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16 Aprile 2024 22:20
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Mazzarano, la “verginella” del Pd sotto processo. Come può rappresentare in Regione il partito del Premier Renzi ?

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nella foto, Michele Mazzarano

Michele Mazzarano consigliere regionale ed attuale capogruppo alla Regione Puglia  del Pd  è sicuramente il peggiore “biglietto da visita” che il partito che ha eletto il magistrato, ex-sindaco Michele Emiliano a Governatore potesse dare alla Puglia ed agli elettori. Mazzarano è infatti imputato in due distinti processi dinanzi al Tribunale di Bari. “Accuse false – commentava il politico – cinque anni di agonia, quando la giustizia agisce così, rovina la vita delle persone oneste“. Resta il fatto che i magistrati (e cioè il pubblico ministero ed il giudice per le indagini preliminari)  non l’hanno pensata nella stessa maniera mandandolo sotto processo. “Quello che mi viene contestato è ormai noto, vista la deliberata assenza di riserbo sulle indagini preliminari che ha caratterizzato la Procura di Bari negli anni passati – strillava sui giornali Mazzarano – sono accusato di aver violato l’art.7 della legge sul finanziamento pubblico che impone la necessaria trasparenza dei contributi dati ai partiti politici. Conoscendo tali obblighi, nella campagna elettorale delle politiche del 2008, chiesi a Giampaolo Tarantini di finanziare un concerto di Eugenio Bennato, attraverso un assegno (nulla di più trasparente) di 10.000 euro intestato direttamente al promoter di Bennato”

Tarantini
nella foto Gianpaolo Tarantini

Le indagini a carico di Mazzarano, erano nate dalle dichiarazioni di Giampaolo Tarantini. E per il primo capo di imputazione è stato mandato a processo anche l’ex imprenditore barese della sanità. Secondo i pubblici ministeri Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia, il “procacciatore” di buna-bunga per i politici baresi e romani, a partire da Silvio Berlusconi,  avrebbe in realtà consegnato – attraverso una società a lui intestata –  10mila euro a Michele Mazzarano. Doveva essere organizzato un concerto a Massafra in occasione della chiusura della campagna elettorale Pd per le elezioni politiche dell’aprile 2008.

Episodio questo che configura, per i magistrati, il reato di finanziamento illecito ai partiti. Mazzarano davanti ai giudici si difese così: “Quella campagna elettorale non mi vedeva nemmeno tra i candidati e all’epoca non ero segretario e neppure tesoriere del Pd. Tarantini pagò quei 10mila euro con un assegno prima dell’evento e non, come da lui sostenuto, in contanti dopo la campagna elettorale“. Il capogruppo regionale del Pd, disse anche dell’altro: “Tengo a precisare che da quella manifestazione non avrei potuto trarre nessun vantaggio personale in quanto non ero candidato. L’ho fatto per il Partito Democratico“. Sarà per questo che è stato premiato con la recente nomina a capogruppo in Regione ?

Tarantini a verbale ha raccontato per esempio di aver versato una tangente di 10mila euro all’ex segretario regionale pugliese dei Ds (oggi capogruppo del Pd ), Michele Mazzarano. “Con riferimento al pagamento di tangenti preciso  –  aveva spiegato Tarantini in uno dei suoi interrogatori  –  che gli unici due politici pugliesi ai quali ho corrisposto tangenti sono Sandro Frisullo e Michele Mazzarano“. Mazzarano gli avrebbe garantito copertura per vincere appalti all’interno di alcune aziende sanitarie in tutta la Puglia. L’inchiesta avrebbe in realtà dimostrato che la rete non riguardava soltanto Tarantini ma era molto estesa sia al mondo imprenditoriale sia a quello politico.

CdG asl tarantoMa vi sono anche altri capi d’accusa a carico del capogruppo regionale del Pd. Infatti al consigliere regionale massafrese sono stati contestati dai magistrati anche due presunti episodi di “millantato credito”  . Era stato lo stesso Gianpaolo Tarantini a raccontare ai magistrati che Mazzarano gli avrebbe promesso di intercedere presso la ASL di Taranto per agevolare una delle sue società nell’aggiudicazione di un appalto e in cambio l’imprenditore gli avrebbe promesso 50mila euro. Gli atti di questo fascicolo sono stati stralciati e trasmessi alla procura del capoluogo ionico.  Il secondo processo nei confronti di Mazzarano è iniziato a dicembre del 2014  per il secondo episodio: riguarda una gara da 600mila sempre alla ASL di Taranto. Mazzarano ancora per il tramite di Tarantini, secondo le accuse della magistratura, avrebbe incassato  60mila euro da Michele D’Alba, presidente della cooperativa foggiana che si è poi aggiudicata l’appalto.

