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5 Maggio 2024 19:40
5 Maggio 2024 19:40

M5S in crisi per la richiesta di rinvio a giudizio per frode fiscale del deputato grillino Riccardo Tucci

Il silenzio di Conte e del M5S sul caso di Riccardo Tucci, che è stato uno dei volti più esposti del M5S in Calabria, impegnandosi moltissimo in campagna elettorale per il leader del movimento Giuseppe Conte Interi pezzi di Mezzogiorno sono agitati dal malcontento tra gruppi politici rivali
di Valentina Rito

Riccardo Tucci, allora candidato del Movimento 5 stelle alla Camera, oggi eletto deputato, quando gli si faceva notare che il partito di “onestà onestà”… candidava un uomo su cui pendeva una richiesta di giudizio per una presunta frode fiscale di importi considerevoli, che avrebbe generato una notevole evasione fiscale, rispondeva con queste parole: “Il M5s nel 2017 ha modificato il Codice etico e per non essere candidabile è necessaria una condanna in primo grado. Io non sono neanche stato rinviato a giudizio”. . In quell’epoca diceva la verità: non era ancora stato rinviato a giudizio, nonostante la richiesta della Procura di mandarlo a processo fosse del luglio 2021. Ma non diceva la verità e raccontava una sua ricostruzione dei fatti non completa, che si è appena arricchita di un nuovo ulteriore capitolo.

Giovedì della scorsa settimana, è saltata l’udienza preliminare per la quarta volta in un anno e mezzo  nella quale il giudice avrebbe dovuto decidere della richiesta di rinvio a giudizio di Riccardo Tucci da parte della Procura di Vibo. Questa volta l’impedimento è stato di uno dei difensori, mentre in precedenza si erano avvicendati errori di notifiche o il covid di alcuni degli avvocati. L’udienza è stata rinviata al 30 marzo 2023, e la prescrizione comincia a diventare una opzione non più impensabile.

La Procura di Vibo chiede il processo per il deputato Tucci del M5S per due ragioni. La prima è la presunta emissione di fatture false del socio della sua società, fatture per 701.500 euro per “operazioni oggettivamente inesistenti”, e connesse dichiarazioni fraudolente. La prima accusa riguarda il fatto che secondo quanto scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio Riccardo Tucci con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018“, si sarebbe “consentita l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”. Per questi importi: 18.300 euro nel 2014, 222.400 euro nel 2015, 204.600 euro nel 2016, 219.600 euro nel 2017, 36.600 euro nel 2018, come accertato dalla Guardia di Finanza previa consultazione delle banche dati dell’ Agenzia delle Entrate.

La seconda accusa riguarda un altro caso specifico: secondo i pm, Riccardo Tucci, da rappresentante legale della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” fino al 19 marzo 2018, “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 e in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a 9mila euro”. Il reato porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016.

Secondo i magistrati, la frode sarebbe stata ideata “tecnicamente” da Vincenzo Schiaviello socio del Tucci: gli investigatori, riporta il decreto del Gip, “hanno acclarato la verosimile esistenza di un complesso meccanismo di frode fiscale messo in atto attraverso l’utilizzo di società “cartiere”, apparentemente terze rispetto alla società verificata“.

Chiaramente nessuno è colpevole prima di una sentenza definitiva, e tantomeno lo si è per un’indagine e una richiesta di rinvio a giudizio, ma la vicenda giudiziaria che coinvolge Tucci sta diventando sempre più imbarazzante politicamente per il M5S, e sta creando non pochi mugugni interni, non solo in Calabria, dove Riccardo Tucci è stato uno dei volti più esposti del M5S locale, impegnandosi moltissimo in campagna elettorale per il leader del movimento Giuseppe Conte, ma ad essere oggetti di malumori e critiche sono anche altri componenti della sua famiglia: tra gli indagati della Procura compare anche Adriano Tucci, cugino del deputato grillino, che avrebbe ereditato la gestione della cooperativa una volta che il cugino Riccardo è volato in Parlamento.

Ad Adriano Tucci la Guardia di Finanza, in esecuzione del decreto del Gip del Tribunale di Vibo, Marina Russo, ha notificato un decreto di sequestro per 19.200 euro. Peggio ancora è andata all’ex socio di Riccardo Tucci, ovvero Vincenzo Schiavello, 48 anni, di Vibo Valentia, che si è visto notificare un decreto di sequestro per più di 775mila euro e l’interdizione di 12 mesi per l’attività di impresa.  

