di Antonello de Gennaro
Si è spento oggi Nicola Pietrangeli, la leggenda del tennis azzurro aveva 92 anni. Lo sport italiano piange la sua morte. “Nick” era uno sportivo, un campione ma sopratutto un “gentiluomo”. Perdo con la sua scomparsaun vero amico che ho avuto l’onore di annoverare fra i miei più cari amici. Devo molto a Nicola che mi aveva “adottato” con la complicità di una comune amica Lorenza Fancel una delle poche top model italine di alta moda, quando mi trasferii a Roma ed avviai alla fine degli anni ’80 la mia prima società di produzione televisiva.
Fu grazie a lui che mi si aprirono le porte della Montecarlo che “conta” a partire dalla famiglia del Principe Ranieri a cui era particolarmente legato da profonda amicizia. Lo avevo sentito l’anno scorso e come sempre era stato prodigo di consigli, e sopratutto di verità profonde. Nicola era leale, sincero, diretto ma sempre con il suo consueto garbo.

Gli ultimi tempi non sono stati molto sereni per Nicola che ha dovuto sopportare la perdita del figlio Giorgio che a suo volta era stato un campione di surf, deceduto lo scorso a luglio a soli 59 anni dopo una lunga malattia. Pietrangeli aveva ricevuto la dolorosa notizia al Policlinico Gemelli di Roma dove si trovava ricoverato per accertamenti. La perdita di suo figlio aveva ulteriormente appesantito e complicato la sua delicata situazione di salute. “In vita mia ho amato quattro volte: Susanna la madre dei miei figli, Lorenza che mi ha lasciato perché non la sposavo, Licia Colò che ancora non ho capito perché se n’è andata e Paola“ così Nick confessava i suoi grandi amori.
Non si è mai considerato un playboy, la riteneva un’etichetta che da giovane gli altri gli avevano attribuito. Fino agli ultimi momenti della sua vita ha sempre giurato e garantito di non aver mai tradito una di queste quattro donne importanti della sua vita. “Una volta, non si può nemmeno chiamare tradimento. A Montecarlo mi ritrovai con una mia ex in camera, mi sono pure addormentato” aveva raccontato alla vigilia dei suoi 90 anni, in un’intervista a La Repubblica. “Penso che l’uomo può tradire anche senza farsi coinvolgere” aveva aggiunto. Un giorno parlando di tennis, tornei, viaggi, mi disse “È vero, se mi fossi allenato di più, probabilmente avrei ottenuto risultati migliori, ma mi sarei divertito molto meno“.
Ciao vecchio campione, amico mio, ti volevo veramente bene, e mi mancherai molto. Fai buon viaggio, un giorno ci rivedremo lassù.

Una carriera da record
Nato a Tunisi l’11 settembre 1933, padre italiano e madre di origine russa, Pietrangeli arrivò a Roma dopo che la famiglia era stata espulsa dalla Tunisia. Da lì iniziò il suo percorso sportivo diventato una “leggenda” dello sport. Oltre ai trionfi al Roland Garros a Parigi, raggiunse altre due finali sul rosso francese, nel 1961 e nel 1964, e vinse un totale di 48 tornei, tra cui due edizioni degli Internazionali d’Italia e tre volte il titolo a Montecarlo. Per tre stagioni consecutive, tra il 1959 e il 1961, fu considerato il numero 3 del mondo nelle classifiche redatte dai giornalisti dell’epoca.
Nella sua straordinaria carriera, Nicola ha vinto due volte il Roland Garros (1959 e 1960) diventando il primo azzurro a conquistare un titolo dello Slam e da capitano ha guidato l’Italia al primo trionfo in Coppa Davis nel 1976.. il Principato di Monaco non poteva che diventare il mondo ideale, con le sue notti sfavillanti. Dopo il ritiro, diventò ambasciatore di Monaco, amico del Principe Ranieri con cui giocava a golf, maestro di tennis del figlio Alberto e con un tavolo sempre riservato alla Terrasse, il ristorante esclusivo che affaccia sul Campo Centrale del Tennis Club di Montecarlo, tanto che le cronache narrano che non appena si presentava alle porte del circolo alla vigilia dell’evento, gli organizzatori lo accoglievano con la solita frase di rito: “Benvenuto Monsieur Pietrangeli: il torneo adesso può cominciare”.
E’ stato ad oggi l’ unico tennista italiano inserito nella “Hall of Fame” del tennis mondiale, è il primatista mondiale di ogni epoca in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare (78-32) e in doppio (42-12). Nella manifestazione, per anni ha composto con Orlando Sirola il doppio più vincente del torneo (34 vittorie su 42 match). In un’epoca in cui il ranking non esisteva e le classifiche erano stilate dalla stampa, Pietrangeli è arrivato fino al numero 3 del mondo nel biennio 1959-1960. Tra il 1957 e il 1964 il suo nome è stato sistematicamente inserito nella top ten. Il suo palmares comprende complessivamente 48 titoli, comprese 2 edizioni degli Internazionali d’Italia. In una straordinaria bacheca, anche l’oro in singolare ai Giochi del Mediterraneo 1963 e il bronzo alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968, dove il tennis sbarcò con un torneo di esibizione. il suo nome rimane legato anche alla panchina della squadra azzura di tennis, perché fu da capitano non giocatore che guidò l’Italia al suo primo trionfo assoluto in Coppa Davis, nel 1976, nella leggendaria finale di Santiago del Cile vinta 4-1.

