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19 Aprile 2024 18:22
19 Aprile 2024 18:22

Legambiente: “sospendere lo smaltimento dei rifiuti dell’ ILVA in Sicilia”

“Già nell’aprile del 2015 - ricorda LEGAMBIENTE - una operazione simile era stata avviata con il trasferimento di una partita di 9.200 tonnellate di polverino direttamente dal porto di Taranto a quello di Augusta, operazione poi sospesa per la forte opposizione della popolazione e l’intervento della magistratura”

Con un comunicato congiunto Legambiente Taranto e Legambiente Augusta chiedono ai commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria  “di fornire, innanzitutto ai cittadini, tutte le informazioni in loro possesso relative ai rifiuti smaltiti a Melilli e di sospendere la spedizione e il conferimento del polverino nella discarica siciliana“. contestando che “Il trasferimento del polverino da Taranto a Melilli e lo smaltimento nella discarica Cisma riduce gli impatti su una zona, ma irragionevolmente li carica su un’altra altrettanto inquinata e sofferente” , sostenendo che enormi quantitativi “di rifiuti speciali, in particolare di polverino d’altoforno dell’Ilva, vengono trasferite con autotreni e, via mare, con il traghetto Eurocargo Livorno, da Taranto alla discarica Cisma di Melilli in Sicilia, nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale Augusta/Priolo/Melilli e Sito di Interesse nazionale ai fini delle bonifiche (SIN Priolo), a partire dal mese di giugno. A tutto novembre 2016 circa 32.000 tonnellate di polverino sono state smaltite nella discarica siciliana


Le ragioni del trasferimento dei rifiuti smaltiti a Melilli,
 come già rivelato nel novembre scorso dal CORRIERE DEL GIORNO lo scorso novembre, viene effettuato da una cordata composta dalla napoletana Grimaldi insieme al Gruppo Campostano di Savona. Rimangono “ancora oscure – sostiene Legambiente  – le ragioni per le quali i commissari straordinari dell’Ilva insistano a portare avanti un’operazione spacciata come transitoria, ma i cui termini effettivi restano ignoti. Né il Ministro dell’Ambiente Galletti nelle sue risposte alle interrogazioni parlamentari e alle domande dei cronisti è riuscito a renderle intellegibili“.

Secondo gli ambientalisti, sarebbero circa 32.000 le tonnellate di polverino smaltite nella discarica siciliana. “Già nell’aprile del 2015 una operazione simile era stata avviata con il trasferimento di una partita di 9.200 tonnellate di polverino direttamente dal porto di Taranto a quello di Augusta, operazione poi sospesa per la forte opposizione della popolazione e l’intervento della magistratura” , scrivono nella  nota inviata alle redazioni, “Il trasferimento del polverino da Taranto a Melilli riduce gli impatti su una zona ma irragionevolmente li carica su un’altra altrettanto inquinata e sofferente”, contesta Legambiente.

nella foto il commissario ILVA Corrado Carruba


Alle proteste per l’inaccettabile e insopportabile operazione
erano seguite da più parti le prese di posizione contrarie allo smaltimento di questi rifiuti speciali nel già martoriato triangolo Augusta / Priolo / Melilli, l’apertura di un’inchiesta della Procura siciliana e le interrogazioni parlamentari. Rispondendo ad una di queste interrogazioni il ministro dell’Ambiente Galletti aveva  affermato che “Relativamente al trasferimento dei materiali provenienti dall’Ilva in una discarica presso Augusta, sulla base delle informazioni che abbiamo acquisito dal commissario Ilva Corrado Carruba per rispondere all’interrogazione, i rifiuti in questione sono stati classificati e caratterizzati dal produttore come rifiuti non pericolosi, prodotti dal trattamento dei fumi. Ad oggi non risulta al mio Dicastero alcuna segnalazione in merito da parte delle competenti autorità di controllo locali, provincia e ARPA. Inoltre la discarica in cui i rifiuti sono stati conferiti è esterna al perimetro del SIN sulla base della cartografia disponibile. Secondo le informazioni fornite dall’Ilva, il materiale per l’esattezza 9.142 tonnellate è stato inviato in Sicilia in via transitoria. È infatti previsto che i rifiuti saranno smaltiti presso il sito Ilva una volta attuato il piano di gestione dei rifiuti aziendali e l’avvio dei nuovi impianti autorizzati in discarica, così com’è stato previsto peraltro nel decreto Ilva del gennaio scorso”.  