La cooperativa “Autoelettrosat” in liquidazione è stata costituita il 9 marzo 2011 da Luigino Schiavello (nominato amministratore unico), da Vincenzo Schiavello e da Riccardo Tucci ed ha cessato l’attività nel 2017 venendo formalmente cancellata dal registro delle imprese il 25 giugno 2018. Fino a quella data la società aveva avuto sede legale, domicilio fiscale e luogo di esercizio a Vibo Valentia in contrada Colamazza ed ha esercitato servizi di verifica e controllo dell’installazione e disinstallazione di apparecchiature elettroniche, controllo di qualità e certificazione di prodotti. Oltre a Domenico Garcea, 36 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello), indagato, ed a Riccardo Tucci, dal decreto del gip si ricava che figurava tra i soci cooperatori anche Stella Franzone cioè l’attuale compagna di Riccardo Tucci che però non risulta indagata nell’inchiesta.

Va però segnalato  per dovere di cronaca che il padre di Stella Franzone (attuale compagna di Riccardo Tucci), cioè Nicola Franzone, è persona ben “nota” alle forze dell’ ordine in quanto è stato arrestato il 18 luglio 1994 per usura ottenendo i domiciliari il 4 agosto 1994 e la rimessione in libertà il 15 novembre 1994. Il 7 giugno 2001 è stato affidato in prova ai servizi sociali. Nicola Franzone è inoltre fratello di Domenico Franzone, 64 anni, di Vibo Valentia, alias “Chianozzo”, condannato il 29 dicembre scorso nell’operazione ‘Mbasciata a 4 anni per concorso in estorsione ai danni di due imprenditori che stavano eseguendo dei lavori fognari a Vibo. 

Domenico Franzone  oltre ad essere stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa a 12 anni nell’operazione “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco si trova attualmente detenuto per l’inchiesta “Rinascita-Scott” rispondendo sempre di associazione mafiosa (clan Lo Bianco) per un arco temporale differente da quello per il quale è già stato condannato in “Nuova Alba”. Dagli atti delle inchieste si ricavano inoltre diversi “controlli” sul territorio a Vibo fra i due fratelli Franzonepadre e zio della compagna del deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Tucci, alle prese ora con l’inchiesta della Guardia di Finanza (Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, guidato dal Maggiore Giuseppe Froio) coordinata dal procuratore di Vibo Camillo Falvo e dal pm Concettina Iannazzo, da cui si è ieri dichiarato estraneo ed intenzionato a dimostrare la propria innocenza.

Allorquando era saltata la terza udienza preliminare – che era peraltro concomitante con la campagna elettorale per le ultime elezioni politiche ,  Riccardo Tucci si difendeva sostenendo di non essere ancora neanche rinviato a giudizio, coinvolgendo il M5S e il suo leader Conte, affermando che erano al corrente di tutto: “Da due anni ho consegnato tutti i documenti sulla mia situazione ai vertici del Movimento e evidentemente hanno valuto anche loro la mia posizione“.

Riccardo Tucci era stato iscritto precedentemente a Rifondazione comunista, ed era partito nel M5S come ammiratore di Grillo, poi veniva considerato “DiMaiano”, prima di diventare, negli ultimi anni, un acceso sostenitore in Calabria di Conte. Subito dopo il voto spiegava che tutto il risultato del M5S si doveva all’ “avvocato del popolo” e alla sua battaglia per il reddito di cittadinanza: “Conte ha rappresentato l’80 per cento della forza e in ciascun collegio l’80 per cento è dato dalla sua figura, questo è innegabile“. Tucci è anche un acceso sostenitore di una linea politica interna al M5S che porti all’alleanza col Pd, ma a condizione di un nuovo segretario che non sia Enrico Letta. In pratica ripete come un pappagallo quella che sembra essere la linea dei vertici del movimento. E soprattutto, è stato l’uomo scelto dai vertici grillini per fare da cinghia di trasmissione tra il territorio calabrese e Roma. Ma interi pezzi del M5S nel Mezzogiorno sono agitati dal malcontento tra gruppi politici rivali, nel mare di quello che era il Movimento 5 stelle.

A proposito, chissà se l’on. Tucci, nel rispetto del concetto-slogan di “onestà-onestà” avrà il coraggio e l’onesta intellettuale di rinunciare ad una eventuale prescrizione nel giudizio che lo vede coinvolto …

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