Arriva lo stop alla pesca di ricci di mare in Puglia per tre anni. La proposta di legge presentata dal consigliere Paolo Pagliaro – e sottoscritta da 49 consiglieri su 51, fra cui lo stesso presidente della Regione, Michele Emiliano – è stata approvata dal consiglio regionale per cercare di salvaguardare il riccio di mare, diventato ormai sempre più raro nelle acque pugliesi. È una decisione, quella del consiglio regionale pugliese, sulla scia di quanto già realizzato nell’autunno 2021 in Sardegna, anche se il consiglio regionale sardo che aveva approvato la legge ha successivamente fatto marcia indietro autorizzando fino al 30 aprile 2023 “la raccolta, il trasporto e la commercializzazione del riccio di mare e prodotti derivati” .

“È un fermo necessario, anzi indispensabile, – ha dichiarato il consigliere regionale Pagliaro – per non perdere definitivamente questa specie ormai decimata e a rischio estinzione, e per darle il tempo di riprodursi. Il voto unanime di oggi è un segnale di coerenza importante. Il fermo pesca è un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di sette centimetri di diametro“.
La Regione Puglia ha deciso di imporre lo stop fino al 2025, altrimenti non vi sarebbero altre soluzioni alternative per salvare il riccio di mare: “Non c’è più tempo da perdere – ha aggiunto Paolo Pagliaro – se cinquant’anni fa si potevano contare fino a dieci esemplari per metro quadrato nelle secche marine, oggi sono rarissimi e spesso di dimensioni inferiori a quelle consentite per il prelievo. Già in questi giorni è ripresa la razzia di ricci di mare, e bisogna intervenire con lo stop“.

Va però ricordato che nel corso degli anni la richiesta del riccio di mare è cresciuta sensibilmente, con la complicità dei ristoranti e dei turisti, al punto tale che il precedente blocco della pesca per alcuni mesi dell’anno per consentire il ripopolamento è una realtà da diverso tempo. Il divieto imposto dalla legge approvata in consiglio regionale vale per ogni tipo di attività di pesca, che sia professionale o sportiva, e quindi quei limiti che finora avevano permesso – nei mesi concessi – al pescatore professionista di catturare giornalmente fino a mille esemplari, a quello sportivo di fermarsi a 50, sono saltati.