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19 Aprile 2024 20:11
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Il “killer” della Ramblas di Barcellona è stato ucciso. 15 i morti identificati nell’attentato

Il killer di Barcellona Younes Abouyaaqoub è stato abbattuto dalla polizia catalana a Subirats: dopo le indiscrezioni della tv pubblica Rtve, la conferma arriva dall'agenzia spagnola Efe che cita fonti dell'antiterrorismo. Le stesse fonti hanno aggiunto che Abouyaaqoub indossava una cintura esplosiva. La svolta alle indagini grazie alla collaborazione di uno dei terroristi fermati ad Alcanar

ROMA – Il bilancio ufficiale delle vittime degli attentati jihadisti di Barcellona e Cambrils la settimana scorsa è di 15 morti. Lo ha reo noto il ministro degli Interni catalano, Joaquim Font. La polizia ha infatti stabilito che Pau Perez, il giovane trovato morto all’interno di un’auto che aveva forzato un posto di blocco sulla Meridiana poco dopo la strage della Rambla, è stato ucciso dal terrorista Younes Abouyaaqoub, in fuga dopo l’attentato. Tutte le 15 vittime degli attentati di Barcellona e Cambrils sono state identificate ufficialmente. Sono sette donne e otto uomini. Sei morti sono cittadini spagnoli, tre italiani, due portoghesi, uno belga, uno statunitense, uno canadese e uno con doppia nazionalità australiana e britannica, il piccolo Julian Cadman.

Stamane sono state pubblicate dalla stampa spagnola le prime immagini del terrorista marocchino Younes Abouyaaqoub in fuga dopo la strage sulla Rambla. El Pais online (LEGGI L’ARTICOLO) pubblica tre foto del jihadista mentre si allontana dal luogo dell’attentato a piedi, con indosso gli occhiali da sole, attraverso il mercato de La Boqueria, vicino al punto dove il furgone della strage si è schiantato contro un’edicola dopo avere travolto la folla.

El Pais ha pubblicato un’immagine tratta dalle telecamere di sorveglianza all’interno del mercato della Boqueria, sulla Rambla. Si vede un giovane con occhiali da sole: Younes Abouyaaqoub. Non corre, cammina. Secondo la ricostruzione, una volta fuori della Boqueria, Abouyaaqoub avrebbe attraversato la città fino alla zona universitaria. Un tragitto non lineare, il tipico dedalo di viuzze e deviazioni che potrebbe tracciare sulla mappa chi vuole scomparire. Percorso in circa un’ora e mezza, più o meno il tempo trascorso tra la strage sulla Rambla e l’assassinio di Pau Perez. Ufficialmente la 15esima vittima della Rambla.

La fuga del killer dopo l’attentato. La sua fuga era cominciata nel cuore della Rambla appena sceso dal furgone che ha ucciso 13 persone. Dal luogo della strage il terrorista è arrivato fino alla zona dell’università, approfittando del panico generato dalla sua azione, passando attraverso il mercato della Boqueria come dimostrano alcune immagini pubblicate dal sito del Pais. Gli scatti mostrano il giovane mentre cammina, indossando un paio di occhiali da sole, per il mercato che è una delle mete d’obbligo dei turisti a Barcellona. Sarebbe poi uscito dall’ingresso posteriore dirigendosi, a passo sostenuto ma senza correre per non dare nell’occhio, attraverso i vicoli del Raval verso la zona universitaria, dove poi avrebbe aggredito e accoltellato a morte Pau Perez, la 15esima vittima dell’attacco, per rubargli l’auto.   Durante la fuga ha poi forzato un posto di blocco, gli agenti hanno ritrovato successivamente l’auto con il cadavere a Sant Just Desvern.

Il terrorista se lo sarebbe trovato davanti mentre parcheggiava e non gli avrebbe neanche dato il tempo di scendere dall’auto: un fendente letale, il corpo di Perez gettato nella parte posteriore del veicolo e Abouyaaqoub che si mette al volante. Sulla Diagonal, una delle arterie principali della viabilità di Barcellona, si sarebbe quindi imbattuto in uno dei posti di blocco della polizia. Dopo averlo forzato, ferendo un agente, avrebbe proseguito la corsa in auto per altri tre chilometri, fino a Sant Just Desvern. Dove, abbandonato il veicolo, si sarebbe dissolto nel nulla.

L’Audi A3 utilizzata per l’attacco terroristico a Cambrils era stata fotografata da un autovelox, nella regione parigina dell’Ile-de-France, circa una settimana prima degli attentati. Lo rende noto Le Parisien, sottolineando che “secondo fonti concordanti, al momento le indagini non hanno stabilito nessun legame operativo con la Francia” aggiungendo “Potrebbe trattarsi di un semplice transito su un tragitto più lungo” . L’informazione proviene dalla cooperazione tra forze dell’ordine organizzata “a livello europeo per identificare eventuali complici” afferma il giornale parigino. Bfmtv ha affermato che la macchina è immatricolata in Spagna e non risulta essere stata affittata o rubata.

