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29 Marzo 2024 11:08
29 Marzo 2024 11:08

Sgominata organizzazione di narcotrafficanti. 21 arresti. Sequestrati beni per 2.3 milioni di euro

Le indagini svolte dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria Bari, coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione criminale estremamente ramificata della quale facevano parte cittadini italiani e spagnoli, capace di far giungere in Italia, attraverso Portogallo, Spagna e Francia, tonnellate di hashish provenienti dal Marocco.

ROMA -I militari del GICO del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza Bari dalle prime luci dell’alba  hanno effettuato una vasta operazione antidroga denominata “Lupin“coordinati dal pm dalla DDA di Bari dr. Giuseppe Maralfa, finalizzata a neutralizzare una ramificata organizzazione criminale internazionale. L’operazione dei finanzieri ha portato all’arresto in carcere di 11 persone, fra i quali 4 mandati di arresto europeo, altri 8 ai domiciliari e due obblighi di dimora.

Alcune delle misure cautelari sono state notificate nelle case circondariali di Frosinone e Ancona i cui erano già detenuti alcune dei pregiudicati coinvolti nell’operazione Lupin, e altre due a Milano e Venezia, città in cui attualmente risiedevano altre due delle persone coinvolte nell’indagine.

Un centinaio di finanzieri con l’ausilio delle unità cinofile antidroga del Gruppo Pronto Impiego di Bari, sono impegnati in Puglia, Lombardia, Veneto, Marche, Lazio, per eseguire i  21 provvedimenti cautelari personali, emessi dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta di questa Procura della Repubblica. Secondo quanto è stato appurato e ricostruito in due anni di indagini dai finanzieri, l’ organizzazione era prevalentementecomposta da familiari e amici, con base fra Mola di Bari e Monopoli (destinazione finale della droga) e ramificazioni nel sud della Spagna, dove c’erano i sodali spagnoli in contatto diretto con i trafficanti nordafricani.

A capo del gruppo criminale erano Giuseppe Ammirabile, 53enne di Mola di Bari, ed il suo braccio destro Domenico Brandonisio, di Bari, entrambi pregiudicati e già detenuti in Spagna, dove è stata notificata la nuova ordinanza di custodia cautelare. Nel corso dei due anni di indagini i finanzieri hanno eseguito numerosi sequestri , arrestando ogni volta i corrieri che trasportavano la droga. Le indagini  hanno consentito di intercettare l’hashish occultato in Tir, per un totale di 2,6 tonnellate di hashish del valore di oltre 3 milioni di euro. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari, sono state effettuare perquisizioni e sequestri di beni del valore complessivo di oltre 2,3 milioni di euro.

Le indagini svolte dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria Bari, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione criminale estremamente ramificata della quale facevano parte cittadini italiani e spagnoli, capace di far giungere in Italia, attraverso Portogallo, Spagna e Francia, tonnellate di hashish provenienti dal Marocco.

I trafficanti internazionali al telefono parlavano di droga chiamandola “microchip” o con il nome di qualche prodotto alimentare e in questo modo importavano tonnellate di hashish.  La commercializzazione di componenti informatici era l’attività ufficiale di una delle aziende legate all’impero criminale.

Nel corso delle indagini, avviate nel 2014, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro, in varie occasioni, oltre 2,6 tonnellate di Hashish e tratto in arresto i corrieri, infliggendo all’organizzazione di narcotrafficanti rilevanti perdite economiche sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio sulle piazze di spaccio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3 milioni euro.

Nel contesto investigativo  particolare importanza è stata attribuita all’azione di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati mediante i profitti derivanti dal traffico degli stupefacenti. Le contestuali investigazioni economico-patrimoniali hanno consentito infatti, nel corso delle indagini, di sottoporre a sequestro beni mobili ed immobili, complessi aziendali, quote societarie, denaro contante, per un valore complessivo, compresi i beni oggetto di sequestro in data odierna, di circa 5 milioni, di cui oltre 1 milione di euro già oggetto di confisca.

 

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