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20 Aprile 2024 01:14
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L’ex assessore della Regione Puglia Michele Mazzarano (Pd) a giudizio per corruzione elettorale

Secondo le evidenze investigative dei carabinieri e della Procura di Taranto, il consigliere regionale avrebbe promesso a un uomo l'assunzione di due figli presso una ditta privata in cambio di voti: a sollevare il caso fu Striscia la Notizia ed anche il nostro giornale che dette ampio spazio alla ricostruzione dei fatti

ROMA – La Procura della repubblica di Taranto ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio dinanzi al Tribunale monocratico di Taranto, nei confronti  dell’ attuale consigliere regionale del Pd Michele Mazzarano, ex assessore allo Sviluppo economico della Giunta Emiliano,  accusato di corruzione elettorale per una vicenda portata alla luce da Striscia la Notizia e documentata dettagliatamente dal CORRIERE DEL GIORNO,  a seguito di una denuncia di Emilio Pastore, alla trasmissione televisiva, con cui emerse il presunto scambio di favori durante la campagna elettorale del 2015. La prima udienza è stata fissata per il 6 marzo prossimo.

 

 

A firmare il decreto sono stati il procuratore capo Carlo Maria Capristo ed il procuratore aggiunto Maurizio Carbone. L’ex assessore Mazzarano, non nuovo ad inchieste giudiziarie, interrogato nel corso delle indagini, ha sempre respinto le accuse. Furono proprio le rivelazioni di Pastore a Striscia la Notizia a provocare le dimissioni di Mazzarano dalla giunta regionale e la conseguente apertura del fascicolo d’inchiesta.

Secondo l’impianto accusatorio Michele Mazzarano, all’epoca dei fatti candidato alle elezioni regionali pugliesi del 2015, aveva promesso ad Emilio Pastore l’assunzione di due figli presso una ditta privata, ottenendo in cambio l’impegno da parte sua a dargli il proprio voto e quello dei suoi familiari nonchè di procurargli il voto di altri elettori attraverso l’utilizzo a titolo gratuito di un locale che lo stesso Pastore allestì come comitato elettorale. Promessa che Mazzarano avrebbe mantenuto in parte favorendo l’assunzione di uno dei due figli presso la società Ecologica spa operante nello stabilimento siderurgico dell’ ex-ILVA (ora Arcelor Mittal)

La difesa di Mazzarano : “Ero convinto di aver già dimostrato ai magistrati tarantini la mia totale estraneità ai fatti. Sarà il processo la sede dove dissipare definitivamente ulteriori dubbi laddove ce ne fossero“. Lo rende noto in una dichiarazione l’ex assessore regionale Michele Mazzarano attuale consigliere del Pd alla Regione Puglia, , commentando la notizia della sua citazione in giudizio per corruzione elettorale.

Mazzarano dimentica qualcosa: primo che se è stato rinviato a processo, ciò dipende dal fatto che non ha convinto il procuratore capo (Capristo) e l’ aggiunto (Carbone) su quella che lui chiama “totale estraneità ai fatti” dimenticando che ci sono video, registrazioni e documentazioni che provano esattamente il contrario del suo tentativo di uscire indenne da una torbida e vergognosa vicenda di voto di scambio. Secondo: che ancora una volta lui dice “Sarà il processo la sede dove dissipare definitivamente ulteriori dubbi”, sperando nei ritardi processuali e dell’incombere di una possibile prescrizione dei suoi reati, che lo hanno già salvato in ben due processi.

Dubbi non ce ne sono: Mazzarano va processato.

AGGIORNAMENTO del 04.01.2019.

Il Nuovo Quotidiano di Puglia questa mattina scrive: “Mazzarano è al suo secondo mandato come consigliere regionale, già nella scorsa legislatura decise di lasciare il gruppo consigliare del Pd dopo essere stato accusato dalla Procura di Bari, sulla scorta delle dichiarazioni di Giampaolo Tarantini, di illecito finanziamento ai partiti. Il processo si è concluso con il proscioglimento.”. Errore. Il processo, infatti si è chiuso a seguito di intervenuta prescrizione. Che è ben altra cosa di un proscioglimento dalle accuse !

 

Ecco infatti come la redazione di Bari del quotidiano La Repubblica e del quotidiano Corriere del Mezzogiorno-Corriere della Sera hanno dato correttamente la notizia, evidenziando la prescrizione e non il proscioglimento !

 

 

 

 

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