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26 Aprile 2024 23:51
26 Aprile 2024 23:51

La “cacciata” di 10 dissidenti: un fallimento per Matteo Renzi

di Lucia Annunziata

Non avrei mai immaginato di arrivare a vedere nella mia vita – e la mia anzianità rende significativa questa affermazione – “cacciata” da parte di un partito di Sinistra di dieci suoi dissidenti da una Commissione del Parlamento, per sostituirli con altrettanti “ubbidienti” . Pur di far passare una propria proposta di legge.

Non che i vari partiti di cui l’attuale Pd e’ figlio non abbiano fatto porcherie varie nei confronti del dissenso. Ricordiamo le pagine oscure dentro il Pci, e manovre meno eclatanti ma non meno efficaci dentro la vecchia Dc. Lo stesso Pd di oggi non si sottrae a meccanismi di punizione, emarginazione, e squadrismo vero e proprio da parte di tutti nella lotta politica interna. L’anima della politica e’ violenta, come violento e’ il desiderio che la muove – quale desiderio più smodato ci può essere infatti di quello di immaginare di poter dare dare forma al destino di milioni di persone?

Ma qui, nel caso che abbiamo davanti, si tratta non di un partito – che e’ pur sempre una associazione volontaria e privata – ma delle Istituzioni.

La sostituzione forzosa di un gruppo di eletti dal popolo al fine di ottenere il passaggio di una legge su cui questi eletti sono in dissenso, e’ un gesto che intacca qualcosa di piu’ delle regole democratiche e delle prerogative di chi viene eletto. E’ una decisione che trucca le carte del voto stesso, e che, dunque, rompe in noi cittadini la certezza che almeno le Istituzioni abbiano regole terze, che valgono sotto ogni cielo, e governo.

nella foto, Matteo Renzi, segretario del PD
nella foto, Matteo Renzi, segretario nazionale del PD

Sono certissima che da qualche parte nell’identico momento in cui queste righe verranno lette , qualcuno delle decine di costituzionalisti in servizio permanente ed effettivo ( nello spiegare perchè noi cittadini abbiamo sempre torto e il premier di turno sempre ragione ) ci dimostrerà che il cambio di dieci dissidenti in una Commissione e’ previsto dai regolamenti, e che dunque di ben poca cosa si tratta.

Sono altrettanto certa che I dirigenti del Pd spiegheranno che esiste l’obbedienza alle decisioni del partito – anche se andrebbe ricordato che quegli stessi che invocano oggi la disciplina di partito sono proprio quelli che due anni fa nella loro ascesa al potere hanno brandito (giustamente) la richiesta della fine di un partito monocratico e sclerotizzato dalle sue regole interne.

Ma, qualunque cosa si dirà, l’alterazione del risultato di un voto dovuta al cambio ( non importa a che punto del processo) di chi vota, alla fine è , semplicemente, una truffa. Tanto più assurda se si ricorda che la cacciata è ad hoc: saranno reintegrati dopo questo ddl.

Una truffa che si colora per altro di tragica ironia, se la si guarda calata nel contesto dei drammatici giorni in cui viviamo ; una prova muscolare superflua, mentre si discute di ben altri muscoli da flettere e ben altre crisi da fronteggiare.

Per tutto questo, la decisione di sostituire i dieci parlamentari si riflette soprattutto su chi ha bisogno di ricorrere a questo mezzo per ottenere quel che vuole.

Se la politica e’ l’arte di dare forma al mondo attraverso la costruzione di consenso, allora la coercizione , le espulsioni, il voto ottenuto con la forza sono l’esatto contrario.

La sostituzione di dieci deputati dissidenti e’ in effetti, una rinuncia alla politica. In verità, un fallimento per Matteo Renzi.

Non appare così ora, ma diventerà chiaro, eventualmente.

* editoriale tratto dall’ Huffington Post Italia

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