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22 Dicembre 2025 04:24

La Procura di Milano interviene sul caso Signorini: dopo la denuncia sequestrati i materiali di Fabrizio Corona per revenge porn. Tutti i retroscena

La Procura ambrosiana dopo la denuncia di Alfonso Signorini per l’ipotesi di "revenge porn" ha disposto il sequestro dei materiali realizzati da Fabrizio Corona per il suo format "Falsissimo" trasmesso su You Tube . Bloccata la pubblicazione della seconda puntata.

La Procura ha disposto il sequestro del materiale montato da Fabrizio Corona, che è bene ricordare non essere un giornalista, nell’ambito del suo format online a pagamento “Falsissimo“, in particolare quello legato alla seconda puntata dedicata al caso che coinvolge Alfonso Signorini. Il provvedimento è arrivato dopo la denuncia per l’ipotesi di revenge porn depositata dai legali del conduttore del “Grande Fratello Vip . La puntata, inizialmente annunciata nei giorni scorsi, è stata quindi bloccata ed interdetta dalla trasmissione  in attesa delle necessarie verifiche degli inquirenti.

Secondo quanto reso noto dall’avvocato Ivano Chiesa, legale di Corona, il materiale è stato acquisito perché ritenuto potenzialmente rilevante ai fini dell’indagine. L’ipotesi di reato contestata sarebbe appunto quella di revenge porn, fattispecie che ha consentito alla Procura di poter intervenire ed agire in via preventiva. “Hanno sequestrato tutto ciò che, a loro avviso, potrebbe essere collegato al reato ipotizzato
“, ha sostenuto Chiesa, sostenendo però che a suo parere, non vi sarebbero gli estremi per configurare questa accusa. Il difensore auspica adesso un’analisi rapida e approfondita del materiale da parte dei magistrati.

L’avvocato Chiesa ha confermato che l’intervento è avvenuto nelle prime ore del mattino e ha ribadito la posizione del suo assistito: Corona respinge l’idea che si tratti di una forma di diffusione illecita di contenuti privati, sostenendo che il lavoro svolto rientrerebbe nel diritto di informare su fatti di interesse pubblico. Ma sia il legale che il suo assistito pluri-condannato Fabrizio Corona non è un giornalista e quindi non può avvalersi di alcun diritto di informare giornalisticamente su qualsiasi vicenda.

Nonostante l’intervento della magistratura l’ex estorsore dei vip ha annunciato l’intenzione di andare avanti con il progetto, spiegando di aver già rimesso mano ai contenuti per realizzare una nuova versione della puntata. “Stiamo rifacendo tutto”, ha scritto, promettendo ulteriori rivelazioni. Ecco cosa accade quando si lascia a piede libero una persona condannata per estorsione.

l’arroganza folle di Corona, che calpesta persino le decisioni della magistratura. Sino a quando ?

Il “caso Signorini”

La vicenda nasce dalla prima puntata di “Falsissimo” intitolata Il prezzo del successo, nella quale il noto pregiudicato Fabrizio Corona (il cui curriculum con i precedenti giudiziari parla molto bene….) ha lanciato pesanti accuse sostenendo il teorema di un presunto “sistema” che avrebbe operato all’interno del mondo televisivo. Accuse infamanti che Alfonso Signorini ha respinto, affidandosi ai propri legali e scegliendo opportunamente di non entrare nel merito delle dichiarazioni.

Tra i materiali acquisiti dagli inquirenti ci sarebbe anche un’intervista inedita ad Antonio Medugno, un ex concorrente del Grande Fratello Vip. In base a quanto anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Corona, il Medugno avrebbe deciso di raccontare in prima persona la propria esperienza avanzando gravissime accuse nei confronti di Signorini. La pubblicazione dell’intervista, al momento, è stata bloccata in attesa delle valutazioni della magistratura.

Fabrizio Corona ed Antonio Medugno

I precedenti di Fabrizio Corona

Nel corso della sua prima detenzione a San Vittore per l’inchiesta “Vallettopoli, Corona corruppe con 4.000 euro ad un agente della Polizia Penitenziaria per farsi consegnare una macchina fotografica con cui realizzò un servizio fotografico che vendette ricavandone 20.000 euro. Per tale vicenda l’8 marzo 2010 venne condannato con rito abbreviato a 1 anno e 8 mesi per corruzione; la pena tenne conto anche di un suo risarcimento spontaneo di 8.000 euro al ministero della Giustizia. Il 26 marzo 2012 in appello la condanna venne ridotta ad 1 anno, 2 mesi e 5 giorni,  che il 4 giugno 2013 venne convalidata dalla Corte di Cassazione.

