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20 Aprile 2024 01:03
20 Aprile 2024 01:03

10 misure cautelari a Taranto, coinvolti avvocati e medici. Falsi incidenti per incassare soldi dalle assicurazioni, per una truffa da un milione di euro

Sono sette le compagnie che avrebbero subito delle truffe per un giro di affari illeciti quantificato per circa un milione di euro. Venivano documentate grazie a certificati medici falsi per lesioni inesistenti causati da incidenti stradali mai avvenuti. TUTTI I NOMI DELLE PERSONE COLPITE DALL'ORDINANZA

Alle prime ore di questa mattina, la Polizia di Stato con il personale del Compartimento Polizia Stradale per la Puglia di Bari ha dato corso all’ ordinanza disposta dal Gip dr. Giovanni Caroli del tribunale di Taranto per l’ “Operazione Venere” eseguendo 10 provvedimenti cautelari, di cui 3 misure agli arresti domiciliari per gli indagati Francesco Antonicelli, un noto pregiudicato tarantino coinvolto in passato in altre operazioni fra cui il procedimento “Lemon Car” per reati di riciclaggio di auto, e per Francesco Pizzolla e Piera Rizzo. Obbligo di presentazione agli uffici della Polizia Giudiziaria per Vincenzo Broggi e 6 sospensioni della professione per 12 mesi, a carico degli avvocati Luigi Acquaviva, Arianna Aiello, Enrico Bruno, Francesco Guido, e dei medici Giovanni Bosco e Antonio Valentini (responsabile dell’ area sanitaria del Taranto FC), residenti nelle province di Taranto.

L’attività investigativa posta in essere dalla Sezione Polizia Stradale di Taranto, coordinata dal Sostituto Procuratore Dr. Remo Epifani, è iniziata nel mese di agosto 2020 a seguito del costante monitoraggio delle banche dati in dotazione alla Polizia Giudiziaria operante, permettendo di identificare una organizzazione criminale stabilmente incardinata sul territorio jonico.

L’ELENCO DEGLI INDAGATI

Ordinanza-VENERE-CdG

Le indagini, supportate dalle intercettazioni telefoniche, hanno consentito l’acquisizione di elementi che lasciano ipotizzare un gruppo stabilmente dedito all’illecita, ed estremamente redditizia attività di truffe ai danni delle compagnie d’assicurazioni, ottenendo un illecito profitto di circa un milione di euro.

Gli arrestati, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla simulazione di falsi incidenti stradali, nel corso del tempo avrebbero creato una vera e propria rete criminosa con il fine di conseguire l’indennizzo delle compagnie di assicurazioni attraverso la falsificazione, alterazione e pre-costituzione di documentazione sanitaria.

A capo  dell’associazione a delinquere facevano capo due soggetti tarantini, di cui uno, dipendente dell’ AMAT, l’ azienda dei trasporti pubblici di Taranto, che gestiva due attività commerciali operanti nel tarantino intestate alle cosiddette “teste di legno”, quest’ultime rappresentavano i principali luoghi d’incontri per l’organizzazione, in cui venivano rappresentante le linee guida e le strategie a tutti  quei soggetti pronti a fornire la propria disponibilità per la realizzazione del disegno criminoso.

Francesco detto “Paolo” Antonicelli e Piera Rizzo, inoltre quali titolari e gestori occulti dei bar “EFFETTO TRILOGY” e “DUEMILADIECI CAFFE di Taranto utilizzando detti pubblici esercizi quali basi operative, coordinavano e organizzavano presso le loro attività commerciali gli incontri necessari per l’allestimento dei falsi incidenti, pianificando le condotte che i vari soggetti reclutati e coinvolti nei falsi sinistri avrebbero dovuto tenere durante le visite medico legali per conto delle compagnie di assicurazioni ed in occasione delle convocazioni da parte della polizia giudiziaria.

I NOMI DELLE PERSONE COLPITE DA MISURE CAUTELARI

Misure-Operazione-Venere

L’articolata e strutturata organizzazione criminale si avvaleva anche delle conoscenze tecniche-giuridiche necessarie per la liquidazione dei sinistri degli avvocati compiacenti Luigi Acquaviva, Arianna Aiello, Enrico Bruno, Francesco Guido i quali procacciavano anche falsi testimoni per rendere false testimonianze in sede di giudizio civile. L’attività ha evidenziato, in ogni modo, il ruolo di tutti gli associati che, all’interno dell’organigramma delinquenziale, partecipavano a numerose pratiche risarcitorie, sia in qualità di assicurati, conducenti, passeggeri che proprietari dei veicoli coinvolti nei falsi incidenti.

Nel corso delle indagini è emerso, secondo l’ipotesi investigativa, anche il ruolo determinante dei due medici, Giovanni Bosco e Antonio Valentini, i quali precostituivano certificati di prosecuzione malattia e relazioni medico legali per ricondurre lesioni preesistenti a incidenti mai accaduti, al fine di ottenere illeciti profitti ai danni delle compagnie. Certificati medici che in alcuni casi i liberi professionisti rilasciavano anche senza la presenza fisica degli attori protagonisti dei falsi sinistri.

L’attività di indagine coglieva in modo chiaro ed esaustivo il modus operandi ed i meccanismi, tutti ampiamente collaudati, dell’organizzazione criminale, la cui attività è apparsa protrattasi per diverso tempo in modo “professionale”. Sintomatico appariva, ad esempio, il linguaggio criptato utilizzato dai sodali, ricorrendo a formule ellittiche del tipo: “chiudi il telefono…chiudi il telefono”, per indicare la necessità di parlare solo di persona temendo di essere intercettati.

Indagato oltre a medici, avvocati e a Paolo Antonicelli promotore della presunta truffa anche un ausiliario giudiziario Carmela Annicchiarico in servizio in un ufficio del Giudice di pace di Martina Franca, la quale durante le indagini riferiva ai legali di riferimento dell’organizzazione informazioni su atti coperti dal segreto istruttorio. Tra le vittime numerosi i cittadini ignari che comparivano nei falsi incidenti, le cui generalità venivano utilizzate dall’organizzazione per portare le truffe assicurative. L’indagine è stata condotta dai poliziotti della Polizia stradale tarantina che hanno voluto dedicare l’operazione al Dr. Nicola Manzari che era il loro dirigente quando è stata avviata l’indagine, prematuramente scomparso lo scorso novembre a soli 56 anni dopo una lunga malattia.

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