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7 Luglio 2025 23:58

Il sindaco di Bari Leccese è il terzo più amato d’Italia. Emiliano terzultimo tra i governatori. La “sorpresa” Episcopo a Foggia: 19esimo posto.

La classifica è basata sui risultati dell’analisi annuale per il Sole 24 Ore su sindaci e governatori, "Governance Poll", realizzata da "Noto Sondaggi" e che mette a confronto la percentuale di gradimento con i voti ottenuti alle elezioni

Per la prima volta il Governance Poll per il Sole 24 Ore incorona un sindaco di Fratelli d’ItaliaMarco Fioravanti, al suo secondo mandato alla guida di Ascoli Piceno, apre infatti l’edizione 2025 della rilevazione annuale svolta da Noto Sondaggi per rilevare il gradimento dei sindaci. Lo sprint di Fioravanti manda al secondo posto Michele Guerra, sindaco di Parma e vincitore lo scorso anno, mentre a chiudere il podio interviene un ex aequo fra una novità e una conferma.

Terzo posto per il primo cittadino di Bari Vito Leccese, al terzultimo invece fra i presidenti di Regione per il governatore pugliese Michele Emiliano. Questo il risultato della “Governance Poll”, l’analisi annuale sui sindaci cittadini e governatori, realizzata dall’Istituto demoscopico “Noto Sondaggi” per il Sole 24 Ore e che confronta l’attuale percentuale di gradimento confrontandola con la percentuale di voti conquistata al momento dell’elezione. Assente nella classifica la città di Taranto, andata al voto a maggio scorso con la vittoria a sindaco, per il centrosinistra di Piero Bitetti.

I seguenti 10 Sindaci non sono stati testati in quantoNuoro il sindaco è stato eletto a giugno 2025, Bolzano il sindaco è stato eletto a maggio 2025, Trento il sindaco è stato eletto a maggio 2025, Caserta il Sindaco non è in carica in quanto il Comune è stato sciolto, Genova il Sindaco è stato eletto a maggio 2025, Matera il Sindaco è stato eletto a maggio 2025, Taranto il Sindaco è stato eletto a maggio 2025, Ravenna il Sindaco è stato eletto a maggio 2025, Pordenone il Sindaco è stato eletto ad aprile 2025, Prato il Sindaco si è dimesso e quindi non è in carica.

Il sindaco di Bari, Vito Leccese

Il sindaco di Bari, Leccese, giunto al suo primo anno in carica, al terzo posto della classifica , posizione condivisa con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, con il 61% di gradimento, anche se si riscontra un calo di gradimento rispetto al 70,3 per cento grazie al quale poco più di un anno fa con il centrosinistra nel secondo turno di ballottaggio ha vinto la guida del Comune di Bari. La presenza di Leccese sul podio conferma le performance del suo predecessore Antonio Decaro che, al suo primo anno da sindaco si classificò al secondo posto, preceduto da Dario Nardella sindaco di Firenze), in seguito diventato primo nelle successive rilevazioni sul gradimento da parte dei cittadini.

Tra gli altri primi cittadini di puglia in classifica, ottimo risultato per le prime “sindache” , a guida centrosinistra, di Foggia, Maria Aida Episcopo, al 19esimo posto con il 57% di gradimento, e di Andria, Giovanna Bruno, al 34esimo gradino con il 55%. Per le amministrazioni comunali di centrodestra invece c’è il 65esimo posto per Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce, con il 52% di gradimento e in salita rispetto alle percentuali ottenute un anno fa per il suo ritorno a Palazzo Carafa. Il sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna si piazza soltanto al 93esimo posto con il 46% di gradimento.

(fonte: Sole24ore)

Nelle Regioni rivince Fedriga: Zaia secondo, Giani vola

Differente la classifica dei 18 presidenti di Regione a elezione diretta nella sua edizione 2025. dove il tradizionale primato nordestino procede indiscusso e vede quest’anno la conferma al primo posto di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della conferenza delle Regioni, seguito dal veneto Luca Zaia. Il primato è da anni, affar loro ma appena sotto la graduatoria ci sono diverse novità. Alberto Cirio, al secondo mandato in Piemonte, continua a consolidare il proprio consenso, e con il 59% di cittadini che si dicono disposti a rivotarlo in caso di elezioni conquista la medaglia di bronzo completando quindi un podio quindi monopolizzato dal centrodestra del Nord.

Il governatore pugliese Michele Emiliano è in pratica terzultimo classificandosi al 16esimo posto,, con un indice di gradimento del 44,5%. Sotto di lui, con appena un distacco di solo di mezzo punto, ci sono i colleghi governatori del Lazio, Francesco Rocca, e del Molise Francesco Roberti. In Toscana invece Eugenio Giani corre, con un 58,5% di consensi che segna un + 6,5% rispetto all’anno scorso e addirittura un +13,5% nel confronto con l’edizione 2023.

I numeri sorridono anche a Francesco Acquaroli nelle Marche: con un salto del 7,5% sul 2024 (e del 5% rispetto all’anno prima) abbandona l’ultimo posto e raggiunge una maggioranza assoluta (50,5%) che lo fa salire in dodicesima posizione.Le maglie nere in fondo alla classifica sono due. E toccano al molisano Francesco Roberti, che anche sull’onda dell’indagine per corruzione avviata a febbraio crolla di 13,5 punti percentuali in 12 mesi e si attesta al 44%, e a Francesco Rocca, che nel Lazio continua a declinare nel gradimento (-3,5% e -10% nel confronto con gli ultimi due anni).

(fonte: Sole24ore)

Questo per le Regioni è un anno elettorale, con le urne attese in autunno in Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia oltre che in Valle d’Aosta, non testata dal Governance Poll perché lì non c’è l’elezione diretta del presidente.

L’attenzione all’appuntamento con i seggi è tesa, a seguito del mancato accordo nella maggioranza di Governo, e quindi parlamentare sul terzo mandato che avrebbe consentito la ricandidatura di Zaia in Veneto e quella di De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia aprendo nuovi contrasti all’interno delle stesse coalizioni che li esprimono.

Oggi di conseguenza si è tornati a discutere di un possibile rinvio del voto alla primavera del 2026, chiesto prima di tutto dal presidente campano De Luca: con la motivazione ufficiale dell’incrocio fra la scadenza annuale, figlia dello slittamento eccezionale nel 2020 invaso dal Covid, e la chiusura dei bilanci regionali, e con un occhio alla possibile ricaduta di una riapertura del tira e molla sul limite ai mandati. Anche se la questione è complessa, investe l’ormai intricatissima architettura dei limiti nei Comuni (niente vincoli sotto i 5mila abitanti, tre mandati da 5mila a 15mila e due sopra quella soglia) e avrebbe quindi bisogno di una riflessione organica (e plausibilmente condivisa fra maggioranza e opposizione).

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