Dire  come fa il ministro Galletti  che la discarica Cismaè esterna al perimetro del SIN” non basta  per ridurre l’impatto di un’operazione che rimane insopportabile per il territorio siciliano e, non avendolo peraltro mai creduto,  contestiamo vivamente che lo smaltimento di questi rifiuti speciali sia stato fatto “in via transitoria” per poi essere “smaltiti presso il sito Ilva una volta attuato il piano di gestione dei rifiuti aziendali e l’avvio dei nuovi impianti autorizzati in discarica”. In verità il polverino d’altoforno – a distanza di oltre un anno e mezzo – è ancora qui, sicuramente qui rimarrà e l’operazione ha subito un lungo stop forse solo per il clamore suscitato dalla vicenda con i suoi relativi effetti collaterali.

Gli ambientalisti siciliani fanno notare che la discarica Cisma, dopo aver accolto in questi ultimi mesi,i rifiuti urbani di diverse decine di comuni siciliani vicini e lontani grazie alle ordinanze del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta,  ha ripreso a ricevere e a smaltire il polverino d’altoforno dell’ILVA. Infatti, da circa un mese partono da Taranto, con spedizioni settimanali, una trentina di autotreni carichi di polverino. I camion vengono imbarcati al porto di Taranto sulla nave “Eurocargo Livorno” della Grimaldi e vengono sbarcati a Catania per poi proseguire su strada diretti alla discarica Cisma. Ogni spedizione ammonta a circa 900 tonnellate. Come emerse sin dal 2015, se  il quantitativo da smaltire fosse rimasto complessivamente di 100.000 tonnellate, i viaggi andranno avanti per molti mesi.  Inspiegabili sono le ragioni per cui chi amministra l’ILVA su mandato del governo ha deciso di scaricare i suoi rifiuti lontano dalla Puglia e in una zona peraltro già gravemente malata. Chi ci guadagna ? Chi ha tutto questo interesse ?

Sarebbe a dir poco incredibile  che  il presidente Crocetta, mentre cerca affannosamente di reperire all’estero e fuori regione chi è disponibile a  prendersi circa 180.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani trattati prodotti dai  cittadini siciliani, non fosse a conoscenza che sul suolo siciliano  vengono scaricati rifiuti ben più “indigeribili” ed in quantità così importante.

Non sappiamo se la scelta di operare in questo modo, certamente più complicato e costoso della semplice spedizione via nave direttamente al porto di Augusta, dipenda dal tentativo di sviare l’attenzione per evitare  le proteste che la vicenda sollevò l’anno scorso, oppure anche dall’eco dell’inchiesta della magistratura di Potenza che ha messo in luce le connessioni tra le aziende legate al business, sull’allora commissario dell’autorità portuale e i cosiddetti “furbetti” collegati ad influenti personaggi del Ministero dello Sviluppo Economico i cui interessi ruotavano attorno al porto di Augusta. Non è noto infatti, come raccontano i giornali siciliani, se l’assessore all’ambiente, Croce, quello all’energia e rifiuti, Contrafatto, e lo stesso presidente della Regione Sicilia, Crocetta, siamo a conoscenza di tutto quello che è doveroso sapere e sopratutto se abbiano eventualmente autorizzato l’importazione di questi rifiuti speciali.


Legambiente Taranto e Legambiente Augustachiedono al ministro dell’Ambiente e a tutti color che hanno competenze, ruoli e responsabilità di affrontare davvero, con cronoprogrammi precisi, la partita delle bonifiche di entrambi i Sin per ripararne i guasti e restituire ai cittadini le buone condizioni di salute, di vita e di lavoro a cui hanno diritto“. E bene farebbero la Procura di Taranto e la Guardia di Finanza a dare un’occhiata anche sull’allegra gestione delle commesse affidate dai commissari dell’ ILVA.  Tutto trasparente e regolare ? Secondo fonti bene informate non molto…

nella foto, la sede del Gruppo Campostano di Savona

P.S. una delle aziende interessate a questo “business”, e per la precisione il Gruppo Campostano di Savona ci ha intento una causa risarcitoria per danni, con il chiaro intento di intimorirci, attività e stile che deve essere evidentemente consueto, come hanno sostenuto i magistrati della Procura di Taranto in un processo a loro carico (in cui sono stati assolti)  . Ma i Campostano poverini ignorano che certe intimidazioni non ci preoccupano per nulla. Anzi….Sarà bene che qualcuno gli ricordi che procedimento civile esiste anche l’azione legale per “lite temeraria“. Ed è quella che prossimamente si vedranno recapitare dai nostri legali dinnanzi al Tribunale civile di Roma.

 

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