Corona, attraverso l’avvocato-senatore Ignazio La Russa, si rivolse a Giorgio Napolitano, all’epoca dei fatti Presidente della Repubblica chiedendo una grazia parziale che gli avrebbe consentito l’accesso ad una pena alternativa. Nel 2015 i legali di Corona ne chiesero la detenzione domiciliare presentando una consulenza psichiatrica di parte in cui si affermava fosse affetto da psicosi. Una relazione dei medici del carcere di Opera certificò l’esistenza di problemi di natura psicologica ed una cura con psicofarmaci. Il sostituto PG Giulio Benedetti tuttavia espresse parere negativo alla richiesta e successivamente il Tribunale di Sorveglianza di Milano dispose un’ulteriore perizia psichiatrica per Corona, i cui risultati vennero depositati dal primario dell’ospedale San Paolo di Milano.

Fabrizio Corona è stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione per detenzione e spendita di denaro falso, cui si aggiunsero per il secondo fatto avvenuto in continuazione, altri 4 mesi di carcere, poi convertiti in una sanzione di 4.560 euro, e 300 euro di multa.

Nel periodo della sua prima detenzione a San Vittore per l’inchiesta “Vallettopoli”, Fabrizio Corona corruppe con 4.000 euro un agente della Polizia Penitenziaria per farsi consegnare all’interno del carcere una macchina fotografica con cui realizzò un servizio fotografico che vendette ricavandone 20.000 euro. Per questa vicenda l’8 marzo 2010 venne condannato con rito abbreviato a 1 anno e 8 mesi per corruzione; pena che tenne conto anche di un suo risarcimento spontaneo di 8.000 euro al ministero della Giustizia. Il 26 marzo 2012 in appello la condanna venne ridotta ad 1 anno, 2 mesi e 5 giorni e poi convalidata il 4 giugno 2013 dalla Corte di Cassazione, ed andò a sommarsi alle precedenti condanne nei confronti di Corona divenute definitive.

Dopo oltre due anni (per la precisione 823 giorni) di detenzione nel carcere di Opera, il 18 giugno dello stesso anno il giudice di sorveglianza dispose la sospensione della pena per motivi di salute e l’affidamento di Corona in prova ai servizi sociali presso la comunità Exodus di Don Mazzi, dove avrebbe dovuto scontare una pena residua di 5 anni. Il 27 ottobre 2015 il tribunale di sorveglianza milanese, in maniera a dir poco leggera, concesse poi l’affidamento in prova ai servizi sociali sul territorio.

Il 7 ottobre 2016, su richiesta del PM Alessandra Dolci e del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano sequestrò a Corona, allora affidato ai servizi sociali, 1,7 milioni di euro in contanti rinvenuti nel controsoffitto di una casa appartenente ad un uomo, ritenuto di fatto l’amministratore di una società, che portò in seguito alla revoca del provvedimento con cui fu affidato in prova ai servizi sociali in quanto accusato di intestazione fittizia di beni, che si sarebbe consumata nel corso dell’affidamento. Il 10 ottobre venne quindi arrestato e portato per la seconda volta nel carcere di San Vittore..Nello stesso anno gli venne inoltre sequestrata un’abitazione in quanto ritenuta intestata a prestanomi.

Trascorsi ulteriori 499 giorni di detenzione, il 21 febbraio 2018 il Tribunale di Sorveglianza di Milano commise la leggerezza di disporre un secondo affidamento provvisorio e terapeutico in una comunità di Limbiate, consentendogli anche di utilizzare l’abitazione sequestrata per dormire. Ed in seguito gli fu permesso di tornare a svolgere la propria attività lavorativa, estendendo gli orari in cui poteva restare fuori casa, e consentendogli l’uso di telefono e social network per promuovere il proprio lavoro.

Fabrizio Corona ed il suo legale Ivano Chiesa

Il 25 marzo 2019 Corona venne riportato in carcere dopo che il magistrato di sorveglianza del tribunale di Milano sospese l’affidamento terapeutico; la decisione venne adottata a causa di sue numerose violazioni alle prescrizioni, tra cui il non aver comunicato parte dei suoi spostamenti al commissariato di zona, un’intervista a Non è l’Arena in cui incredibilmente si definiva stanco degli obblighi imposti ed, infine, il comportamento assunto durante una puntata de “L’isola dei famosi “nel corso di un intervento relativo ad un presunto tradimento della moglie di Riccardo Fogli. Il 19 aprile 2019 il tribunale dispose quindi la revoca dell’affidamento in prova, prevedendo anche che 5 dei mesi già scontati da Corona, non venissero ritenuti validi per l’espiazione della pena complessiva.

