Sono in aumento in Italia i delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalle forze di Polizia e questa crescita riguarda soprattutto la micro-criminalità di strada. I reati segnalati nel 2024 sono stati 2,38 milioni, l’1,7% in più rispetto al 2023, in aumento del 3,4% sul 2019. Dati che consolidano la risalita in corso post-pandemia, seppur molto distanti rispetto ai valori di dieci anni fa (-15% rispetto al 2014). Le denunce nelle metropoli hanno un peso sempre maggiore rispetto al totale nazionale infatti è cresciuto anche il peso degli illeciti rilevati dalle forze di Polizia nelle città metropolitane: Milano, Roma e Firenze occupano il podio della nuova edizione dell’Indice della Criminalità del Sole 24 Ore che misura le denunce ogni 100mila abitanti.
Sono queste le principali evidenze messe in luce dalle statistiche della banca dati interforze del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, fornite in esclusiva al Sole 24 Ore del Lunedì. Il 2024 rappresenta, dunque, il quarto anno consecutivo di aumento delle denunce e diventa il secondo di fila in cui vengono superati i livelli di criminalità pre Covid (in sorpasso rispetto ai livelli del 2018). “Tralasciando il brusco calo degli illeciti nel 2020 a causa delle restrizioni anti-contagio, fino al 2019 avevamo assistito a un calo progressivo e costante di tutte le tipologie di reato. Ora, invece, assistiamo a una risalita della curva“, osserva Marco Dugato, ricercatore dell’osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica di Milano. “Gli incrementi di oggi – aggiunge il professore – possono essere considerati fisiologici a fronte delle criticità sociali ed economiche che il Paese sta attraversando. E anche le tensioni internazionali possono avere influenze sui fenomeni criminali”.

Le tendenze nazionali
Il 2024 ha visto consolidarsi l’aumento della criminalità in corso post-pandemia, anche se dai dati provvisori dei primi sei mesi del 2025 arriva già un primo segnale di miglioramento (-4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in base ai trend non consolidati del Viminale). Si ricorda che a giugno di quest’anno il Governo ha ottenuto il via libera definitivo del Parlamento al Decreto sicurezza (Dl 20/2025) che, tra le altre cose, introduce nell’ordinamento 14 nuovi reati, inasprisce alcune aggravanti ed estende il Daspo urbano.
In attesa di verificare quale impatto avrà la linea dura del Governo Meloni, per capire come sta cambiando il crimine in Italia è necessario andare oltre le oscillazioni annuali, osservando i trend di lungo periodo, con un particolare sguardo all’evoluzione della geografia degli illeciti penali. Nel 2024 i furti hanno riguardato il 44% delle denunce, in aumento del 3% su base annua. In particolare, a crescere maggiormente sono i furti in abitazione (+4,9%), i furti di autovetture (+2,3%), i furti con strappo (+1,7) e infine i furti con destrezza (+0,6%). «Bisogna sempre mettere questi dati in prospettiva», ricorda Dugato. «Se confrontati con le statistiche del 2014 – spiega – i furti risultano comunque in calo del 33 per cento. In pratica, sul lungo periodo i trend più recenti indicano una sostanziale stabilità, in particolare con alcune fattispecie di reato in risalita. E queste specificità non vanno sottovalutate». Gli incrementi più elevati sono quelli dei delitti di strada, tra cui spiccano anche le rapine (+1,8%), i reati legati agli stupefacenti (+3,9%) e le violenze sessuali (+7,5%). Salgono del 5,8% le lesioni dolose, dell’1,6% i danneggiamenti. In controtendenza contrabbando (-38%), incendi (-5,3%) e le truffe informatiche (-6,5%) che invertono la rotta dettata dalla diffusione delle tecnologie digitali.

Nello stesso anno, il 2024, sono state denunciate o arrestate 828.714 persone, in aumento del 4% sul 2023 ma in calo del 3% rispetto al 2019. I dati del Viminale offrono una fotografia aggiornata del numero di minori e di stranieri sul totale dei denunciati/arrestati. Entrambe le categorie registrano una crescita: i minori segnalati sono stati 38.247, in aumento del 16% sul 2023 e del 30% circa sul pre Covid. In particolare, un arrestato su quattro per rapina in pubblica via ha un’età inferiore ai 18 anni. Gli stranieri denunciati o arrestati nel corso del 2024 sono stati, invece, 287.396, in aumento dell’8,1% rispetto al 2019. Nel complesso, gli stranieri sono oltre un terzo dei segnalati, ma l’incidenza è quasi doppia (supera il 60%) per alcuni reati predatori come furti con destrezza, furti con strappo e rapine in pubblica via.
Il peso delle città metropolitane
Queste performance vanno contestualizzate: nelle 14 città metropolitane risiede il 36,2% della popolazione italiana; e durante il giorno nei grandi centri urbani agli abitanti si sommano turisti, pendolari e studenti, che di fatto triplicano la popolazione che vive sul territorio. Il tasso di delittuosità non può tenerne conto, ma nell’analisi delle statistiche del Viminale questa dimensione va tenuta in considerazione. “Solo nella Capitale arrivano tra 30-50mila turisti all’anno”, afferma l’ex procuratore di Milano, Francesco Greco, oggi con delega alla sicurezza presso il Comune di Roma.

Durante il giorno le città metropolitane spesso raddoppiano, rispetto ai residenti, il numero di persone che le attraversano per turismo, lavoro o studio. L’analisi deve tenere conto di questa dimensione, che determina maggiori ”opportunità criminali”, sia in termini di vittime che di autori di reati. Nelle aree densamente popolate c’è poi una maggiore complessità: la convivenza su larga scala genera maggiori conflitti. Basti pensare, per fare un esempio, ai luoghi di aggregazione della vita notturna, che spesso alimentano problematiche sul fronte della sicurezza e sono meno frequenti in zone rurali o piccoli paesi.
Azioni di contrasto alla criminalità, per presidiare meglio il territorio, possono tradursi in un maggior numero di denunce. “L’organizzazione del lavoro notturno delle forze di Polizia è spesso deficitario. Oltre alla videosorveglianza su cui stiamo investendo molto servirebbe un maggiore presidio durante le ore notturne“, lamenta Greco, commentando i dati della Capitale, sottolineando come però il potere dell’amministrazione comunale resti limitato. “Il Comune – spiega – affronta la situazione bendato perché non conosce i dati puntuali sui reati commessi per poter impostare azioni mirate di contrasto. Investiamo per diminuire il degrado nelle aree dismesse e aumentare il controllo del territorio, ma per il resto la responsabilità del sindaco è limitata“.
Alle complessità delle grandi città si affianca, in alcuni territori, una maggiore propensione alla denuncia. Questo aspetto emerge in modo evidente, affiancando i dati di Milano (6.952 reati ogni 100mila abitanti) a quelli molto inferiori di Napoli (4.479) o di Palermo (3.936).





