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18 Aprile 2024 13:07
18 Aprile 2024 13:07

Taranto, le telecamere della malavita controllavano la città vecchia: scoperta la centrale operativa dello spaccio

Lo spaccio fra i vicoli della città vecchia di Taranto  era  controllato e protetto dalle telecamere, la cui sconcertante scoperta dalle forze dell’ordine è stata casuale  durante un controllo nel borgo antico. Gli agenti accompagnavano i tecnici comunali alle palazzine a rischio crollo recentemente sequestrate dalla Guardia di Finanza per dei lavori di consolidamento mai eseguiti,  ed hanno notato una microcamera installata su un vecchio lampione in vico Santi Medici, che sorvegliava una delle stradine di città vecchia.

A questo punto, poliziotti, carabinieri e Vigili del Fuoco hanno smontato quell’apparecchio ed hanno seguito i fili sotto traccia, interrati, ed infilati in sottili tracce ricavate nei muri di  tufo.  Hanno così scoperto un reticolato di microcamere sistemate proprio per controllare la zona, che arrivavano ad uno stabile disabitato, che probabilmente era usato come centrale di controllo per lo spaccio nella città vecchia.

CdG controlli cittavecchiaUn vero e proprio bunker “artigianale”, per nascondersi e tenere armi, con accessi segreti chiuse da grate e griglie in ferro che si aprivano a distanza con un sistema di corde. Il sistema di videocamere trasmetteva a una regia nascosta in un seminterrato con un monitor e un dvd, che adesso  sono al vaglio degli investigatori. Di fatto tutti i vicoli erano telecontrollati in maniera tale da garantire massima libertà di azione agli spacciatori e poter dare l’allarme in tempo utile nei controlli effettuati saltuariamente da parte delle forze dell’ordine.

Persino sulla cupola dell campanile della chiesa dei Santi Medici vi era una telecamera che dall’alto offriva un’inquadratura d’insieme mentre altre mandavano immagini dettagliate dei portoni e delle vie. Nella perquisizione dello stabile effettuata dalla Polizia di Stato e dalla Compagnia Carabinieri di Taranto, è stata rinvenuta anche una pistola cal.45, modello Colt, e 53 cartucce dello stesso calibro con matricola abrasa,  mentre i controlli proseguono per individuare i creatori e gli utilizzatori del “Grande fratello”,  mentre la pistola sequestrata sarà sottoposta ad accertamenti balistici per verificare se sia stata utilizzata in attività criminose.

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