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19 Aprile 2024 12:41
19 Aprile 2024 12:41

Taranto. Arrestati avvocato e maresciallo Gdf per tentata estorsione

Operazione della Squadra Mobile di Taranto dopo i ripetuti incendi e danneggiamenti subiti dal fruttivendolo del Borgo di Taranto preso di mira dal maresciallo Stabile da anni. Proprio grazie alle intercettazioni si è potuto accertare infatti come il maresciallo Stabile avesse commissionato a terzi l’esecuzione del delitto, rivolgendosi in prima battuta ad un noto pregiudicato, il quale a sua volta, dato anche lo spessore criminale, preferiva non eseguire i misfatti in prima persona, bensì delegarli ad altri due complici.
l’avvocato Massimiliano Cagnetta

ROMA – Un avvocato del foro di Taranto Massimiliano Cagnetta legale del maresciallo della Guardia di Finanza (sospeso da mesi) Piero Stabile, e due pregiudicati Cataldo La Neve e Salvatore Stasolla, sono stati sottoposti a fermo del pubblico ministero Lucia Isceri della Procura di Taranto nell’ambito di un’indagine della Polizia di Stato. Sono accusati, a vario titolo, di concorso in incendio, danneggiamento, atti persecutori e tentata estorsione in danno del fruttivendolo Daniele Nunziata, titolare di un esercizio commerciale nel pieno centro di Taranto.

Il finanziere Stabile era già stato arrestato il 18 giugno 2015 dalla Squadra Mobile della Questura di Taranto,  ed era finito in carcere per aver cercato di estorcere dei soldi al commerciante Daniele Nunziata fingendo di offrirgli la propria “protezione”, chiedendo ed ottenendo la prima volta 2.500 euro, e provando una seconda volta ad estorcere altri 5mila euro   quando però venne arrestato dai poliziotti all’uscita dell’ufficio postale principale di Taranto con la busta contenente i soldi estorti.

Il finanziere Piero Stabile  era stato  processato e condannato nel giugno 2017  a 18 mesi di carcere, oltre alle spese legali e processuali, per il reato di “stalking” sempre nei confronti del fruttivendolo Daniele Nunziata . Lo  Stabile infatti, una volta ottenuti gli arresti domiciliari dal Tribunale di Taranto, aveva continuato a minacciare e perseguitare il commerciante tarantino,  il quale lo aveva denunciato facendolo arrestare e posto ai domiciliari, e quindi l’ ormai ex finanziere (a sinistra nella fotovenne arrestato per la seconda volta ma questa volta spedito in carcere.

La condanna era stata richiesta ed ottenuta a suo tempo dal pm dr.ssa Ida Perrone della Procura di Taranto. Il finanziere Piero Stabile lavorava presso la sala operativa del comando provinciale Gdf di Taranto dove era stato sospeso dalle funzioni con riduzione dello stipendio al 50% in attesa della sentenza definitiva, che qualora confermasse il 1° grado di giudizio, comporterebbe la sua espulsione definitiva dal corpo militare e quindi la perdita di ogni beneficio.

L’operato illegittimo e quindi illegale e l’esagerato tenore di vita “sospetto” del marescaillo Stabile era stato scoperto e denunciato in passato (leggi QUI) proprio dal nostro direttore Antonello de Gennaro che ne aveva parlato anche al Colonnello Salvatore Paiano, all’epoca dei fatti Comandante Provinciale di  Taranto della Guardia di Finanza.

il procuratore Capristo

I nuovi fatti illustrati questa mattina in conferenza  stampa dal procuratore capo dr. Carlo Maria Capristo, sono avvenuti il 10 marzo  successivamente il 4 aprile scorso, come è stato accertato dagli uomini della Squadra Mobile di  Taranto guidati dal dr. Carlo Pagano, che hanno scoperto un’ipotesi di omicidio nei confronti del Nunziata che avrebbe dovuto essere ucciso il prossimo 21 aprile , giorno in cui il fruttivendolo Nunziata avrebbe compiuto i suoi 50 anni. “Li abbiamo fermati prima che si commettesse un omicidio“, ha detto il procuratore capo  Capristo che ha firmato  insieme al sostituto procuratore Isceri i decreti di fermo , aggiungendo “La vittima è stata vessata in maniera feroce per anni e ha dimostrato grande coraggio e fiducia nelle istituzioni , mentre dall’altra parte c’era un militare che con grande arroganza e pervicacia criminale ha insistito per distruggere la vittima ed ha oltremodo offeso la divisa che portava “.

