungere questo obiettivo senza lo straordinario aiuto del presidente Trump e del suo team, Steve Witkoff e Jared Kushner che hanno lavorato instancabilmente con Ron (Dermer, ndr) e il suo team, il nostro team. E questo, insieme al coraggio dei nostri soldati, nell’entrare a Gaza e nell’unire la pressione militare e diplomatica che ha isolato Hamas, credo ci abbia portato a questo punto”. Witkoff e Kushner hanno contribuito a mediare le trattative per l’accordo ed entrambi hanno partecipato alla riunione del gabinetto che lo ha approvato.

Idf prevede ritiro da Gaza entro mezzogiorno

L’Idf prevede di completare il ritiro delle truppe verso le linee di schieramento concordate a Gaza, come parte dell’accordo con Hamas, a mezzogiorno. Lo scrive il Times of Israel. Entro 72 ore dal completamento del ritiro da parte dell’IdfHamas è pronta a rilasciare i 48 ostaggi in suo possesso, a partire dai 20 che si ritiene siano ancora vivi.

Le opposizioni

L’approvazione è arrivata nonostante le forti obiezioni dei partner della coalizione di estrema destra del premier. Il Times of Israel afferma comunque che l’accordo ha incontrato l’opposizione del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, del ministro del Negev, della Galilea e della Resilienza nazionale Yitzhak Wasserlauf e del ministro del Patrimonio Amichay Eliyahu del partito di estrema destra Otzma Yehudit.

Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro degli Insediamenti e dei Progetti Nazionali Orit Strock del partito Sionismo Religioso hanno votato contro l’accordo, mentre il ministro dell’Immigrazione Ofir Sofer, anch’egli membro del partito, ha votato a favore.

Palestinesi festeggiano nella striscia di Gaza l’accordo di pace raggiunto con Israele

Usa invieranno 200 militari

Gli Stati Uniti dispiegheranno un contingente di 200 militari in Medio Oriente persupervisionare” il cessate il fuoco. Lo affermano alti funzionari statunitensi spiegando che l’ammiraglio Brad Cooper, capo del Comando Centrale delle forze armate statunitensi, “inizialmente avrà 200 uomini sul campo. Il suo ruolo sarà quello di supervisionare, osservare e assicurarsi che non vi siano violazioni”. Del team dovrebbero far parte anche funzionari militari egiziani, qatarioti, turchi e probabilmente emiratini. Un secondo funzionario afferma che “nessuna truppa statunitense è destinata a entrare a Gaza”.

Una fonte vicina alla questione ha dichiarato al Times of Israel che le truppe statunitensi saranno probabilmente di stanza in Egitto, dove svilupperanno un centro di controllo congiunto e integreranno altre forze di sicurezza che lavoreranno a Gaza per coordinarsi con le forze israeliane ed evitare scontri.

Meloni sarà invitata a firma cessate fuoco in Egitto

“Lunedì dovrebbe esserci la grande cerimonia di firma ufficiale del cessate il fuoco. Sarà invitato anche il nostro presidente del Consiglio”. Lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso della trasmissione ReStart su Rai3. Il titolare della Farnesina ha spiegato che l’invito ufficiale “parte stamattina”, come gli ha comunicato ieri sera il ministro degli Esteri egiziano. Tajani ha aggiunto che la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla cerimonia rappresenterà “la dimostrazione che l’Italia è presente, che l’Italia è protagonista della costruzione di pace“.

Trump in Israele lunedì mattina, massima allerta

Israele è in stato di massima allerta sicurezza in vista dell’arrivo del presidente degli Stati Uniti. Al momento il programma provvisorio della sua visita – rivelato dai media – prevede che Donald Trump dovrebbe atterrare all’aeroporto Ben Gurion alle 9,20 di lunedì mattina dove ci sarà l’accoglienza, come stima la Knesset. Ossia prima dell’inizio della festività ebraica di Simchat Torah. Dopo il suo discorso al Parlamento israeliano, si prevede che il presidente concluda la sua breve visita e rientri, senza ulteriori incontri o cerimonie speciali.

Pizzaballa: “Luce al termine della notte, andrò a Gaza”

“Non possiamo essere ingenui. Ma certo è la fine di una lunga notte”, “più che parlare di pace, direi che vediamo le prime luci dell’alba: che non vuol dire che è pieno giorno. È un inizio giusto, qualcosa che porta speranza: già stamattina, nelle strade qui intorno, c’era un’energia diversa. La strada è lunga, gli ostacoli saranno tanti, però è il momento anche di gioire di questo momento, che è sicuramente positivo“. commenta il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in una intervista a La Repubblica. “Poco alla volta, ma ci vorrà tempo, bisognerà ammettere che non c’è solo la propria parte in questa storia. Entrare anche nel dolore dell’altro richiederà tempo: riconoscere che l’altro c’è, che esiste, mi pare un buon punto di partenza”

“Negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi due anni, l’idea portante è stata “io e nessun altro”:
questo dovrà cambiare. Non sarà rapido e non sarà facile: ci vorrà un lungo percorso, ci vorrà anche leadership. Uno dei problemi che abbiamo è che la leadership, sia politica che religiosa, da entrambe le parti in questi anni non ha aiutato“, osserva. Per Pizzaballaquando finirà la guerra, se finirà la guerra, ci si potrà rendere conto veramente della situazione. Parliamo di gente che ha perso tutto: casa, lavoro, prospettive. Ci vorrà un grande desiderio di mettersi in gioco per rimanere. Io credo che qualcuno partirà e qualcuno deciderà di restare. Noi, come sempre, ci saremo: stiamo già progettando un ospedale e una scuola“. Il Patriarca ribadisce la posizione del Vaticano, quella dei due Stati, “la soluzione ideale, che non possiamo negare ai palestinesi” ed aggiunge “Sappiamo molto bene che non è realizzabile in tempo breve ma non si può rinunciare a questo principio”. 

“Concordo che dovremo fare i conti con la realtà. Anche per questo sarà necessaria
una nuova leadership da entrambi i lati: capace, in maniera creativa, di pensare a un futuro per questi due popoli. Un futuro dignitoso per entrambi“. Ed in una intervista su Avvenire, quotidiano della CEI-Conferenza Episcopale Italiana, Pizzaballa annuncia che “appena possibile sarò a Gaza. Lo abbiamo promesso ai nostri parrocchiani, e torneremo per stare con loro, per sostenerli, per incoraggiarli, e per ringraziarli della loro testimonianza“. Se potesse esprimere un auspicio, quale sarebbe? “Che questo accordo venga pienamente e fedelmente attuato, affinché possa segnare l’inizio della fine di questa terribile guerra. C’è l’assoluta urgenza di un immediato soccorso umanitario e l’invio incondizionato di aiuti sufficienti alla popolazione sofferente di Gaza”.

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