di Silvia Signore
In corso, a Milano da questa mattina, lo sfratto del centro sociale Leoncavallo di via Watteau nel quartiere di Greco. Sul posto sono presenti gli agenti della polizia di Milano, a supporto dell’ufficiale giudiziario per lo svolgimento delle operazioni di sgombero. Poliziotti e carabinieri si sono presentati nel centro sociale di via Watteau, occupato dal 1994, e hanno liberato gli spazi, dove in passato sorgeva l’ex cartiera di proprietà della famiglia Cabassi. Proprio a loro il ministro degli Interni deve tre milioni di euro come risarcimento danni per i mancati interventi delle forze dell’ordine negli anni passati, soldi che il Viminale ha a sua volta chiesto a Marina Boer, in qualità di rappresentante legale e quindi responsabile in solido dell’associazione “Mamme del Leoncavallo”. Per questo motivo, il Leoncavallo, nelle scorse settimane, ha lanciato una raccolta fondi con la speranza di reperire i 3 milioni di euro dovuti dalla Boer allo Stato.
Reparti mobili di polizia e carabinieri, affiancati dalla Digos, hanno cinturato la zona e sono quindi entrati nello spazio occupato abusivamente. Poco prima delle 10 alcuni militanti hanno cercato di entrare all’interno della struttura, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine

Lo sfratto era stato inizialmente notificato per il 9 settembre prossimo, tuttavia si è deciso di anticipare i tempi e l’intervento è scattato dalle 9 di questa mattina. I carabinieri hanno chiuso la strada all’altezza del ponte di via Antonio Fortunato Stella, mentre i poliziotti stanno chiudendo via Lucini per evitare che qualcuno riesca ad avvicinarsi all’ingresso del Leoncavallo. Verso le 9.30 sono arrivati i primi attivisti del centro sociale, che stanno assistendo alle operazioni di sfratto.
Sulle pagine dei socialnetwork del centro sociale sono iniziati gli appelli per un presidio fuori dallo stabile. “È uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po’ di cose”: questa mattina, lo sfratto dallo spazio di via Watteau, ha di fatto colto di sorpresa le Mamme del Leoncavallo, che stanno cercando di fare un punto della situazione. “Una cosa è certa il Leoncavallo è andato”, ammettomo con tristezza, parlando di “una tragedia, ma preferendo aspettare per altre dichiarazioni”.

Uno sgombero atteso dal 2003 su richiesta della proprietà, ma mai eseguito inoltre vent’anni è rinviato per oltre 130 volte. dopo una lunga – e ancora in corso – trattativa con il Comune per la possibile nuova sede di Porto di Mare, dopo decine e decine di tentativi di resistenza da parte degli occupanti, questa mattina il Leoncavallo è stato sgomberato. All’interno non c’era nessuno. Al momento non ci sarebbero problemi di ordine pubblico e le operazioni non avrebbero incontrato alcuna resistenza da parte degli occupanti.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, alla fine dello scorso luglio, aveva assicurato ai parlamentari lombardi di Fratelli d’Italia, che erano andati a incontrarlo a Roma, che avrebbe fatto sgomberare il Leoncavallo quanto prima. Nello stesso tempo, Alleanza Verdi-Sinistra aveva annunciato con una chiara provocazione che, avrebbe tenuto a settembre, a la sua festa nazionale proprio nella sede del centro sociale
“Nel corso della giornata di oggi gli agenti della questura di Milano saranno impegnati nelle operazioni di messa in sicurezza e di vigilanza dell’area circostante.”Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!” cioè “Fuori!”, scrive su X Matteo Salvini.