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16 Aprile 2024 17:02
16 Aprile 2024 17:02

Ilva:Acciaitalia rilancia offerta totale

Sale a 1,850 miliardi l'impegno della cordata con assunzione immediata di 9.800 dipendenti

ROMA – Dopo il “no” dell’Avvocatura di Stato ad un rilancio solo sul prezzo per l’acquisizione del gruppo ILVA, la cordata Acciaitalia (Jindal, Cdp, Del Vecchio, Arvedi) rilancia con una nuova offerta su tutti e tre i capitoli previsti dal bando ovvero: piano industriale, piano ambientale e prezzo. Lo ha reso noto Acciaitalia in una nota con la quale si precisa che il prezzo offerto è di 1,850 miliardi. Da subito saranno assunti 9.800 dipendenti e la validità dell’offerta è al 30 settembre.

 Jsw (Jindal South West) e Del Vecchio (Delfin) hanno preso autonomamente gli impegni legati al rilancio dell’offerta su Ilva. Lo si sottolinea nella nota in cui si precisa che “Cdp e Arvedi non aderiscono” al rilancio, mentre Jsw e la finanziaria di Leonardo Del Vecchio si impegnano a rilevare “pariteticamente le quote detenute in Acciaitalia” da Cdp ed Arvedi. La nuova offerta, che non è un rilancio parziale, prevede quindi un impegno economico di 4,95 miliardi di euro. L’offerta irrevocabile è stata inviata al ministro Carlo Calenda e notifcata ai commissari straordinari dell’Ilva, Carruba, Laghi e Gnudi.

Il piano industriale di Acciaitalia, si legge nella nota diffusa dalla nuova cordata, è un piano di sviluppo delle acciaierie Ilva “con il fermo e impegnativo obiettivo di riportare al più presto la produzione dell’area a caldo ai suoi valori storici di circa 10 milioni di tonnellate, con l’impiego di tecnologie innovative, non ancora attuate in Europa, atte a determinare una sensibile riduzione degli impatti ambientali”. Verrà in particolare data rilevanza, prosegue la nota, agli investimenti innovativi e non ancora presenti in Europa in tecnologie a gas e elettriche che riducono l’uso del carbone, le relative emissioni e sono rispettose dell’ambiente.

Leonardo Del Vecchio

Per la realizzazione del piano sono stati preventivati circa 3,1 miliardi di euro di investimenti, di cui: circa 1 miliardo a favore dell’ambiente da concludersi entro il 2021, in anticipo di due anni sulla prescrizione del ministero; 1,1 miliardi per il rifacimento degli impianti attuali inclusa la riattivazione dell’Altoforno 5; 1 miliardo per la realizzazione di impianti di de-carbonizzazione volti all’espansione della capacità produttiva di ulteriori circa 5 milioni di tonnellate di colato mediante l’impiego di tecnologie innovative, quali l’utilizzo del forno elettrico alimentato a pre-ridotto, non ancora presente in Europa e a minore impatto ambientale.

La decisione di rilanciare, presa “nell’interesse di Ilva, aderisce anche “all’invito scritto dell’Unione Europea che indica come molto critica l’assegnazione degli impianti Ilva alla cordata concorrente la quale, anche se ha rinunciato ai ridimensionamenti che sarebbero eventualmente richiesti dalla UE, sarà costretta a implementarli altrove in Europa. Per Ilva non sarebbero quindi ipotizzabili ulteriori sviluppi futuri. L’acquisizione di Ilva da parte di Acciaitalia non presenterebbe invece alcun problema di concentrazione in Europa, – sottolinea Acciaitaliasenza quindi la necessità di imposizione di misure di contenimento né in Italia né in altri stabilimenti siderurgici europei. I tempi della relativa autorizzazione da parte dell’Unione Europea sarebbero presumibilmente di poche settimane, consentendo un immediato ingresso nell’operatività“.

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