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23 Luglio 2025 10:51

Il Senato approva la separazione delle carriere con 106 sì. La premier: “Giustizia più equa e trasparente”

Il ministro guardasigilli Nordio: "Sono molto soddisfatto, perché ho realizzato una mia aspirazione"

A Palazzo Madama il Senato ha approvato la riforma costituzionale delle carriere dei magistrati con 106 voti a favore, 61 no e undici astenuti. Il testo approvato in seconda lettura – è la prima deliberazione del Senato – adesso torna alla Camera. Sul disegno di legge costituzionale si sono astenuti oltre ai senatori di Italia viva gli esponenti delle Autonomie e Marco Lombardo di Azione. Il testo di riforma costituzionale, già approvato a gennaio scorso dalla Camera – per la prima delle quattro letture previste – dopo il via libera di oggi del Senato, dovrà fare altri due passaggi parlamentari, di nuovo alla Camera e quindi di nuovo a Palazzo Madama, non prima di tre mesi da oggi, con il quorum del voto che sarà fissato ai 2/3 dell’Aula, per poter evitare il passaggio referendario per la conferma della riforma costituzionale. Referendum ritenuto probabile e atteso per la prossima primavera.

“Sono molto soddisfatto, perché ho realizzato una mia aspirazione: è dal 1995, quando ho scritto il primo libro sulla giustizia da magistrato, ci credevo fermamente”, ha commentato il Guardasigilli, Carlo Nordio, conversando con i giornalisti in Senato. “Di fronte a una riforma così epocale le divergenze di opinioni si sono acuite, ora spero che il dialogo riprenderà con maggiore serenità”, ha detto Nordio.

“L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione. Il percorso non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente“. Cosi’, in un post su X, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Cosa prevede la riforma 

Il provvedimento, presentato dal governo, prevede due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente.  La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al Presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.   

Gli altri componenti di ciascuno dei Consigli superiori sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento.   

Un’altra novità è rappresentata dall’istituzione dell’Alta Corte disciplinare che sarà composta da 15 giudici: 3 nominati dal presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti in possesso di specifici requisiti. 3 estratti a sorte tra i magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti.

Delmastro: “Giornata storica per ddl separazione carriere e nuovo piano carceri”

“La giornata di oggi segna una svolta storica per la Giustizia italiana” dichiara in una nota Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia ed attualmente sottosegretario alla Giustizia. “Oltre alla separazione delle carriere passata al Senato, il Consiglio dei Ministri ha approvato altri tre provvedimenti fondamentali per restituire dignità alla giustizia italiana: un nuovo piano carceri da oltre 750 milioni per recuperare 10mila posti detentivi; una riforma liberale per garantire la disintossicazione e la rieducazione dei tossicodipendenti; una legge delega per ridisegnare una geografia giudiziaria più vicina alle esigenze dei territori e dei cittadini. Tutte misure epocali che aggrediscono alla radice i problemi atavici della giustizia italiana!

“Con i provvedimenti di oggi, raccogliamo i frutti di due anni e mezzo di duro lavoro del Governo Meloni, mille giorni al servizio degli italiani che hanno chiesto discontinuità rispetto al passato e cambiamento rispetto alle ricette stanche della sinistra giudiziaria. Siamo solo all’inizio: il bello deve ancora venire!”, conclude Delmastro.

Tutta Fratelli d’Italia esulta per il secondo via libera del Parlamento.Giustizia è fatta. Avanti con le riforme“, recita uno striscione srotolato a Piazza San Luigi dei Francesi, a due passi da Palazzo Madama, da una delegazione di parlamentari. A festeggiare per il risultato, con i capigruppo di FdI di Camera e Senato, Lucio Malan e Galeazzo Bignami, si presenta un nutrito gruppo di parlamentari tra senatori e deputati, incluso il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, e il presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, Alberto Balboni che ha preso la parola subito dopo i ringraziamenti di Malan ai presenti.

“Tutta la sinistra protesta contro questa norma che sancisce la separazione delle carriere, ma in realtà“, dice Balboni, “ciò che dà davvero fastidio non è questa parte della riforma, ma quella che taglia le unghie alle correnti della magistratura, quella che sancisce l’estrazione a sorte per la composizione del Csm per quanto riguarda la componente togata. Questo“, aggiunge, “è ciò che loro non digeriscono, perché in questo modo si interrompe lo strapotere delle correnti sui magistrati. Io frequento i tribunali tutti i giorni e vi garantisco che la grande maggioranza dei magistrati è contenta di questa riforma, perché finalmente farà carriera chi davvero lo merita e non chi è asservito a una o all’altra corrente“.

“E poi con questa riforma finalmente ci saranno due Csm: uno che si occuperà dei pubblici ministeri e uno che si occuperà dei giudici. Perche’“, ribadisce Balboni, “è contrario a ogni principio liberale che giudici e pubblici ministeri decidano insieme, gli uni nei confronti degli altri, la carriera, le promozioni, i trasferimenti e persino i procedimenti disciplinari. È questo”, assicura, “che dà fastidio alla sinistra e a certa magistratura perché in questo modo noi tagliamo la cinghia di trasmissione tra certa mala politica e certa magistratura”.

Lucio Malan prende il microfono per ringraziare tutti coloro chehanno fatto la prima e più complessa lettura” del decreto costituzionale. In primis il ministro della Giustizia Nordio che “è stato costantemente presente nel lavoro d’Aula, sopportando anche interventi non riguardosi ne’ della sua persona, né della sua carica. Il ministro Nordio”, ricorda Malan“, è stato alleato del Parlamento nel portare avanti questa riforma con la sua esperienza di magistrato di quarant’anni di carriera, senza macchia e con la massima credibilità. Anche come ministro sta portando avanti un lavoro straordinario per la giustizia della nostra nazione

Tajani: “Giornata storica, realizzato sogno Berlusconi”

Il voto sulla riforma della giustizia segna una “giornata storica”, lo ha detto il segretario di Forza Italia Antonio Tajani incontrando i giornalisti al Senato. “Si realizza il sogno di Berlusconi”.

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