Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Mattia Fiorentini, davanti al quale lo scorso 23 luglio si erano svolti gli interrogatori preventivi, ha emesso l‘ordinanza per i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Sei arresti nell’inchiesta sull’urbanistica a Milano: carcere per Andrea Bezziccheri, imprenditore e patron della Bluestone, mentre gli altri cinque indagati vanno ai domiciliari: l’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, il fondatore della Coima Manfredi Catella, l’ ex componente della Commissione paesaggio del Comune di Milano e l’ex presidente della stessa Commissione Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano.

Gip: “Da privati pressioni su Sala per ottenere progetti milionari”
Per il giudice delle indagini preliminari che ha disposto l’arresto per sei indagati, sussistono i “gravi indizi di colpevolezza”, con esclusione di due episodi di corruzione nei confronti dell’ex presidente della Commissione per il paesaggio Giuseppe Marinoni e del progetto ‘Pirellino‘ che coinvolgeva, tra gli altri, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e l’imprenditore Manfredi Catella. Questa vicenda chiamava in causa, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala indagato nell’inchiesta sulla rigenerazione urbana per induzione indebita e falso.
“Quanto alle esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di reati il giudice – si legge in una nota del Tribunale di Milano – ne ha ritenuto la sussistenza ed ha valutato che le stesse possano essere soddisfatte con le diverse misure cautelari applicate“. Viceversa non sono state ritenute dal giudice sussistenti le esigenze cautelari per quanto attiene il concreto e attuale pericolo di fuga.
Il sistema messo in atto da alcuni degli indagati nell’inchiesta sull’urbanistica “è così avviato, consolidato e recepito – tanto da essere stato addirittura ‘istituzionalizzato’, con il conferimento, nel gennaio del 2023, del patrocinio comunale allo studio condotto da Giuseppe Marinoni sui nodi e sulle porte metropolitane di Milano – che i privati si permettono di esercitare pressioni sulle più alte cariche istituzionali (compreso il sindaco Sala) per ottenere l’approvazione di progetti milionari, prospettando, altrimenti, una sospensione degli investimenti e iniziative giudiziarie“.
“Il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza. Come emerso in più frangenti – non da ultimo il tentativo di ottenere la promulgazione di una legge dello Stato (meglio conosciuto come decreto ‘salva Milano’) che legittimasse, attraverso interpretazioni autentiche ex post, le ortopedie linguistiche e tecniche poste alla base di titoli edilizi rivelatisi illegittimi, nonché gli inammissibili discostamenti da norme morfologiche cogenti – tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo edificatorio cittadino, che fossero professionisti, politici e imprenditori, erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori”, scrive il giudice.

In particolare il gip Fiorentini ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’imprenditore Andrea Bezziccheri e di arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Pella Federico, e Manfredi Catella. Le indagini della Procura di Milano sull’urbanistica, scrive il gip, “hanno progressivamente restituito un sistema tentacolare e sedimentato, nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni – in una commistione inestricabile di conflitto di interessi, mercimonio della funzione pubblica, paraventi istituzionali e propaganda (in termini di rigenerazioni urbane e progetti faraonici) – prospera piegando a proprio uso le regole esistenti, interpretandole capziosamente, ove possibile, o aggirandole in maniera occulta (persino cercando di far approvare dal Parlamento uno scudo di impunità)”
“Professionisti e imprenditori che dettano le regole (addirittura contribuendo a legiferare) pur di mantenere i privilegi acquisiti – da un lato – e pubblici ufficiali che perseguono i propri interessi privati, subappaltano agli speculatori la pianificazione del territorio, si comportano da commerciali d’azienda e svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti – d’altro lato – rivelano l’esistenza di un fronte comune, che travalica i ruoli dei suoi militanti” aggiunge il giudice.
Nei rispettivi interrogatori preventivi, “nessuno ha ammesso le proprie responsabilità, né tantomeno l’esistenza di un ‘sistema’ quale quello sino a ora descritto. La scelta di tale strategia difensiva – che, sia ben chiaro, è legittima e insindacabile – è tuttavia sintomatica del fatto che nessuno degli indagati abbia voluto prendere le distanze dal meccanismo che li trova, sostanzialmente, accomunati da interessi convergenti, sia sul piano economico, sia su quello politico“.
Il giudizio del gip su Marinoni
La premessa del giudice è che “perché si realizzi il reato di induzione indebita, occorre che venga prospettato un indebito vantaggio al destinatario della condotta induttiva, portato a cedere alle pressioni ricevute per ricavarne una propria utilità e quindi convinto, grazie a questa leva, ad accettare la subornazione e produrne intenzionalmente un vantaggio ingiusto, incamerato dal pubblico ufficiale o da un terzo da questi individuato“. Per il gip invece Marinoni “cedeva alle insistenze non perché allettato da qualcosa, né tanto meno perché coartato, ma semplicemente in quanto indegno a ricoprire un incarico pubblico che lo avrebbe voluto terzo e imparziale”. Insomma, un giudizio morale sferzante su uno degli uomini chiave della vicenda, ma in questo caso senza risvolti penali. I pm avranno comunque la possibilità di continuare a esplorare questa ipotesi di reato negata da Fiorentini ma è chiaro che gli argomenti del giudice potrebbero indurli a una riflessione.
Le accuse e la posizione del sindaco Sala
Una ‘vittoria’ non piena però, per la procura, perché lo stesso giudice nelle 400 pagine in cui motiva le misure cautelari mette in forte discussione una delle accuse, la più grave, ipotizzata per il sindaco Giuseppe Sala, quella relativa al parere favorevole per il Pirellino, uno dei tanti grattacieli all’ombra dei quali si sarebbero consumate le trame illecite.
La posizione del primo cittadino del quale il gip non si occupa perché non era tra i ‘candidati‘ all’arresto in quanto solo indagato, si alleggerisce indirettamente così come quella dell’architetto Stefano Boeri. Il giudice non mette in discussione le pressioni di Catella e Boeri sulla commissione Paesaggio e sul sindaco ma è proprio a livello giuridico che il reato non starebbe in piedi perché a Marinoni non sarebbe stato prospettato “alcun vantaggio” nel favorire Catella.
Le indagini dei magistrati Petruzzella, Filippini e Clerici non si fermeranno nemmeno ad agosto. I pm hanno messo nel mirino altri progetti, alcuni segnalati nei numerosi esposti presentati da cittadini, e tra questi anche lo stadio San Siro. Di sicuro questa non è stata l’ultima ‘puntata’ di una storia giudiziaria che sembra solo all’incipit.