L’attività di indagine coordinata dal pm Dr.ssa Lucia Isceri  svolta dal personale della 4a Sezione “Reati contro il Patrimonio” della Squadra Mobile di Taranto, era stata avviata all’indomani degli ultimi episodi denunciati, si è basata sulla certosina acquisizione di innumerevoli registrazioni video di esercizi commerciali esistenti a ridosso dei luoghi interessati, nonché sull’attività di intercettazioni “ambientali” e “telefoniche” grazie alle quali sono stati acquisiti gli elementi di prova che hanno giustificato il provvedimento restrittivo.

Proprio grazie alle intercettazioni si è potuto accertare infatti come il maresciallo Stabile avesse commissionato a terzi l’esecuzione del delitto, rivolgendosi in prima battuta ad un noto pregiudicato, il quale a sua volta, dato anche lo spessore criminale, preferiva non eseguire i misfatti in prima persona, bensì delegarli ad altri due complici. Gli episodi continui di danneggiamento (così come già verificatosi in passato) avevano lo scopo di incutere terrore nella vittima, per poi offrire alla stessa la soluzione alla serie delittuosa, attraverso il pagamento estorsivo.

 

Il coinvolgimento degli arrestati fermati negli episodi consumati in danno del commerciante, in particolare quello del 19 marzo (con l’incendio del negozio sito in questa via Cavallotti) e del 4 aprile scorso (con l’incendio del furgone), è provato dalle nitide immagini e dai percorsi ed incontri ricostruiti in maniera accurata e con precisione chirurgica, nonché dai contenuti delle conversazioni registrate, da cui si colgono i momenti salienti in cui il maresciallo  Stabile “conferiva” ai due pregiudicati il compito di porre in essere l’ atto delittuosi.

 

Fra i soggetti fermati vi è anche un avvocato Massimiliano Cagnetta, ( a lato nella foto) il quale secondo le risultanze investigative degli inquirenti ha fornito il proprio contributo materiale, facendo persino da autista, ben consapevole degli atti criminosi che l’amico (esecutore materiale) stava ponendo in essere. In occasione dell’incendio del 19 marzo scorso è stato infatti possibile cogliere dalle immagini di alcuni impianti di video-sorveglianza i momenti in cui quest’ultimo soggetto (pregiudicato) saliva a bordo dell’auto del Cagnetta tenendo ben evidente l’involucro contenente il liquido infiammabile, per essere prima accompagnato quasi sin sotto l’esercizio commerciale e poi ripreso a bordo della medesima autovettura, venendo agevolato nella fuga; ed altrettanto è avvenuto in occasione del successivo episodio dello scorso 4 aprile 2018.

La certezza che l’autovettura fosse utilizzata dall’avvocato dello Stabile si trae da diverse annotazioni di polizia giudiziaria della Squadra Mobile in cui risulta che lo stesso, in date contemporanee agli eventi, è stato notato a bordo della stessa. Auto facilmente riconoscibile grazie soprattutto al gruppo ottico posteriore lato destro spento ed alla lampadina dello stop destro non funzionante. A conferma di ciò, i rapporti di frequentazione giornaliera tra lo stesso ed il soggetto ritenuto esecutore materiale dei danneggiamenti.

Il complesso indiziario, maturato nei giorni scorsi, ha reso altamente probabile il compimento di ulteriori e più cruente azioni criminose nei confronti sia della vittima che dei suoi familiari. Negli ultimi giorni, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali erano state ascoltate frequenti conversazioni dalle quali si comprendeva l’intenzione degli indagati di attuare una doppia spedizione punitiva, che avrebbe dovuto essere compiuta realizzare la scorsa notte ed il 21 aprile prossimo, giorno del cinquantesimo compleanno del fruttivendolo Daniele Nunziata.

Dialoghi questi che evidenziavano in modo preoccupante come l’escalation di atti criminosi perpetrati dal gruppo era tutt’altro che terminata. Si è colto nitidamente un certo nervosismo che continuava ad animare il maresciallo Stabile, nonché, cosa ben più grave, il riferimento al reperimento di un’arma da fuoco, da usare evidentemente per compiere un ulteriore misfatto.

Per tale ragione, vista la caratura criminale di Cataldo La Neve e Salvatore Stasolla entrambi pluripregiudicati per fatti molto gravi, perpetrati anche con l’uso di armi – e ritenuto pure fondato un imminente pericolo di fuga da parte loro (il maresciallo Stabile è stato raggiunto dal provvedimento nella nativa città di Crotone, dove si era recato la mattina precedente), è stato dunque disposto il provvedimento di fermo, in esecuzione del quale, i quattro soggetti sono stati tutti ristretti presso le Case Circondariali di Taranto e Crotone.

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