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29 Marzo 2024 10:52
29 Marzo 2024 10:52

Inchiesta Ferrovie Sud Est. Indagato dirigente della BNL Paribas

Giuseppe Maria Pignataro, responsabile mercato pubblica amministrazione della direzione centrale della BNL Paribas, è accusato con due funzionari di Bari di aver aggravato la situazione debitoria di Ferrovie Sud Est. La banca  è stata ammessa al voto per il salvataggio di Fse ed ha votato a favore della proposta di concordato. Il crac della società ammonta a complessivi 230 milioni di euro
Giuseppe Maria Pignataro

ROMA – Nell’ambito dell’indagine della Procura di Bari  sul crac della società Ferrovie Sud Est è stata disposta una interdizione di 12 mesi  nei confronti di Giuseppe Maria Pignataro, Responsabile Mercato Pubblica Amministrazione Direzione Centrale di BNL PARIBAS . Il dirigente della BNL  sarebbe coinvolto anche nella crisi dell’ ATAC  a società municipalizzata di trasporti del Comune di Roma, per la gestione dei rapporti fra la BNL Paribas e la pubblica amministrazione.

Il dirigente della BNL Paribas risponde dell’accusa di bancarotta fraudolenta in concorso con Luigi Fiorillo  l’ex amministratore unico di Ferrovie Sud Est , insieme a due altri funzionari di BNL PARIBAS  in servizio entrambi presso la Filiale di Bari, Fabio Ferretti, responsabile dei rapporti con Fse, Vito Colaprico, responsabile dei rapporti con la pubblica amministrazione.

la sede di Bari della BNL Paribas

Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Bari , coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai sostituti procuratori  Francesco Bretone, Bruna Manganelli e Luciana Silvestris e , le condotte dei funzionari dell’istituto di credito avrebbero aggravato la situazione debitoria della società di trasporto pugliese attraverso la concessione di finanziamenti a fronte di una serie di garanzie praticamente illimitate, il mantenimento di linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e l’assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme erogate.

Agli indagati vengono contestati in particolare i reati di bancarotta fraudolenta impropria, a causa di operazioni dolose, effettuate ai danni della società Ferrovie Sud Est  e di bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di BNL PARIBAS  . In pratica i funzionari bancari nonostante la crisi finanziaria ben nota della società pubblica di trasporti pugliese, avrebbero continuato ad erogare crediti che l’ex amministratore Fiorillo in realtà avrebbe utilizzato per ingenti e sproporzionate spese indebitando così facendo la società pubblica, contribuendo con il proprio operato a generare un grave impoverimento finanziario di Fse.

I dirigenti della BNL PARIBAS    avrebbero rimodulato a partire dal 2012 i rapporti bancari a proprio favore, così determinando il rientro della propria posizione creditori a scapito della massa degli altri creditori. La Procura di Bari aveva chiesto il carcere per Giuseppe Pignataro ma per sua fortuna,  il Gip del Tribunale di Bari dr.ssa  Alessandra Susca, ha ritenuto sufficiente ad evitare il rischio di inquinamento probatorio e la reiterazione del reato disponendo il divieto di esercitare per un anno gli uffici direttivi dell’istituto di credito BNL o di alta persona giuridica o impresa operante nel settore bancario-finanziatio.

Lo scorso febbraio erano state arrestate (e poste ai domiciliari) dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Bari11 persone, tra cui l’ex commissario Fiorillo, per i reati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, dissipazione e distrazione di ingenti quantità di denaro, per il crac da 300 milioni. Alcuni giorni dopo la BNL PARIBAS  non era stata ammessa al concordato preventivo, in quanto sull’istituto bancario italo-francese erano in corso accertamenti da parte della Procura di Bari che aveva depositato in aula un decreto di perquisizione eseguito nei mesi scorsi nei confronti di BNL, che  negli anni in cui sarebbero state commesse le condotte fraudolente che avrebbero portato al crac, era la banca di riferimento di Ferrovie Sud Est.