Trascorsi ulteriori 257 giorni di detenzione nel carcere milanese, il 7 dicembre 2019 venne trasferito in un istituto di cura vicino a Monza, dove venne sottoposto a cure psicologiche per il progredire di disturbi della personalità borderline, associati a tendenze narcisistiche ed episodi depressivi. Nel 2020 venne ripreso fuori da un residence di Milano nel quale stava scontando gli arresti domiciliari; il 12 giugno dello stesso anno la Cassazione dispose che lo stesso Corona non dovesse scontare la pena aggiuntiva di 9 mesi per la revoca dell’affidamento in modo retroattivo. Il 18 marzo 2021 la prima sezione penale della Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori di Corona e, accogliendo la richiesta del PG di Milano Antonio Lamanna, ha disposto di non conteggiare i 9 mesi di reclusione già scontati in affidamento terapeutico tra febbraio e novembre 2018, disponendo che lo stesso Corona dovrà scontarli nuovamente !

L’11 marzo 2021, a seguito di numerose reiterate violazioni rilevate dai magistrati, il Tribunale di Sorveglianza ne ha disposto il ritorno in carcere. Contro tale decisione Corona si ferì ai polsi e venne ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda, ove iniziò per protesta, uno sciopero della fame, conclusosi dopo circa tre settimane. Nella sera del 22 marzo venne trasferito in regime di detenzione presso il carcere di Monza.

Lo stesso anno e siamo ancora nel 2021 il PG della Corte d’Appello di Milano Antonio Lamanna – dopo la diffusione di un video pubblicato da Corona su Instagram con il quale attaccava i giudici a seguito della revoca del differimento pena in detenzione domiciliare – ha sporto una querela per minacce nei suoi confronti; la denuncia oggetto di valutazione dalla procura di Brescia, competente per i reati commessi verso i magistrati del foto milanese.

Nel 2023, secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche, Corona è stato indagato per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta a carico di un carabiniere e di un politico di Mazara del Vallo, dove quest’ultimi, sempre secondo quanto riportato dalle testate giornalistiche, sarebbero venuti in possesso illegalmente di materiale riservato sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro, ed avevano tentato di venderlo al direttore di Mow, il quale denunciò l’accaduto alle Forze dell’ordine. In un’intervista rilasciata dal difensore di Corona, l’ avvocato Chiesa, venne affermato che Corona e Moreno Pisto, direttore di Mow avrebbero deciso insieme della necessità di presentare una formale denuncia inerente al tentativo di vendita di materiale scottante, da parte del politico di Mazara del Vallo. Per questo caso un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il militare risponde delle accuse di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio, il complice di ricettazione. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

il nascondiglio dove Corona occultava i suoi proventi illeciti

Perquisita casa di Corona

I carabinieri per il caso Messina Denaro perquisirono la casa milanese di Fabrizio Corona, indagato per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta. Sono state proprio le intercettazioni disposte a carico di Corona a dare input alle indagini. Dopo la cattura dell’ex latitante, il fotografo venne in possesso di una serie di audio di chat tra il boss e alcune pazienti da lui conosciute in clinica durante la chemioterapia quando, ancora ricercato, usava l’identità del geometra Andrea Bonafede. Circostanza questa che indusse gli inquirenti a mettere sotto controllo il telefono di Corona.

In una delle conversazioni intercettate, che risale al 2 maggio 2023, Corona fece riferimento a uno “scoop pazzesco” di cui era in possesso un consigliere comunale, grazie a non meglio specificati carabinieri che avevano perquisito i covi del capomafia e che volevano vendersi il materiale. Nei giorni successivi Corona continuò a manifestare l’intenzione di rivendere il materiale che il consigliere gli avrebbe procurato.

Il 25 maggio vi è stato un incontro con il giornalista di Mow che, con uno stratagemma, è riuscito in segreto a fare copia dei file a lui mostrati e offerti dal politico. Dopo averli visionati e resosi conto della delicatezza del materiale si è rivolto a un collega che gli ha consigliato di parlare con la polizia. Il direttore di Mow Moreno Pisto, allora, si recò alla Squadra Mobile di Palermo e ha raccontato tutta la vicenda. Sulla base delle sue testimonianze gli investigatori hanno cominciato a indagare e hanno scoperto, attraverso indagini informatiche, che i documenti copiati dal giornalista ad insaputa del consigliere erano stati rubati. Il tentativo di piazzare i file è stato così sventato e sono state chiarite a quel punto le parole di Corona intercettate a maggio.

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