
La Cisl Poste di Taranto ha annunciato con una nota a partire da domani un capillare piano di assemblee (di disturbo) negli uffici postali della provincia ionica, che alla fine causeranno solo e soltanto disagi agli utenti, con la scusa di protestare “a fronte delle molteplici chiusure e razionalizzazioni previste dal piano industriale” che è stato annunciato da Francesco Caio Amministratore Delegato di Poste Italiane.
Il piano del vertice di Poste Italiane, dove per la prima volta negli ultimi 50 anni il Presidente non è stato nominato in quanto proveniente ed indicato dalla CISL, prevede la chiusura di 450 uffici postali sul territorio nazionale e la riduzione di apertura per altri 600, per un totale di oltre 1000 interventi, che secondo la CISL avrebbe “pesanti ricadute negative anche sui livelli occupazionali oltreché sui servizi ai cittadini“. A Taranto, presso la Posta Centrale, in viale Virgilio, è stata programmata dalle ore 8.00 alle ore 10.00 di lunedì 2 febbraio p.v. un’assemblea del personale dipendente di Poste Italiane, con la partecipazione di Nicola Oresta, Segretario generale SLP CISL di Puglia Basilicata . agitazione che darà solamente fastidio agli utenti e cittadini senza risolvere come sempre alcun problema.
Ma la segreteria provinciale tarantina dell’ UGL non ci sta, e con una nota del segretario provinciale Francesco D’Eri attacca l’iniziativa della CISL, ” Ancora una volta, ci troviamo a dover difendere il nostro patrimonio aziendale, dagli attacchi sterili della solita sigla sindacale, che dopo aver danneggiato POSTE ITALIANE attraverso discutibili responsabili aziendali sponsorizzati dalla stessa sigla, si trovano oggi a dover inghiottire il boccone amaro di un cambio di gestione, un cambio radicale che ci auguriamo possa produrre più giustizia ed equità tra i lavoratori“.
“Similmente a quanto sta accadendo a livello centrale – aggiunge il segretario provinciale dell’ UGL – dove il loro segretario nazionale plaudiva ad una privatizzazione imposta dal governo sotto l’amministrazione Sarmi, oggi con l’arrivo di Caio probabilmente questa privatizzazione e le scelte del nuovo amministrazione delegato non vanno più bene, ed anche sul nostro territorio si sta cercando di far propagare l’eco della pillola romana. Fermo restando le motivazioni valide o meno, del giro di assemblee programmate, la stessa sigla ha deciso di organizzare tali assemblee durante i primi giorni del mese, giorni nei quali i nostri uffici sono più affollati di persone che attendono di riscuotere la pensione per il sostentamento familiare”
“In dieci anni di attività sindacale, anche con le motivazioni più gravi – conclude la nota dell’ UGL – mai nessuna organizzazione sindacale si è mai sognata di programmare assemblee i primi giorni del mese per non danneggiare principalmente i lavoratori, che al rientro dalle due ore di assemblea si ritroverebbero con una folla inferocita di utenti ed il lavoro comunque da svolgere in un clima sicuramente non sereno; l’azienda particolarmente impegnata in quei giorni a sopperire alle carenze, ai disservizi e alle problematiche causate dalle precedenti gestioni e sicuramente da non trascurare quei pensionati che con difficoltà arrivano alla terza settimana del mese ai quali si chiederà di aspettare per poter ritirare l’atteso compenso”.