Uno degli arrestati della cellula jihadista che ha colpito Barcellona sta collaborando con gli inquirenti fornendo nomi e movimenti del commando e sul ruolo chiave dell’imam Abdel Baki Essati. E’ quanto ha rivelato stamane il quotidiano italiano La Repubblica. “L’uomo – scrive il quotidiano – si chiama Mohamed Houli Chemlal, ha 21 anni, è originario di Melilla ed è l’unico sopravvissuto all’esplosione del covo della cellula ad Alcanar“. Secondo quanto riportato da Repubblica, “solo Mohamed sapeva chi e quanti uomini fossero all’interno di quella casa al momento dell’esplosione. Solo lui era in grado di ricordare che fossero tre, oltre a lui. Al punto da indirizzare il lavoro della Scientifica tra cumuli di macerie e lamiere di bombole divelte (ne erano state ammassate 120) alla ricerca di ciò che restava di brandelli carbonizzati appartenenti, appunto, a tre corpi diversi. Di cui Mohamed ricorda bene l’identità, tanto da far dire ufficialmente alla Polizia catalana che già ora, nonostante non siano stati ancora completati gli esami del Dna, almeno due dei tre uomini attualmente ricercati, sono sicuramente ciò che resta dei resti umani trovati ad Alcanar“.

Gli inquirenti si concentrano sui rapporti della cellula catalana con l’estero. Marocco, Svizzera, Belgio e Francia sono alcuni dei Paesi visitati dall’Imam Abdelbaki Es Satty e dai suoi presunti discepoli. Mete significative, per i contatti presi con esponenti del terrorismo internazionale. Allo studio in queste ore c’è la figura di Ahmad Alkhald, un siriano affiliato allo Stato islamico il cui nome figura nella lista dei terroristi del Dipartimento di Stato americano. Alkhald sarebbe entrato in contatto con alcuni membri della cellula catalana con un compito specifico: addestrare gli islamisti all’uso del Tapt, l’esplosivo poi raccolto in centinaia di bombole all’interno di una villetta di Alcanar. I corsi del siriano, secondo fonti d’intelligence, sarebbero avvenuti ai primi di luglio nella zona di Marsiglia. Gli insegnamenti non sono bastati: le bombole di butano che sarebbero dovute servire per attentati clamorosi a Barcellona, sono esplose prima del dovuto uccidendo alcuni membri del gruppo e costringendo il commando a cambiare piano. Il siriano sarebbe ancora in fuga, cambia i suoi rifugi spesso per non farsi intercettare. Ma, secondo quanto risulta agli investigatori, si troverebbe sempre nel sud della Francia, tra Marsiglia e Nizza. Non è esclusa l’ipotesi che il “bombmaker” sia in contatto con elementi estremisti di base nel nord ovest dell’Italia.

“Per tre giorni  la collaborazione di Chemlal è stato uno dei segreti meglio custoditi dall’indagine ” prosegue ancora il quotidiano che cita una qualificata fonte di Intelligence. Al punto che, per oltre 36 ore, nonostante figurasse tra gli arrestati, non era stata rivelata neppure la sua identità. “Ora, quel segreto cade e, domani, martedì, comparirà a Madrid di fronte ai giudici istruttori antiterrorismo dell’Audienca Nacional assieme agli altri arrestati perché i suoi verbali di polizia entrino formalmente nel fascicolo dell’indagine sulla strage della Rambla“.

I media locali danno notizia di un conflitto a fuoco che si è verificato nel vicino comune di Subirats, dove i Mossos d’Esquadra, forze di polizia catalane, hanno ucciso un uomo con una cintura esplosiva che urlava “Allahu Akbar“. La carretera C-243B (una strada interna) è stata chiusa. Gli artificieri stanno usando un robot per verificare se sia vera o falsa come quelle dei 5 terroristi che venerdì notte hanno attaccato il lungomare di Cambrils.

Il ministero dell’interno catalano aveva nelle scorse ore diffuso nuove fotografie di Abouyaaqoub, con un appello: “Chiediamo l’aiuto della cittadinanza per trovarlo“.   E proprio dalla segnalazione di una donna, che ha visto un giovane somigliante al ricercato aggirarsi nei pressi delle case, sarebbe partita l’azione degli agenti.

Sta per partire da Roma, dall’aeroporto di Pratica di Mare, l’aereo militare predisposto dall’Unità di Crisi della Farnesina che porterà in Italia le salme di due delle tre vittime italiane dell’attentato a Barcellona: Luca Russo e Bruno Gulotta. Lo si apprende da fonti della Farnesina. Le procedure di rientro, sottolineano le stesse fonti, hanno avuto un’accelerazione anche grazie alla missione del ministro degli Esteri Angelino Alfano ieri a Barcellona. Durante la missione, il ministro ha incontrato, oltre al suo omologo – il ministro spagnolo Dastis – le famiglie delle vittime e ha fatto visita alla connazionale ferita, Marta Scomazzon.

Il Boeing dell’Aeronautica militare, secondo quanto è stato reso noto, dovrebbe decollare da Pratica di Mare poco dopo le 18.30 per rientrare a Roma, a Ciampino (e non a Pratica, come si era appreso in un primo momento) intorno alle 23.30. uccessivamente le salme verranno trasferite al policlinico Gemelli per l’esame disposto dalla procura. Quindi nuovo trasferimento a Ciampino e partenza per Verona

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