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28 Marzo 2024 22:43
28 Marzo 2024 22:43

Palazzo Chigi approva la riforma delle Bcc

Per il Premier Matteo Renzi: "Il sistema bancario è più solido"

CdG Palazzo Chigidi Marco Ginanneschi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella tarda serata di ieri a Palazzo Chigi il decreto sulle banche contenente  le norme che contengono l’accordo con Bruxelles sulla garanzia dello Stato sulle sofferenze bancarie,  e contestualmente la riforma del credito cooperativo, che era attesa da mesi.

Un provvedimento che “vale più di 200 milioni ed è un messaggio per semplificare la questione dei crediti incagliati” ha commentato il Presidente del Consiglio al termine del consiglio dei ministri sulle banche, durato circa tre ore e conclusosi qualche minuto prima mezzanotte dopo circa tre ore di riunione.  “Da domani mattina – ha detto Renzi –  il sistema bancario è più solido“.

La riforma delle banche di credito cooperativo, entrerà in vigore entro 18 mesi, prevede la costituzione di un gruppo con un miliardo di patrimonio, a cui i singoli istituti non sono obbligati ad aderire. “Noi discipliniamo il diritto di non entrare in questo gruppo – ha spiegato il premier –  Chi decide di muoversi in autonomia potrà non entrare a condizione che abbia un livello minimo di 200 milioni di riserve e ne versi il 20% all’erario” .

Renzi: confido in rapide fusioni delle banche popolari

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Ci auguriamo che la riforma delle banche popolari -ha detto Renzi al termine del Consiglio dei ministri  – sia recepita nel modo più intelligente e innovativo possibile dai singoli soggetti delle banche popolari, spero possano rapidamente fondersi, unirsi, aggregarsi, nel rispetto della loro autonomia” aggiungendo “l’Italia ha bisogno di banche un pochino più grandi e stabili”.

La riforma delle Bcc indica che qualora ci sia “un gruppo che ha come minimo 1 miliardo di patrimonio. Ragionevolmente ci sarà un gruppo, che costituirà un grande ombrello di salvataggio e di coesione per tutte le Bcc che decideranno di stare dentro. Il modello delle Bcc rimane ma devono stare dentro un sistema che avrà maggiore forza e solidità»

La riforma delle Bcc prevede “un meccanismo” che prevede che chi non vorrà entrare nel sistema potrà farlo ma ha spiegato Renzi “a condizione che abbia almeno 200 milioni di riserve, non che la piccola banchetta può andarsene e via. E dovrà corrispondere all’erario una cifra del 20% di queste riserve

Riforma delle Bcc, holding unica

Dopo mesi di gestazione, l’attesa riforma delle Bcc, accoglie in larga parte l’autoriforma messa a punto dalle stesse banche cooperative. Si è continuato a lavorare al testo finale sino all’ultimo, poichè sono riemerse tensioni su uno dei nodi centrali della riforma, cioè la creazione di una unica holding capogruppo. Il Consiglio dei Ministri, dopo aver valutato diverse soluzioni, che prevede la creazione di più di un gruppo cooperativo su base territoriale,  ha preferito orientarsi a puntare per la riforma del credito cooperativo, sulla holding unica , ipotesi prevista alla vigilia del Cdm.

CdG padoan

Il ministro Padoan: una decina banche hanno riserve da 200 mln, non tutte usciranno

Sono una decina più o meno le Bcc che attualmente hanno riserve per 200 milioni  – ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan uscendo da Palazzo Chigi – non significa che tutte devono uscire, ma hanno la possibilità di farlo» o trasformarsi in Spa”, aggiungendo che in ogni caso per fare la scelta “ci sono 18 mesi dall’approvazione della misura, un tempo sufficiente per aumentare la soglia, non si congela nulla ad oggi”.

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