Questa accusa sarà discussa in un secondo processo perché contestata successivamente all’apertura del primo procedimento.  “Sono inoltre accusato di millantato credito – continuava Mazzarano nelle sue difese d’ufficio…- dalle uniche dichiarazioni di Tarantini e senza nessun riscontro negli atti, avrei chiesto e ricevuto dal signor D’Alba contributi per il partito (10.000 euro in una versione, 50.000 euro in un’altra versione degli interrogatori del Tarantini) per avermi vantato di poter interferire nell’aggiudicazione di una gara presso l’Asl di Taranto.  Le accuse che mi vengono rivolte dal Tarantini sono totalmente false. Nel processo tali accuse si scioglieranno come neve al sole. Rimane l’agonia mia e delle persone a me più care per questi lunghi cinque anni di vera e propria via crucis. Quando la giustizia agisce così, rovina la vita delle persone oneste“.  Le dichiarazioni di Tarantini rappresentano però soltanto una parte dell’inchiesta. In un anno di lavoro i militari della Guardia di Finanza hanno sbobbinato migliaia di intercettazioni telefoniche e ricostruito una fitta rete tra appalti e grossi quantitativi di denaro.

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In un intervista ad un giornaletto (dato l’esiguo lettori che lo leggono)  online,  nei giorni scorsi, Mazzarano ha iniziato a sparare fesserie, continuando a ripeterle persino al “Tavolo per Taranto” istituito dalla Camera di Commercio di Taranto, dove si è presentato con oltre un’ora di ritardo, senza peraltro chiedere scusa a nessuno ( ah benedetta educazione…!),  manifestando sulla questione del Porto di Taranto  e dell’ Alta Velocità una disinformazione, incompetenza e campanilismo a dir poco imbarazzanti, . “E’ giusto che la nuova Autorità portuale di sistema venga fatta nascere a Taranto – ha detto Mazzarano  – Come rappresentanti istituzionali di questo territorio ci batteremo affinché si arrivi a questa soluzione. Spero che lo si possa fare tutti insieme, senza alcuna distinzione di schieramento. In questi anni il Governo ha insistito molto sul valore strategico dello scalo jonico: una sorta di passaggio obbligato per i grandi traffici che attraversano il Mediterraneo. Linea di demarcazione tra Oriente ed Occidente. Non credo, francamente, che si possa tornare indietro rispetto agli impegni presi. Dubito che voglia farlo il ministro Delrio”. Il problema è che Mazzarano non ha alcun contatto con il ministro Delrio (come da noi verificato) , e quindi onestamente non si capisce da dove possano arrivare tali conclusioni.

CdG freccia rossaPassando a parlare dei collegamenti ferroviari dell’alta velocità, ha aggiunto “Con Trenitalia la partita è tutt’altro che chiusa. Non ha alcun senso escludere l’area jonico-salentina dalla rete dei collegamenti ferroviari. Di divisioni questo Paese ne conserva sin troppe. La mobilità va implementata sempre più in una moderna economia di mercato. Se fosse necessario anche con risorse economiche ricavate direttamente dal bilancio regionale”. Di quale mercato Mazzarano parli è arduo capirlo. Sarà forse quello settimanale di Massafra ? Il consigliere regionale del Pd, infatti dimostra la sua ignoranza (tecnica) non sapendo che la vera “Alta Velocità” è quella che si ferma a Salerno, e non quella dei collegamenti ferroviari che portano la FrecciaRossa a Bari. Infatti i treni FrecciaRossa che arrivano nel capoluogo regionale pugliese sono i vecchi Eurostar ed i primi treni Freccia Rossa dopo un restyling. Ed infatti al proprio secondo giorno di corsa, in direzione Bari, il  Frecciarossa ha lasciato a terra i suoi passeggeri. “Guasto tecnico“si sono giustificati dall’ufficio stampa delle Ferrovie, aggiungendo che “Trenitalia ha fatto tutto il possibile per ridurre i disagi di una sosta imprevista, un trasferimento di treno e un arrivo a destinazione con un ritardo di ben due ore“. Se questa è l’alta velocità…

