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28 Marzo 2024 10:11
28 Marzo 2024 10:11

L’analisi del voto e gli eletti alla Provincia di Taranto

I neo eletti (sono 6) del centrodestra sono tutti di Forza Italia: Giuseppe Pulito, Arturo De Cataldo, Michele Muschio Schiavone, Giuseppina Castellaneta, Michele Franzoso, Marco Natale; nel Pd (sono 4) : Gianni Azzaro, Piero Bitetti, Vito Miccolis, Maria Grazia Cascarano; del centrosinistra (sono 2): Dante Capriulo e Filippo Illiano.

Come già previsto , annunciato e confermato, il sindaco di Massafra Martino Tamburrano, di Forza Italia, è il trentesimo presidente della Provincia di Taranto. L’esponente del centrodestra, nonostante svantaggiato dai pronostici del centrosinistra, ha vinto ieri le elezioni col 63,8% dei voti per effetto delle “larghe intese” nazionali, applicate anche a Taranto dai due principali partiti che mantengono in piedi il Governo Renzi, e cioè il PD-Partito Democratico e Forza Italia.  Secondo alcuni il voto provinciale avrebbe di fatto causato una possibile crisi al Comune di Taranto, partendo dal presupposto che 21 consiglieri su 33 dei consiglieri comunali del centrosinistra che governa da circa 10 il comune . Niente di più impossibile, considerando che proprio pochi mesi fa la giunta comunale guidata da Ippazio Stefàno, aveva subito un folto rimpasto e riequilibrio, e che nessuno avrebbe la forza di governare la città senza i voti della maggioranza del Pd jonico.

Le “larghe intese”, che la minoranza interna del Pd di Taranto aveva cercato di neutralizzare attraverso un “cavallo di Troja” cioè Ippazio Stefàno, il quale come ben noto si è staccato ed allontanato definitivamente da Vendola e Sel, appoggiando pubblicamente la candidatura di Michele Emiliano a Governatore della Regione Puglia, in vista delle prossime elezioni previste per la primavera 2015,  attraverso un’apposita direzione regionale del Pd, che però anche per statuto interno aveva solo valore di indirizzo politico, in quanto le decisioni vengono adottate dai direttivi provinciali. Ed infatti “larghe intese”, sono state però rispettate da chi le aveva concordate. Ha funzionato quindi, l’accordo raggiunto dal senatore Michele Pelillo (Pd) e dall’ on. Gianfranco Chiarelli (Fi), che sono i veri vincitori “politici” di questa sfida elettorale, accanto al neo presidente Martino Tamburrano in netta ascesa all’interno del suo partito.

Tamburrano, 56 anni, funzionario della Regione Puglia in aspettativa, ha ricoperto in passato la carica di  vicepresidente della Provincia di Taranto, dal 2000 al 2004 durante la giunta provinciale guidata da Domenico Rana,  e successivamente consigliere provinciale sino allo scioglimento anticipato. Il sindaco di Massafra ha trionfato con 61.954 voti (ponderati) rispetto ai 35.146 del suo avversario, rimasto bloccato al 36,1%. Oltre un terzo dei voti totali sono stati ottenuti dal candidato di Forza Italia proprio nel Comune di Taranto, governato dal sindaco Ippazio Stefàno alla guida di una coalizione di centrosinistra che ha conquistato a suo tempo la maggioranza al ballottaggio grazie ai consensi e lista personale del sindaco. Nel comune di Taranto, ieri,  ben 21 sulle 33 schede viola votanti, sono state aggiudicate a favore di Tamburrano , e soltanto 12 per Lopane. Ogni voto espresso dai consiglieri eletti nel capoluogo aveva un valore di 1051 punti. La conferma che il  patto di “larghe intese” era stato rispettato, è arrivata dai voti di lista: 43.743 (45,5%) a Forza Italia; 33.641 (35,2%) al Pd; ed il 18.543 (19,3%) all’altra lista di centrosinistra. Il totale dei voti lista avrebbe visto quindi nettamente in vantaggio quelle a sostegno di Lopane che però è rimasto a terra, venendo sconfessato dalla decisione della maggioranza del direttivo provinciale jonico, che ha dimostrato di non gradire le ingerenze di Michele Emiliano.

Il sindaco di Massafra ha ottenuto consensi anche dove alla vigilia elettorale gli uomini di Vendola (Sel) e la minoranza del Pd jonico credeva non potesse ricevere , e cioè nel gruppo dei comuni più grandi dopo Taranto (Martina Franca, Grottaglie, Massafra e Manduria), i cui elettori votavano su una scheda di colore verde. Ed hanno sbagliato. Infatti  su 100 elettori , in 69 hanno votato in favore di Tamburrano nonostante la presenza di amministratori locali di due giunte comunali e mezzo eletti nel centrosinistra, soltanto 29 per Lopane e 2 nulle.

In questo gruppo ogni voto costituiva un valore di 251 punti. Nella fascia di Ginosa, Castellaneta, Sava, Mottola, Palagiano, San Giorgio Jonico, Laterza, Statte, Crispiano, Pulsano e Lizzano (scheda rossa), su 186 elettori, il sindaco di Massafra, Tamburrano ha conquistato 107 voti, il suo avversario Lopane soltanto 78 voti, una sola scheda senza voto, cioè bianca: ogni voto di questo raggruppamento portava in dote un controvalore di 156 punti.

Nella fascia di San Marzano di San Giuseppe, Palagianello, Avetrana, Carosino, Monteiasi, Maruggio e Fragagnano (scheda grigia), Tamburrano ha conquistato 51 voti e Lopane 40, sul totale di  su 91 elettori, ed  ogni voto  aveva quindi un controvalore di 90.

Nella fascia elettorale dalla scheda arancione,  cioè quella di Torricella, Montemesola e Faggiano , su 43 elettori, Lopane a sorpresa  ha ottenuto 23 voti, mentre Tamburrano solo 19, una bianca: ognuno di questi voti aveva un controvalore di 48 punti. Nell’ ultima fascia (scheda blu) cioè quella di Monteparano e Roccaforzata , i due candidati su 20 elettori  hanno intercettato la metà dei consensi a testa:  per entrambi ogni voto aveva un valore di 37 punti.

Una competizione elettorale questa,  che è stata vissuta soltanto dagli amministratori locali del capoluogo e dei comuni della provincia  cioè da coloro che chiamati al voto e si sono recati in tanti alle urne. A non presentarsi soltanto in diciassette, e fra le schede scrutinate dei votanti c’è stato chi non ha nascosto il proprio disappunto, scrivendo sulla scheda: «Le mezze cose non servono», dichiarazione di voto che chiaramente  è stato dichiarato nullo .

 

 

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