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19 Aprile 2024 14:08
19 Aprile 2024 14:08

Michele Emiliano indagato per abuso d’ufficio: “Nominò a Innovapuglia il sindaco di Bisceglie violando la Legge Severino”

Quello che Emiliano non dice che la nomina che lui considera legittima sulla base a un parere dell’ Anac, in realtà altro non era che un semplice atto di segnalazione dell' Autorità Anticorruzione al Parlamento a cui si proponeva di escludere dalla Severino alcuni casi di inconferibilità, tra cui la nomina in incarichi senza poteri di gestione: suggerimento questo che però non è mai stato recepito dal legislatore. Quindi resta da capire da dove Emiliano tragga le sue imbarazzanti deduzioni ed auto-assoluzioni

ROMA – Nuovi problemi con la giustizia per il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano al quale è stato notificato un altro avviso di proroga delle indagini preliminari per “abuso d’ufficio”. La vicenda riguarda  la nomina, a luglio 2017, di Francesco Spina (ex sindaco di Bisceglie) come consigliere della società Innovapuglia, che gestisce gli appalti centralizzati della Regione. Una nomina che di fatto ha violato la Legge Severino che vieta l’assegnazione di incarichi pubblici a chi nel biennio precedente abbia fatto parte della giunta e del consiglio di Comuni con più di 15mila abitanti.

Il provvedimento è stato notificato ad Emiliano venerdì scorso, al termine di un’inchiesta condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari su delega del pm dr.ssa Chiara Giordano,  titolare del fascicolo. Emiliano già due mesi fa, aveva ricevuto un altro avviso di garanzia dalla Procura della Repubblica di Bari, insieme al suo capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, e tre imprenditori, i quali avevano finanziato la campagna elettorale nel 2017 durante la campagna elettorale per le “primarie” del Pd .

Emiliano e Spina

Spina, sindaco di Bisceglie fino ad agosto del 2017, in base alle norme previste dalla legge Severino non avrebbe potuto ricevere incarichi prima di due anni. La nomina nel consiglio di InnovaPuglia è stata decisa dalla giunta regionale a fine luglio 2017 incurante delle norme di legge . Spina è stato indagato anche per “falso” in quanto, al momento dell’accettazione dell’incarico avrebbe firmato una dichiarazione in cui attestava di non trovarsi in situazioni di conflitto di interessi.

Immediata la reazione del governatore pugliese, che ha diramato una nota commentando la vicenda: “È tutto regolarissimo. Non abbiamo nessuna preoccupazione” ha detto Emiliano, secondo il quale “l’inconferibilità è stata esclusa dall’Anac e dagli uffici del Gabinetto del Presidente perché Spina è un semplice consigliere di amministrazione senza deleghe. La inconferibilità dei sindaci riguarda solo il ruolo di presidente con deleghe o di amministratore delegato. In caso di consiglieri di amministrazione senza deleghe non sussiste”. A sentire la versione di Emiliano che spesso e volentieri dimentica di non essere un giudice, ma soltanto un magistrato in aspettativa (peraltro sanzionato dal Consiglio Superiore della Magistratura)  “il reato tecnicamente non sussiste”.

Quello che Emiliano non dice che la nomina che lui considera legittima sulla base a un parere dell’ Anac, in realtà altro non era che un semplice atto di segnalazione dell’ Autorità Anticorruzione al Parlamento a cui si proponeva di escludere dalla Severino alcuni casi di inconferibilità, tra cui la nomina in incarichi senza poteri di gestione: suggerimento questo che però non è mai stato recepito dal legislatore. Quindi resta da capire da dove Emiliano tragga le sue imbarazzanti deduzioni ed auto-assoluzioni

Emiliano passa al contrattacco: “I reati che invece sussistono ed anzi si ripetono (e che sono stati da me già denunziati al Procuratore della Repubblica) – ha aggiunto il presidente della Regione Puglia – sono quelli dei pubblici ufficiali che veicolano notizie coperte dal segreto istruttorio, che poi vengono diffuse, determinando una rivelazione del segreto di ufficio e conseguentemente un danno alla mia immagine con dettagli privi di alcun rilievo penale. Non discuto la notizia della richiesta di proroga delle indagini – ha aggiunto l’ex pm antimafia – ma la minuziosa descrizione del merito dell’indagine dettagliatamente riportata dalla stampa ed ignota al diretto interessato, perché non descritta neanche nella citata richiesta. A questo punto, accanto al rapido accertamento della verità,  è inevitabile – e sono fiducioso – che la magistratura faccia di tutto per individuare questi pubblici ufficiali che si pongono al di fuori della legge anziché tutelarla“.

Anche in questo caso Emiliano cade nel ridicolo, in quanto fu proprio un giornalista a rendergli noto che si indagava su di lui, e non lo apprese certamente da un articolo di giornale o dal web… La Procura di Bari dovrà ora esaminare la documentazione acquisita dalla Guardia di Finanza e stabilire se l’indagine merita di andare avanti o procedere alla proposta di archiviazione al giudice per le indagini preliminari.

 

 

 

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