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28 Marzo 2024 23:03
28 Marzo 2024 23:03

Recisi 70 ceppi delle vigne di Bruno Vespa nel Tarantino

L'episodio è stato denunciato dal conduttore televisivo ai Carabinieri del Comune tarantino. "Non mi faccio intimidire" ma Bruno Vespa dimentica qualcosa...

Settanta ceppi delle vigne di primitivo coltivate nella vigna di Lizzano (Taranto) di proprietà del giornalista Bruno Vespa che da alcuni anni produce vini nella regione, sono stati recisi nella notte ad opera di ignoti: l’episodio è stato denunciato dal conduttore televisivo ai Carabinieri del Comune tarantino. “La Puglia – ha dichiarato Bruno Vespa – ha dato il benvenuto alla mia prima vendemmia nella vigna di Lizzano, acquistata lo scorso anno”. “Ieri – continua Vespaabbiamo tranquillamente vendemmiato il Fiano, stanotte sono stati tagliati 70 ceppi delle vigne di Primitivo. Si tratta evidentemente di opera di piccoli mafiosi locali. Ma stiano pur sicuri che non mi lascio intimidire”.

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Bruno Vespa aveva acquistato 8 ettari di terreno a Lizzano, un altro vigneto in contrada “Sinfarosa-Pozzelle” (fra Avetrana e Manduria) e, soprattutto, l’intera masseria “Reni di Manduria. Complessivamente circa 30 ettari di terreni, molti dei quali già vitati a Primitivo. Per gli altri, acquisterà i diritti di reimpianto. Ma l’investimento di Vespa in Puglia  non è finito qui. La masseria “Reni” infatti, è stata trasformata nella sede della sua azienda “Futura 14” ove è nata la sua cantina, con annessa produzione del Primitivo doc e catena di imbottigliamento. A quanto pare, come rivela il quotidiano La Stampa – i ceppi non sarebbero stati tagliati alla base, come solitamente avviene in casi del genere quando si vuole lanciare un segnale intimidatorio, ma, come si dice in gergo agricolo, “capitozzati”, ovvero recisi nella parte alta. Questo consentirebbe di recuperare i grappoli di uva già giunti a maturazione in questi giorni e pronti per la vendemmia.   In ogni caso, al di là del punto in cui è stato praticato il taglio sulla pianta, sembra evidente – secondo quanto emerge dai primi accertamenti – che possa trattarsi di un avvertimento, forse da parte di concorrenti agricoli
CdG bruno vespa_vino
Vespa è da alcuni anni nel Tarantino interessato a portare avanti la produzione di vino. In particolare è presente nel versante orientale della provincia tra Manduria, terra del famoso vino Primitivo, e Lizzano. Sino a qualche tempo fa il giornalista aveva dei vigneti in affitto, da quest’anno, invece, ha acquisito anche dei vigneti ed una masseria annessa per la quale ha presentato un progetto di ristrutturazione al Comune di Manduria ora in fase di valutazione. Quella del 2016 è la prima vendemmia diretta per Vespa.

 

I COMMENTI – “Esprimiamo viva condanna per il vile atto ai danni del giornalista Vespa che stiamo seguendo nella sua attività di vitivinicoltore e promotore del territorio pugliese“. È il commento di Gianni Cantele, Presidente della Coldiretti Puglia,  alla notizia dei 70 ceppi tranciati in un vigneto di proprietà di Bruno Vespa a Lizzano. “Le ragioni del gesto – dice Canteledovranno essere accertate dagli inquirenti. Resta il fatto che si tratta di un gesto che ha arrecato un danno a Vespa, ma anche all’immagine complessiva di una regione accogliente, produttiva, laboriosa che non accetta in alcun modo episodi lesivi di un settore che è asset strategico per lo sviluppo di tutta l’economia pugliese“.
“Chiediamo a Bruno Vespa di non arrendersi  –  aggiunge il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo  – a causa di questo atto proditorio, anzi di continuare a testimoniare la bellezza e la produttività del territorio pugliese, di cui è divenuto straordinario testimonial. Purtroppo, non si tratta di un atto isolato, per cui chiediamo alle forze dell’ordine di continuare a vigilare e intensificare l’attività di contrasto alla criminalità che continua ad agire con estrema audacia in provincia di Taranto”.“

 

E poteva mancare il “puntuale” comunicato stampa di L.L. rappresentante degli agricoltori jonici, ben noto per il suo “protagonismo” mediatico a Taranto dove ormai lo chiamano “mi metto in posa“… ma anche per essere stato condannato dal Tribunale penale di Lecce per avere cercato di conquistare il titolo di avvocato illegalmente. Non ne facciamo il nome non essendo stile di questo giornale quello di fare della pubblicità gratuita ai “cacciatori” di protagonismo e citazioni.  Anche perchè i nostri lettori sanno molto bene di chi parliamo.

 

Schermata 2016-08-28 alle 12.01.19Onestamente ci sembra giusto chiederci: ma come si fa ad esprimere solidarietà ad uno come Vespa, condannato dalla 5a sezione penale della Corte di Cassazione per diffamazione, nonchè condannato per abuso edilizio dopo che i giudici avevano posto sotto sequestro una parte della sua villa a Ponza, a causa di un’irregolarità, riscontrata dagli agenti del nucleo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) a seguito di accertamenti svolti su presunti abusi nell’immobile di sua proprietà sull’ Isola di Ponza, a Cala Feola, con affaccio su Palmarola.

 

 E che dire di questo giornalista pensionato che continua ad imperversare sul Servizio Pubblico radiotelevisivo, incassando compensi milionari, con comportamenti ed affermazioni al limite della decenza come il recente scambio avuto in trasmissione a “Porta a Porta” con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. dove il giornalista abruzzese ha avuto la sfacciataggine di dichiarare sulle opere post-terremoto “‘Questa sarebbe una bella botta di ripresa per l’economia perché pensi l’edilizia che cosa non potrebbe fare, darà lavoro a un sacco di gente”. ? Il presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai Roberto Fico annuncia un’interrogazione (“l’ennesima su Vespa”): secondo lui, il conduttore di Porta a Portaancora una volta si dimostra non adatto al servizio pubblico. Questa volta occorre una risposta chiara e definitiva, bisogna andare fino in fondo. Affermare che il terremoto produce economia è a dir poco criminale.Affermazione grave, inscusabile”. Per Fico le parole di Vespa sono “l’ultima vergogna dopo gli scempi dell’invito dei parenti dei Casamonica e del figlio di Totò Riina.

 

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