Sull’ aeroporto di Grottaglie, ascoltare o leggere il pensiero  di Mazzarano fa un pò ridere: “La comunità jonica, una delle realtà territoriali a maggior tasso d’industrializzazione del Mezzogiorno, deve poter contare su uno scalo aeroportuale tutto suo. Considero questa una rivendicazione giusta e opportuna. Taranto, tra l’altro, attirerebbe passeggeri dalla Basilicata e dalla Calabria jonica. La contrapposizione con Bari e Brindisi è sbagliata concettualmente”. Mazzarano dimentica qualcosa: che  Emiliano il Governatore della Regione Puglia è il segretario regionale uscente del Pd, che il premier a Palazzo Chigi Matteo Renzi è il leader del Pd, e che il Ministro Delrio è anche lui del Pd….. Se tutti questi non ascoltano Mazzarano  c’è un perchè molto chiaro ed eloquente: lui probabilmente non conta niente !

Martino Tamburrano
nella foto Martino Tamburrano

Come non ridere poi quando Mazzarano sostiene di essersi speso (in realtà è stato l’ on. Gianfranco Chiarelli, all’epoca responsabile provinciale di  Forza Italia) assieme all’onorevole Pelillo, per l’elezione del sindaco di centrodestra di Massafra, Martino Tamburrano a presidente della Provincia di Taranto . alla domanda “Se si potesse tornare indietro, rifarebbe la stessa scelta?”  ???  Mazzarano ha risposto  “Si è trattato di un’indicazione che ha riguardato, è bene ricordarlo sempre, un ente di secondo livello, con competenze e poteri assai ridotti rispetto al passato. Una soluzione che tenderei a non enfatizzare troppo” aggiungendo “Il Tamburrano che concede un’autorizzazione spropositata, per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi ad uso civico sul nostro territorio, non mi piace affatto. Considero la sua scelta un gravissimo errore politico. Fosse per me proporrei una moratoria che vieti nel tarantino, per i prossimi 10 anni, attività che abbiano un forte impatto ambientale. Abbiamo già dato. E’ arrivato il momento che si guardi altrove, che le dinamiche economiche seguano altre direttrici di sviluppo”. Anche in questo caso Mazzarano dimentica…. qualcosa: che al tavolo istituzionale governativo per Taranto, la Provincia di Taranto e Tamburrano ci sono. Lui invece no. Per fortuna di Taranto, aggiungiamo noi.

Quello che il consigliere regionale Mazzarano, poverino non sa, o ancora peggio finge di non sapere è che in realtà Tamburrano non ha assolutamente concesso “un’autorizzazione spropositata, per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi ad uso civico sul nostro territorio” aggiungendo che a Taranto non serve un rigassificatore. Peccato per lui che in realtà il suo Partito non condivida questa posizione che più che di politico, suona molto di “personale” .  “Cosa vuole – ha detto Mazzarano nell’ intervista – la mia non è una formazione marxista: prima della componente lavoro, viene il valore della vita, la dignità dell’uomo. Non c’è progresso quando si violenta la natura”. Un quesito che ci siamo posti è il seguente: ma che formazione ha avuto Mazzarano ? Siamo a sua disposizione, se avrà la gentilezza e coerenza di documentarcele per renderla nota ai nostri lettori. Una cosa è certa e va ricordata. Se Tamburrano guida da 10 anni il Comune di Massafra, dove Mazzarano gioca a fare l’oppositore senza alcun risultato, un perchè ci deve essere: i suoi concittadini non sono degli sprovveduti !

Ma Mazzarano, dimenticandosi di occuparsi prevalentemente nella sua vita politica delle realtà massafresi, si è “allargato” all’ ILVA ed ha dichiarato che “La politica fa quel che può rispetto ad un problema la cui complessità è gigantesca. Il tema delle bonifiche, e delle risorse che non ci sono, è il vero dramma di tutta questa vicenda. La soluzione, o parte di essa, potrebbe arrivare dall’utilizzo dei fondi europei iscritti nella nuova programmazione 2015-2021. L’ Ilva è un problema transnazionale. Sbaglia chi s’intestardisce nel volerlo racchiudere in un ambito che sia solo quello statuale”.

Resta da chiedersi a questo punto come mai Renzi, non lo abbia chiamato al suo fianco a Palazzo Chigi, visto che Michele Mazzarano vuole dare l’idea di essere l’ uomo della provvidenza. Siamo certi che se qualcuno ne parlasse al Premier,  e gli riferisse che in quel di Massafra il Pd ha l’ “uomo della provvidenza”…che conosce la soluzione per tutti i problemi, conoscendo Matteo Renzi e la sua tagliente ironia, la sua risposta potrebbe essere solo una : Michele chi ?

 

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