Il dato emerge da un sondaggio svolto dalla tech company Fiscozen, che ha intervistato oltre 1200 liberi professionisti per inquadrare lo spazio e il valore dati al riposo nella vita di chi non lavora come dipendente. Sempre reperibili, con ferie difficili da programmare e che non sempre sono davvero riposanti. Sono le vacanze dei lavoratori in Partita Iva.
Le ferie sono ritenute importanti, se non fondamentali, dal 77% dei liberi professionisti, il 42% riesce a programmarle in anticipo, mentre il restante 58% si muove con poco preavviso e prevalentemente per brevi periodi. Il 65% preferisce restare in Italia, il mare è la meta preferita per rigenerarsi e la casa vacanza la soluzione abitativa più utilizzata. Poco più della metà, il 53%, dichiara tuttavia di non riposare abbastanza giorni per rendere al meglio delle possibilità durante l’anno.
In controtendenza rispetto all’immaginario, che vede il libero professionista in ferie per lunghi periodi e più volte nel corso dell’anno, dall’indagine emergere che il 34% fa meno di 15 giorni di vacanze su dodici mesi, il 49% tra i 15 e i 30 giorni e solo il 17% supera i 30 giorni. Pochi giorni e poco ristoratori: quando in vacanza, solamente il 19% riesce a staccare completamente dal lavoro, il restante 81% controlla quotidianamente email e telefono, mantenendo una certa reperibilità, oppure continua a lavorare, anche se a regime ridotto.

Un lavoratore in Partita iva su quattro, inoltre, ha l’abitudine di non comunicare il periodo di vacanza, nonostante questa venga rispettata dai clienti nel 55% dei casi, anticipando o posticipando consegne e richieste. La quasi metà restante, anche se informata dell’assenza, contatta comunque i professionisti facendo leva sul fatto che si tratti di richieste urgenti, veloci o comunque di condizioni eccezionali.
“Quando hai una tua attività è difficile non pensarci, anche in vacanza. È parte di te e della tua identità. Non mi sorprende che l’86% dei lavoratori in Partita Iva non include nei preventivi una cifra destinata a coprire i giorni di pausa, come invece avviene per i lavoratori dipendenti. Ma prima o poi tutti i liberi professionisti si trovano a fare i conti con le conseguenze, economiche e mentali, di non aver organizzato il proprio tempo in modo sostenibile. Alla fine è una questione di stile di vita: puoi scegliere quello che preferisci, ma non puoi ignorare l’impatto che ha sul tuo lavoro” dichiara Enrico Mattiazzi, CEO e co-founder di Fiscozen.