Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di personale del Gis (Gruppo Intervento Speciale), del 1^ Reggimento Tuscania, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Sicilia e Puglia, del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, di unitá Cinofile, delle Aliquote di Primo Intervento di Roma e Squadre Operative di Supporto del Reggimento ‘Lazio’ alle prime luci dell’alba, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma. Tra gli episodi contestati, anche un tentativo di sequestro di persona, e un tentativo di estorsione nei confronti di un gioielliere della Capitale su cui convergevano gli interessi anche del clan Di Lauro, attivo nella provincia di Napoli, da parte di un malvivente romano che avrebbe lasciato falsamente intendere di essere un emissario della famiglia Senese, determinando così la reazione violenta sia del sodalizio campano che di quello capitolino, rappresentato da Angelo Senese, fratello del più noto Michele, con conseguente richiesta ‘risarcitoria’.

Sventato un tentativo di sequestro del menzionato soggetto da parte dei predetti gruppi criminali, allo scopo di indurlo, previa tortura, a reperire e corrispondere l’ingente somma di denaro. Quest’ultimo evento è stato scongiurato in extremis grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma: i militari, mentre l’uomo stava per essere portato dai propri aguzzini nella cantina ove sarebbe poi stato segregato, hanno fermato tutti per un controllo, di fatto “salvandogli la vita”, arrestandolo per una precedente azione estorsiva di cui si era reso protagonista.

Tra gli arrestati ci sono Angelo Senese, fratello del super boss Michele, Ettore Abramo detto “Pluto” in passato stretto collaboratore del capo ultràs della Lazio, Fabrizio Piscitelli meglio noto come “Diabolik“, ucciso a Roma il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti, Girolamo Finizio, detto “Cillo“, nipote di “Michele ‘o pazzo” e capo ultrà romanista del Gruppo Quadraro, i fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi, anche loro vicini ad ambienti ultrà recentemente oggetto di indagine per estorsioni e appalti anche nel Veneto a Cortina d’Ampezzo, insieme con Kevin Di Napoli, ex pugile di Ostia, già vittima di un agguato a Casoria, nel napoletano, preso di mira anche l’estate scorsa con una bomba che ha gravemente danneggiato la palestra di suo padre Gianni Di Napoli,in via delle Azzorre.
L’indagine è partita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e ha permesso di mettere insieme vari episodi criminosi: due tentati omicidi avvenuti in città, una estesa rete di spaccio di droga ed una vicenda di estorsione che vede coinvolti ambienti criminali romani e napoletani. Nel corso delle fasi esecutive dell’ordinanza, questa mattina, sono stati inoltre arrestati, in flagranza, altri due soggetti, in quanto trovati in possesso di sostanza stupefacente (1,3 kg di cocaina e 300 gr. di hashish);Nel corso delle perquisizioni sono stati inoltre sequestrati 13 orologi di pregio del valore stimati di circa 350mila euro, ritenuti provento di attività illecita.

“Cioè, qui stiamo parlando de.. che è il capo di Roma! Il capo… il boss della camorra romana! Comanda! Comanda tutto lui!”. Esagerate o meno che appaiano, le affermazioni di questa vecchia intercettazione danno un’idea del peso percepito nella criminalità romana e non solo del boss 63enne Michele Senese, detto “O’pazz”, il cui clan venne colpito nel 2020 da 28 arresti (16 in carcere) e il sequestro di 15 milioni di euro. “La notorietà della famiglia Senese — scriveva il gip Annalisa Marzano nella sua ordinanza cautelare del 2020 — era così diffusa che bastava evocare il nome del clan per persuadere i destinatari della intimidazione a piegarsi ovvero per frenare velleità di altri concorrenti del crimine organizzato di espandere il proprio controllo su zone, affari o ancora su canali di impresa già controllati dal clan di impronta camorristica“.
Il “boss” attualmente detenuto in carcere a Catanzaro compare con un ruolo da protagonista in tutti gli snodi e le alleanze criminali degli ultimi 30 anni nella Capitale e sul litorale, coltivando rispettati rapporti con i Fasciani, i Casamonica, i Gambacurta, le emanazioni delle famiglie calabresi e siciliane e persino con con Fabrizio “Diabolik” Piscitelli, cresciuto nel suo mito e probabilmente ucciso nel tentativo di mettersi al suo livello.





