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26 Settembre 2025 15:56

Garlasco, indagato ex procuratore di Pavia: “Per Sempio archiviazione troppo rapida, ipotesi corruzione”

Il decreto di perquisizione. Il sospetto da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna del padre di Sempio: "Venditti/gip archivia X 20-30 euro". La notizia anticipata dai social del Tg1

L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. Il fascicolo della Procura di Brescia nasce da alcuni atti di indagini dei colleghi di Pavia che stanno indagando su Andrea Sempio come possibile assassino (in concorso) di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il sospetto è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli.

Un sospetto che nasce, secondo indiscrezioni, da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes ‘Venditti / gip archivia X 20-30 euro’ con la data ‘febbraio 2016’. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato del delitto della ventiseienne, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017.

Ipotesi corruzione per 20-30mila euro

L’ex procuratore di Pavia nel 2017 avrebbe ricevuto una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si evince dal decreto di perquisizione nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti, firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete.

Perquisizioni in casa dei genitori di Sempio

Sono intanto corso delle perquisizioni a casa dei genitori di Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. La notizia era stata anticipata dai social del Tg1. Secondo il quale, da questa mattina all’alba sono in corso perquisizioni di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ex investigatori e inquirenti – oltre che quelle del circuito familiare di Andrea Sempio – che parteciparono alle indagini sul delitto di Chiara Poggi. Secondo quanto riferisce il Tg1, “sarebbe di corruzione in atti giudiziari l’ipotesi di reato a carico di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che nel 2017 archiviò l’indagine su Sempio”, aperta nel 2016. Gli investigatori – si legge ancora sui social del Tg1 – sarebbero sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione.


Oggi nuova udienza: confronto su contaminazione, Dna e impronta 33

Intanto nuova udienza oggi sul caso. Al centro del confronto tra le parti, in programma davanti alla giudice delle indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, c’è la richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dagli stessi periti della gip, la genetista Denise Albani e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, la prima impegnata nell’analisi delle tracce biologiche trovate nella villetta di via Pascoli dove è stata uccisa Chiara Poggi e il collega incaricato di rilevare le impronte latenti sulla spazzatura conservata per 18 anni. La richiesta di più tempo riguarda più aspetti del nuovo fascicolo sul delitto del 13 agosto 2007 che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne.

la giovane Chiara Poggi

Contaminazione e Dna

Resta da completare l’analisi delle impronte rilevate sull’Estathè, sul sacchetto della spazzatura, sul sacchetto di biscotti e quello di cereali e che potrebbe essere effettuato – su richiesta della Procura di Pavia – da un altro dattiloscopista, esperto nel confrontare le minuzie che rendono inconfondibile ogni palmo. Sul fronte genetico si attende la conferma alla contaminazione (con un cadavere) – ammessa dalla Procura – rilevata sulla garza utilizzata per prelevare il Dna dalla bocca di Chiara Poggi. E sale l’attesa sui tempi del responso sull’attribuibilità o meno del Dna maschile trovato sui frammenti delle unghie della vittima.

Francesco De Stefano, il genetista che fu incaricato dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano di fare una perizia, ha fornito gli ultimi dati grezzi che, insieme a quelli raccolti dal Ris dei Carabinieri nel 2007, dovranno essere valutati dalla genetista Albani. Un approfondimento sulla carta dal momento che i frammenti ungueali sono stati consumati per arrivare alla sentenza che ha portato alla condanna a 16 anni di carcere dell’allora fidanzato Alberto Stasi. E bisognerà escludere che il taglio delle unghie alla vittima possano essere stato effettuato con una forbicina ‘contaminata‘, vista la precedente contaminazione (sulla garza) avvenuta sempre in fase di autopsia.

Solo dopo aver assicurato questo, la genetista incaricata dalla gip Garlaschelli potrà eventualmente esprimersi sull’attribuibilità del Dna maschile trovato sulle unghie. Il materiale trovato sui margini ungueali per la Procura di Pavia e la difesa del condannato è riconducibile a Sempio, cosa già esclusa invece nel processo d’appello bis a Stasi dove tutte le parti (difesa dell’allora fidanzato inclusa) hanno ritenuto i risultati sulla presenza di due tracce maschili incostanti e frutto di una degradazione.

Impronta 33

Tra le questioni che verranno discusse nell’udienza di oggi c’è anche l’ormai famosa ‘impronta 33’ (esclusa dall’incidente probatorio) trovata sulla parete delle scale dove è stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Non è attribuibile a Sempio per la difesa dell’indagato e per l’esperto incaricato dalla famiglia Poggi, per la Procura invece appartiene al nuovo sospettato. Per i legali di Stasi le fotografie consentono di dire che è l’impronta è di Sempio ed è mista a sangue e sudore, sebbene il test per rilevare il sangue abbia sempre dato esito negativo e gli stessi pm di Pavia hanno escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche avendo a disposizione solo le immagini (l’intonaco è stato interamente utilizzato per escludere la presenza di sangue.

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