Dagli atti della Procura di Bari sul crac della società di trasporti pugliese Ferrovie Sud Est che ha portato all’interdizione di Giuseppe Maria Pignataro  sono emerse “analoghe pressioni nella gestione della crisi Atac“.Secondo i magistrati baresi ci sarebbe un vero e proprio “sistema Pignataro” che nella gestione dei rapporti fra BNL e la pubblica amministrazione, coinvolgerebbe anche la crisi dell’ Atac la municipalizzata del Comune di Roma) .  Infatti secondo i magistrati baresi  “attraverso molteplici logiche organizzative, indubbie capacità relazionali e discutibili trame comunicative si conferma l’estrema pericolosità sociale di Pignataro sempre pronto a cercare, anche attraverso evidenti mezzi di pressione, soluzioni alternative allo schema legale onde evitare, per evidenti finalità affaristiche, che società pubbliche come Atac e Fse, finanziate da Bnl, possano essere assoggettate a procedura concorsuale“.

Agli atti dell’inchiesta compaiono delle intercettazioni telefoniche intercorse nel luglio 2017 fra il  Pignataro e Maria Grazia Russo, direttore Amministrazione e Finanza di Atac ed anche con Lorenzo Bagnacani, amministratore delegato di Ama (la municipalizzata ambientale di Roma Capitale) con il quale la banca stava valutando la concessione di una linea di credito. Pignataro per convincere la Russo a non ricorrere alla procedura di concordato,  spiega alla dirigente Atac che la questione “riguarda tutte le società del Comune di Roma che andrebbero immediatamente in default perché le banche uscirebbero da tutti i rapporti”   definendo l’eventuale concordato “una scorciatoia” che porterebbe “direttamente al burrone tutto il Comune di Roma”.

BNL Paribas in un  comunicato  invece “ribadisce la totale legittimità dell’operato della banca, del dottor Pignataro e degli altri dipendenti coinvolti, già attestato in diverse ordinanze pronunciate dal Tribunale civile di Bari, di cui l’ultima proprio nella giornata del 13 marzo. In particolare, la Banca e il dottor Pignataro non hanno mai posto in essere alcuna condotta di bancarotta preferenziale né hanno mai determinato con operazioni dolose il dissesto della società. Al riguardo, le notizie attribuite alla Procura di Bari sono nel merito destituite di ogni fondamento, come finora riconosciuto anche dall’autorità giudiziaria civile, che ha pienamente riconosciuto le ragioni della banca” e continua “Nella stessa ordinanza il gip ha espressamente escluso ogni coinvolgimento del dottor Pignataro in condotte di bancarotta fraudolenta per distrazione o dissipazione di somme di Ferrovie del Sud Est e ha riconosciuto come non consti che il dottor Pignataro fosse in relazione con Luigi Fiorillo o altri indagati per tali reati, né che abbia tratto vantaggi personali dai fatti ipotizzati a suo carico. Si confida, pertanto, che anche alla luce degli ulteriori elementi che saranno portati all’attenzione dell’autorità giudiziaria, la stessa chiarirà presto l’assoluta linearità e la piena correttezza dell’operato della Banca e degli esponenti di BNL coinvolti“.

BNL  è stata ammessa al voto per il salvataggio di Fse e ha votato a favore della proposta di concordato. La società di trasporti pugliese è quindi salva dal fallimento (pur mancando ancora la fase di omologazione del concordato) avendo ottenuto più della maggioranza dei voti a favore dei creditori. Il voto è avvenuto ieri dinanzi al Tribunale Fallimentare di Bari. Nella scorsa udienza il giudice aveva sospeso il voto di BNL e di altri creditori coinvolti nell’indagine penale sul crac di Ferrovie Sud Est, dietro richiesta della Procura di Bari . Oggi il giudice ha sciolto la riserva ammettendo BNL (che è il principale creditore con il 38 per cento dei crediti vantati, pari a circa 70 milioni di euro). La proposta di concordato prevede il pagamento della intera somma di 152 milioni di euro ai creditori privilegiati (che saranno liquidati entro un anno) e del 51 per cento degli altri 130 milioni di euro ai creditori chirografi. Il crac della società ammonta a complessivi 230 milioni di euro.

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