In ricordo di Pietrangeli
“Oggi perdiamo una figura che ha fatto la storia dello sport con straordinario talento e passione. Nicola Pietrangeli è stato un simbolo del tennis italiano, il primo azzurro a vincere uno Slam, inserito nella Hall of Fame mondiale, un campione capace di ispirare diverse generazioni e che ha portato in alto il nome dell’Italia nel mondo. Condoglianze alla sua famiglia, ai tanti tifosi che lo hanno sostenuto nel corso della sua carriera e a chi gli ha voluto bene”. con queste parole gli rende onore la premier Giorgia Meloni sui social.

“La scomparsa di Nicola Pietrangeli addolora profondamente tutto lo sport italiano. Con lui perdiamo non solo un campione straordinario, ma un’icona, un simbolo eterno della sua disciplina. Pietrangeli ha incarnato il tennis italiano: il suo talento, il suo carisma e le sue vittorie hanno attraversato indissolubilmente intere generazioni”. con queste parole Luciano Buonfiglio presidente del Coni, lo ricorda e gli rende onore. “Con i suoi successi ha portato l’Italia sulla ribalta internazionale, aprendo la strada a una tradizione che oggi continua a brillare grazie anche al solco da lui tracciato”.
L’ex campione spagnolo Rafa Nadal è uno dei primi tennisti a ricordare Pietrangeli lo ricorda scrivendo: “Ho appena saputo della triste notizia della partenza di un grande del tennis italiano e mondiale. Le mie più sentite condoglianze a tutta la sua famiglia, il suo figlio Filippo, e tutta la famiglia del tennis italiano. DEP Nicola”. Su X lo ricordano anche diversi club di calcio come Napoli, Roma e Lazio di cui era tifoso.
Così lo ricorda Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute: “Nicola Pietrangeli ha rappresentato una visione: quella in cui il talento diventa cultura, la disciplina diventa stile, la storia diventa futuro. Ha insegnato a tutti cosa significhi rappresentare l’Italia con fierezza. Non perdiamo solo un campione, ma un custode della bellezza, dell’eleganza e della passione che il tennis italiano ha saputo esprimere grazie a lui”.
Il tennis italiano piange la sua icona.
È morto a 92 anni Nicola Pietrangeli, unico tennista italiano inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale. pic.twitter.com/aiLiJVCIjz
— FITP (@federtennis) December 1, 2025
“Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico“. Inizia così il lungo post di Angelo Binaghi, presidente della FITP, che ci ha tenuto a ricordare Nicola Pietrangeli, “Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo” ha aggiunto il numero uno della Federazione, che piange non solo la scomparsa del tennista ma soprattutto dell’uomo. “Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni.
“Nel mio ufficio c’è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. – continua Binaghi – Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì. Quella foto non è solo un ricordo: è un simbolo. Il simbolo di come un bambino possa innamorarsi di uno sport grazie a chi lo incarna in modo così pieno e naturale. Per me Nicola non era solo il più grande giocatore della nostra storia. Era il tennis, nel senso più profondo del termine. Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse“

A modo suo, Nicola non è mai cambiato: diretto, sincero, incapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un’intelligenza che nasceva dall’amore profondo per il nostro sport. Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù. Ma per noi che restiamo, è un colpo durissimo. Nel giro di poco più di un anno abbiamo perso due pezzi della nostra anima. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo. Ci mancherà la sua voce, ci mancherà il suo sorriso, quella sua capacità di dire sempre quello che pensava, senza paura e senza filtri. Oggi salutiamo un monumento del nostro sport, ma anche un amico vero. Uno di quelli che ti dicono le cose in faccia, che sanno farti arrabbiare e poi ridere un secondo dopo. E questo, nel mondo di oggi, vale più di mille trofei. Grazie, Nicola. Per tutto quello che ci hai dato, e per tutto quello che continuerai a rappresentare per il tennis italiano.” conclude Binaghi.
“Oggi è un giorno triste per l’Italia, in particolare per lo sport, ci lascia una leggenda, Nicola Pietrangeli, simbolo del tennis nazionale e internazionale. La sua storia, i suoi successi e il suo stile hanno segnato generazioni di appassionati, contribuendo in modo indelebile alla crescita e alla diffusione di questa meravigliosa disciplina nella nostra nazione”. Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, ricorda così Nicola Pietrangeli, “È difficile saper coniugare la grandezza dello sportivo con la semplicità dell’uomo, per certi versi un rivoluzionario che ha scritto la storia del tennis italiano. Ecco Nicola era proprio questo, ma soprattutto ci lascia un amico, una persona schietta che ha combattuto intensamente e che ci regala un’eredità immensa, non solo sportiva, ma culturale e valoriale. Sono certo che il suo esempio continuerà a vivere nei nostri ricordi e nel futuro dello sport”,.
L’ironia intelligente di Pietrangeli









